Recensione “Il fiume della coscienza” di Oliver Sacks

Il fiume della coscienza

– Oliver Sacks  –

«Esplorando le forme di vita «senziente» lungo l’intera scala degli «esseri organizzati» – a partire da piante come la Mimosa pudica, le cui foglie si contraggono alla minima sollecitazione tattile, e da certi vermi capaci di auscultare le vibrazioni del terreno e di sfuggire così agli uccelli predatori –, Sacks ci mostra come molte «menti» elementari condividano con noi proprietà fondamentali.»

 

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 213
Genere: Saggio
Editore : Adelphi


Giudizio Sintetico


Ho conosciuto la scrittura di Oliver Sacks qualche anno fa leggendo “Diario di Oaxaca” restando subito colpito dalla capacità dell’autore di accostare temi scientifici ad uno stile letterario che lo ha reso unico, aspetti che ho piacevolmente ritrovato ne “Il fiume della coscienza”, ultima opera di Sacks, scritta prima di morire, e che rappresenta quasi un testo di congedo.

Sacks, neurologo e collaboratore di molte testate giornalistiche di calibro internazionale, in maniera unica, ha saputo avvicinare il pubblico dei lettori ai grandi temi di carattere scientifico grazie ad una passione che traspare ad ogni riga.

In queste pagine si susseguono trattazioni di chimica, scienze neurologiche, medicina, biologia e – come ne “Il diario di Oaxaca” – di botanica, ponendo in evidenza una straordinaria capacità di analisi e di divulgazione che affonda le radici nell’osservazione e nell’approfondimento. E’ proprio lo straordinario esercizio di osservazione che permette a Sacks di rendere fruibile il racconto scientifico di molti fatti quotidiani da cui nascono profonde riflessioni.

“Il fiume della coscienza” è un libro che non scade mai nella banalità nella trattazione di temi complessi che aprono numerosi interrogativi sulle questioni legate alla vita umana, alla sua evoluzione e sulla sua fine.

L’impronta letteraria di Oliver Sacks è un linguaggio colto e molto appassionato, elementi che, uniti insieme, contribuiscono a generare un’inarrestabile curiosità nel lettore che si perde in un fiume denso e ricco di saggezza in cui la scienza alimenta riflessioni che appartengono all’esistenza di ognuno di noi.


Oliver Sacks, nato a Londra in una famiglia di fisici e scienziati – il più giovane di quattro fratelli di una coppia ebrea -, è stato neurologo e scrittore.
In Gran Bretagna frequenta il Queen’s College a Oxford dove consegue Bachelor of Arts nel 1954 in fisiologia e biologia. Presso la stessa università, nel 1958, intraprendendo un Master of Arts, ottiene una laurea in medicina e chirurgia, che gli permette di esercitare la professione di medico.
Lascia l’Inghilterra per trasferirsi prima in Canada e poi negli Stati Uniti nel 1965. Professore di Neurologia clinica presso l’Albert Einstein College of Medicine e di Neurologia alla New York University School of Medicine ha iniziato la sua attività di divulgazione scientifica descrivendo le sue esperienze neurologiche con i pazienti negli anni Settanta e pubblicando anche su The New Yorker e The New York Review of Books articoli di carattere medico- scientifico. Il suo libro più conosciuto è Risvegli, dal quale è stato tratto il film con Robin Williams e Robert De Niro, e a cui sono seguiti i racconti altrettanto noti di altri suoi casi clinici Su una gamba sola e L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello. Tra gli altri suoi libri L’isola dei senza colore, Emicrania, Un antropologo su Marte, Allucinazioni, editi in Italia da Adelphi. Feltrinelli ha pubblicato Diario di Oaxaca nel 2004.
Oliver Sacks è morto a New York il 30 agosto 2015.


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