Recensione “Vittoria e Abdul” di Sharani Basu – Piemme –

Vittoria e Abdul

– Shrabani Basu –

Formato: Copertina rigida

Pagine: 310
Genere: Storico
Editore: Piemme

Giudizio Sintetico


La regina Vittoria è stata una delle sovrane d’Inghilterra più amate e stimate della storia capace, ai giorni nostri, di appassionare e stupire per classe, portamento, scelte politiche ma anche per la grande, intensa e purtroppo breve storia d’amore con il Principe Albert, padre dei suoi nove figli.

La sovrana è amata e stimata così tanto da  essere ancora al centro di scritti e pellicole, suscitando interesse e grande attesa per quelle narrazioni capaci di dare nuovi colori e sfumature ad una vita lunga, piena ma soprattutto variegata e mai noiosa.

Vittoria è stata sovrana giovanissima, moglie per amore, madre autoritaria ma amorevole, regnante attenta e fiera, bersaglio di attentati, informata e al passo con i cambiamenti dell’epoca e molto altro.

Ogni scritto e ogni pellicola, capaci di raccontare dettagliatamente periodi poco conosciuti o mai affrontati di questa sovrana, sono fonte di interesse per tantissime persone di tutto il mondo.

“Vittoria e Abdul” è il libro da cui è stato tratto l’acclamato film di Stephen Frears con il premio Oscar Judi Dench e che narra il trasferimento “in dono” di Abdul Karim alla corte della regina Vittoria e del solido rapporto di amicizia, stima reciproca e fedeltà che instaurarono nei dieci anni di servizio dell’indiano.

 

Nel 1887, più di venti anni dopo la scomparsa del marito e quattro dalla scomparsa dell’amato e discusso John Brown, servitore scozzese divenuto il prediletto della regina, Abdul Karim venne inviato in Inghilterra come dono dell’India per il Giubileo d’Oro della Regina Vittoria.

Divenuta imperatrice d’India nel 1876 la regina Vittoria, amante delle culture orientali e interessata a conoscere il popolo della nuova dominazione indiana,  amò circondarsi delle guardie indiane inviate dall’Impero e di due giovani arrivati a corte  destinati al servizio a tavola della sovrana, Abdul Karim e Mohammed Buksh.

Abdul, da subito, piacque alla sovrana che si interessò sempre più alla lingua del nuovo arrivato, motivo per cui decise di farsi insegnare dall’indiano, termini e frasi in Hurdu e Indi oltre a consigliarla e sostenerla nella solitudine seguita alla perdita del marito e del fedele amico scozzese.

Presto Abdul diventò non più servo ma consigliere e amico, tanto da essere soprannominato Munshi e avere privilegi negati a chiunque altro.

La popolarità crescente e i privilegi donati a questo nuovo arrivato non mancarono di scatenare invidie e critiche da parte dei familiari e dei membri dell’entourage reale.

Riempito di doni, privilegi economici e sociali, onorificenze e consulenze, il Munshi divenne presto anche forte influenza nelle questioni riguardanti l’India, tanto da divenire consigliere unico negli affari indiani.

Il rapporto tra Abdul e Vittoria, criticato e osteggiato ma mai incrinato, durò fino alla morte della sovrana, momento in cui, i familiari di Vittoria poterono cacciarlo senza cerimonie per far ritorno in India ormai ricco e circondato da fama e privilegi.

Questo scritto di Sharabani Basu è la narrazione, arricchita da scritti autentici e parti del diario di Abdul,  di questa storia, contenete interessanti scritti di corrispondenze della stessa Vittoria e sentimenti provati dalla famiglia reale.

Un libro utile a comprendere, conoscere e capire i sentimenti di tutte le parti in gioco.

 

La storia tra Vittoria e Abdul ha un sapore dolceamaro in quanto, analizzandola nel suo insieme, non si riesce a trovare un equilibrio che permetta di comprendere le necessità di Abdul, giustificare le concessioni della regina e non capire in parte il sospetto dei familiari di quest’ultima.

Il rapporto sincero e materno di Vittoria nei confronti di Abdul è comprensibile e frutto della solitudine e della mancanza delle due figure più importanti della vita della sovrana, Albert e John, si può capire quindi l’impossibilità di Vittoria nel negare ogni richiesta fatta dall’indiano per paura di perderlo.

Il ritratto che esce da queste pagine i Abdul è invece quello di uno scalatore sociale, capace di comprendere il livello di influenza sulla regina e farne potere per avere prestigio, agio e benefici economici e sociali per lui e l’intera famiglia, di una stima sincera e di una vicinanza fedele.

Ogni lettore può provare a comprendere e dare sfumature diverse a questa storia così discussa contrastata, giungendo alla fine chiedendosi: era un rapporto sincero da entrambe le parti o Abdul aveva in fondo compreso quanto potesse avere dalla regina in cambio della sua compagnia?

Un libro, quello scritto da Shrabani Basu, che permette di avere una panoramica completa su questa storia, che illustra tutti i punti di vista arricchendoli con gli scritti di pugno della regina e i diari di Abdul.

Ciò che si evince è a completa interpretazione del lettore che comunque si troverà a gustare una narrazione semplice, veloce e mai noiosa anche se priva di dialoghi.

Un lavoro completo e di grande studio dell’autrice che permette di avere le giuste conoscenze per giungere preparati al film e avere l’immagine completa di questa storia che, comunque, deve essere conosciuta.


È nata a Calcutta. Dopo la laurea in storia a Delhi, inizia a lavorare come giornalista a The Times of India. Nel 1987 si trasferisce a Londra, dove oggi vive con le figlie, e collabora con vari giornali, tra cui il Telegraph. Ha intervistato molti importanti personaggi come Benazir Butto e Salman Rushdie.
Nei suo libri ha sempre unito il giornalismo all’amore per la storia.


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