Recensione “Sotto una stella crudele. Una vita a Praga 1941-1968” di Heda Margolius Kovaly


Sotto una stella crudele
Una vita a Praga – 1941-1968
Heda Margolius Kovaly

Formato: Brossura
Genere: Storico
Editore: Adelphi          
Pagine: 214

Si può scampare alle persecuzioni dei due grandi regimi totalitari del Novecento e poi scrivere un libro di memorie come questo: sobrio, indomito, luminoso. Heda Bloch è fuggita dalla marcia della morte verso Bergen-Belsen, ma Praga la riaccoglie con ostilità: troppo forte, per i suoi amici, è il terrore delle rappresaglie naziste. Dopo la liberazione e la «rinascita comunista», nel 1952 il marito, Rudolf Margolius, alto funzionario governativo – un «mercenario al servizio degli imperialisti» –, verrà condannato all’impiccagione nel clima plumbeo e maligno del processo contro il segretario generale Slánský. Inizia il periodo del «silenzio attonito, terrorizzato»; solo le seconde nozze con Pavel Kovály salveranno Heda e il figlio Ivan da una lunga, tragica vita da reietti. E quando sta per giungere il lieto fine, quando dopo la Primavera di Dubček tutta la popolazione di «una città che non riusciva a dormire per la gioia» si riversa festosa in strada, ecco l’estremo orrore: l’arrivo dei carri armati sovietici.

Giudizio sintetico: 

“Praga non è un insieme di edifici dove le persone nascono, lavorano e muoiono. E’ viva, triste e coraggiosa, e quando sorride con la primavera, il suo sorriso brilla come una lacrima”

Heda Margolius Kovaly ci regala la sua vita pubblicando questo romanzo per la prima volta in Canada nel 1973.
La preziosità di questo scritto sta nel riflesso sincero e dettagliato di tutti i passaggi fondamentali di vita dell’autrice, della sua famiglia e dell’intero popolo Cecoslovacco.
Dopo essere fuggita dalla deportazione nazista, aver assistito all’omertà di vecchi amici che, per paura, facevano finta di non conoscerla, e aver assistito alla disfatta degli invasori, Heda e il marito Rudolf abbracciano l’ideologia comunista iscrivendosi al partito.
Nella prima parte del dopoguerra narrata nel libro, vengono illustrate tutte le motivazioni che hanno spinto il popolo ceco verso il comunismo, verso un regime che sembrava e veniva raccontato come l’unico modo per risorgere dalle ceneri di un’occupazione e una guerra crudele.

La vita era diventata politica e la politica era diventata vita!

Il marito occuperà una posizione prestigiosa nell’elite governativa sotto la presidenza di Gottwald, non riuscendo a vedere la reale portata del regime comunista a Praga, della nazionalizzazione di campi e industrie, degli arresti di presunti traditori del partito, delle svalutazioni monetarie programmate, della povertà e della paura di quegli operai che dovevano essere mente e forza dello stato.

Ho pensato spesso che molti dei nostri diventarono comunisti non tanto per il ribellarsi al sistema politico esistente, quanto per pura disperazione nei confronti della natura umana che dopo la guerra mostrò il peggio di sè. Gli uomini non potendo perdere la fiducia nell’umanità, danno la colpa all’ordine sociale in cui vivono; se la prendono con la condizione umana.

In questo contesto, vissuto tra silenzi coniugali per diversità di pensiero, il marito di Heda viene coinvolto nel “Caso Slansky“, che porterà nel 1951-1952 ad un processo farsa dove, funzionari statali legati al comunismo ceco, vengono costretti a confessare tradimenti e complotti e condannati a morte.
Heda è costretta a vivere nella miseria, allontanata da tutti, senza lavoro e con l’impossibilità di trovarlo, divisa tra la malattia, la paura per le sorti del marito e la paura di perdere il figlio.
In questo contesto, la storia viene raccontata nella sua drammaticità, nel suo percorso che sembra senza uscita, la forza di una donna che non accetterà mai di piegarsi al regime, vestendosi di nero dopo la morte del marito come chiaro messaggio alle alte sfere.
Nel Febbraio 1956, a seguito della morte di Stalin, il suo successore Chruscev capisce che, per rafforzare la sua posizione, deve rompere con le barbarie del regime stalinista.
A seguito di questa apertura, molti processi farsa vengono smascherati, e prigionieri condannati a morte riabilitati, come Rudolf Margolius.
Il popolo cecoslovacco alza la testa e le riforme liberali porteranno alla primavera di Praga e alla successiva invasione sovietica che durerà fino al 1990.

Questo libro è uno scritto importante, lucido e aperto alla comprensione di tutti.
Capire e conoscere per meditare e riflettere su ciò che è stato, comprendere molto di ciò che è.. .
Una vita narrata con lucidità e semplicità, molto toccante in svariati punti dove le riflessioni intime ed elaborate toccano le corte della sensibilità più profonda.
I passaggi storici cardine, utili a capire in che modo la vita di Heda sia stata segnata, danno una visione molto più ampia sul popolo di Praga e della Cecoslovacchia.
L’abbraccio al regime, le conseguenze e le distorsioni di un sistema malato riflesso sugli abitanti, sono parte di un racconto che tutti dovrebbero conoscere, la forza di una donna, la resistenza silenziosa, il dolore e un futuro che riemerge, come la fenice, dalle ceneri.
Ho apprezzato ogni singola pagina di questo libro, la semplicità di narrazione, la visione ampia su tutti gli strati storici di una società e di un regime, la drammaticità della prigionia e della malattia.
Commovente, drammatico ma con una forza e una speranza che non cedono mai il passo alla rassegnazione.
Un messaggio importante e una storia che entra nel cuore.

I veri nemici dell’uomo sono coloro che traggono guadagno dal sudore e dai calli altrui

Heda Margolius Kovály (1919-2010), nata a Praga, emigrò negli Stati Uniti nel 1968, dopo l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, Sotto una stella cridele uscì per la prima volta in Canada nel 1973.

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