Recensione “Omicidio sul ghiacciaio” di Lenz KOPPELSTÄTTER – Corbaccio –

Omicidio sul ghiacciaio

– Lenz KOPPELSTÄTTER  –

Lo sguardo di Grauner vagò ripetutamente sopra il corpo e poi sopra il ghiaccio e la neve intorno a lui; il cadavere sembrava qualcosa di estraneo in quello scenario idilliaco. In cielo neanche una  nuvola. Il sole splendeva e scintillava il ghiaccio della quasi interminabile corona di cime. L’aria era fredda e pura, ogni respiro risvegliava lo spirito, tranne quello del morto, disteso sulla neve con una punta di freccia nel collo

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 317
Editore: Corbaccio


Giudizio Sintetico


Il 19 Settembre 1991 due coniugi di Norimberga, durante un’escursione, fecero una sensazionale scoperta: a 3.213 metri di altezza, sul ghiacciaio del Similaun, trovarono i resti di un uomo.

Inizialmente si pensò potesse trattarsi di un alpinista scomparso in età recente, successivamente ciò che gli esperti dedussero da studi e analisi fu che quel corpo appartiene ad un uomo, rinominato Otzi risalente al 3300/3100 a.c. conservatosi sul ghiacciaio grazie alle particolari condizioni climatiche.

Otzi probabilmente morì violentemente, colpito da una freccia all’interno della spalla sinistra, ed è proprio da questa introduzione che inizia il viaggio in Alto Adige, pochi giorni prima di Natale…

 

Ci sono una mummia, un cadavere, un commissario aspirante contadino e un ispettore napoletano: potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta ma è invece il miglior cerchio attorno al quale disegnare la vicenda che riempie la trama di “Omicidio sul ghiacciaio” un giallo dallo stile classico collocato in un’ambientazione inusuale ma decisamente affascinante.

La mummia è il sopracitato e famoso Otzi, conservato al museo di Bolzano; il cadavere è quello di un uomo ritrovato ucciso, con una freccia conficcata nel collo, proprio come accadde a Otzi 5200 anni prima; il commissario è Grauner, uomo tipico dell’Alto Adige legato alla tradizione e desideroso di unire alla poco attiva vita nella polizia, la grande passione per il maso di famiglia; il commissario si chiama Saltapepe, ed è un napoletano che poco ama la montagna e che continuamente si chiede quale disgrazia possa averlo portato sulle cime innevate lontano dal mare e dalla gente che tanto ama.

I contorni di questo mistero sono un ghiacciaio che unisce due ritrovamenti, Otzi nel 1991 e Sattler pochi giorni prima di Natale dei giorni nostri, una classica cittadina dell’Alto Adige, chiusa nel silenzio e nell’omertà di chi sa ma non vuole dire.

Il commissario Grauner, sul sedile dell’inseparabile Panda e aiutato dal prezioso ma troppo istintivo Saltapepe, dovrà sciogliere il mistero attorno al quale si è consumato il delitto di Sattler, uomo che viveva da eremita da diversi anni proprio vicino al luogo del ritrovamento.

La storia, le diversità nazionali tra nord e sud e tra Alto Adige e Italia, interessi e sete di potere e soldi si mescoleranno in un giallo che ha tutti i tratti del classico, ma la grande forza di unire una storia autentica a una narrazione frutto di fantasia talmente credibile da sembrare vera.

 

Il romanzo di Lenz Koppelstatter è sì un giallo classico, ma anche e soprattutto una trama avvincente capace di unire diversità nazionali ad una storia, quella di Otzi, che già di per sé è avvincente e carica di mistero, ricca di dettagli nella narrazione e utile per comprendere la vicenda raccontata.

L’autore non scommette la buona riuscita del romanzo su colpi di scena particolari, ma su logica e intrecci personali che vanno a comporre il quadro della vicenda.

Un quadro e una trama che si chiudono come un cerchio e lasciano al lettore un mistero risolto, dove tutti i punti vengono chiariti, e l’approfondimento di una vicenda storica ricca di fascino.

I personaggi che entrano nella narrazione, come il sindaco e molti altri, sono importanti e riescono a sottolineare la diversità della comunità altoatesina che vive ancora in un limbo di non appartenenza e in una comunità piccola dove vige una legge non scritta di silenzi e sguardi indiscreti.

Non mancano siparietti divertenti grazie ai protagonisti che sembrano non avere nulla in comune ma che donano una marcia in più a trama e evoluzione della storia.

Avrei preferito qualche dettaglio in più sulle storie passate e personali di Saltapepe e Grauner, ma spero in un secondo capitolo capace di svelare queste ombre ancora presenti.


Lenz Koppelstätter è nato nel 1982 a Bolzano ed è cresciuto in Alto Adige. Dopo gli studi di scienze politiche a Bologna e di scienze sociali a Berlino ha frequentato la scuola di giornalismo a Monaco. Ha collaborato con testate come «Tagesspiegel», «Zeit Online», il settimanale «Zitty» e altre riviste. «Omicidio sul ghiacciaio» è il suo primo romanzo.


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