Recensione “Ricorda il colore della notte” di Mattia Bagnoli – Piemme

Ricorda il colore della notte

– Mattia Bagnoli  –

 

«…sei Italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l’equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell’Asse

(Winston Churchill)

 

 

Formato: Copertina rigida

Genere: Romanzo storico
Pagine: 320
Editore: Piemme


Giudizio Sintetico


La Xª Flottiglia MAS è stata un’unità speciale della Regia Marina italiana, famose per le numerose imprese belliche di assalto e incursione. Nata nel 1939 come era una delle tre flottiglie MAS della Regia Marina allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Famosa per i suoi successi, come quello della Baia di Suda (25-26 marzo 1941) o dell’impresa di Alessandria del 19 dicembre 1941, riuscì a mettere in seria difficoltà la Royal Navy, è divenuta celebre anche per i siluri a lenta corsa impiegati per i sabotaggi (più conosciuti con il nome di “maiali”).

In questo romanzo la Decima Mas si fonde con la fantasia di Mattia Bagnoli creando un romanzo davvero avvincente.

1941.
Svevo Giacco-Aliprandi, console italiano di stanza ad Algeciras, uno spicchio di mondo dove l’Europa è quasi Africa, è un uomo tutto d’un pezzo. Fedele ai valori del fascismo degli inizi, si è sempre messo in prima linea per difenderli, come testimonia la ferita che gli attraversa il volto. La vera ragione per cui si trova a pochi chilometri da Gibilterra, roccaforte che concede agli inglesi di dominare ancora il Mediterraneo, è la necessità di organizzare una missione segretissima per colpire le navi e il porto britannici. Un’azione intrepida, che coinvolge gli uomini della Decima Mas di Borghese e che potrebbe dare una svolta definitiva alla guerra. Per Svevo, nella vita non esistono altri interessi che il lavoro, la patria e la famiglia, almeno fino al giorno in cui conosce Yvonne Lavallard, inquieta fotografa della Reuters, in fuga da una Parigi ormai in mano nazista. Una donna con un passato nebuloso, dall’indiscutibile fascino e che non ha ormai più nulla da perdere.
Ma c’è un uomo nelle file nemiche che sembra aver intuito che tipo di attacco stanno preparando gli italiani: Arthur Goodwin, il capo del SIS, i servizi segreti britannici a Gibilterra, l’unico davvero determinato a fermare quegli assalti alle navi di cui è impossibile scoprire l’origine. Anche lui ha un punto debole, una donna francese che vorrebbe aver accesso alla Rocca per poterla fotografare e che potrebbe essergli molto utile: Yvonne Lavallard. Due uomini schierati su fronti contrapposti, due combattenti abituati a ottenere tutto che si troveranno, per la prima volta, disposti a perdere ogni cosa: perché, in questa partita a scacchi, nulla è come sembra.

Liberamente ispirato ad un personaggio realmente esistito, “Ricorda il colore della notte” è un romanzo di altissimo spessore storico e dal grande valore sentimentale.

Come le grandi opere ci insegnano, l’amore non sempre prende una strada luminosa e segnata di soli bei momenti, ma riesce anche ad addentrarsi in strettoie enigmatiche e ambigue, prendendo forme diverse e, a tratti, riuscendo a biforcarsi divenendo doppiogioco e insicurezza.

I protagonisti di questo romanzo sono tre: non tre persone qualunque ma un console italiano, una fotografa della Reuters il capo dei Sis inglesi.

Non solo i protagonisti sono tre personalità diverse e complesse; il panorama entro cui si svolge questa storia è a dir poco adrenalinico.

Siamo infatti nel 1941 in Spagna, paese neutrale ma ben presidiato dagli schieramenti in guerra, Gibilterra è ad un passo e, le varie forze in campo, anche nemiche, tengono d’occhio La Rocca (dove risiedono gli inglesi e che funge da avamposto di controllo sul canale), il tempo sembra scandito dal presentimento che anticipa ogni attacco volto a scardinare questo importante vantaggio inglese sul controllo del Mediterraneo.

Tra sospetti, mosse come in una partita di scacchi e armi sconosciute al nemico, la trama prende vita parallelamente grazie all’infatuazione del console italiano e del capo del SiS inglese nei confronti della reporter francese Yvonne, donna enigmatica, a tratti civettuola ma profondamente coraggiosa che sembra girare come una trottola tra le mani dei diversi schieramenti, arma a doppio taglio che può seriamente modificare le sorti di questo afoso punto strategico.

La storia scritta da Mattia Bagnoli è sia utile per conoscere e incuriosirsi nei confronti della Decima Mas, ed essere anche un po’ orgogliosi dell’unico vanto dei mezzi italiani durante la seconda guerra mondiale, ma anche per godere di una storia d’amore che si mescola, come in una spy story, ad interessi e alleanze.

Se l’inizio fatica a carburare, la capacità narrativa semplice e non particolarmente articolata dell’autore, aiuta il lettore ad immergersi completamente nella storia, fino a quando, completamente affascinato dai colpi di scena e dal senso di imminenza, la storia prende vita e non può essere lasciata fino alla conclusione.

Ho sempre amato e apprezzato i romanzi storici per la capacità di unire storia e fantasia, in questo caso dandomi l’opportunità di conoscere un italiano realmente esistito, la sua storia, e ciò che ha contribuito a creare assieme alla leggendaria Decima Mas.

Romanzo interessante, scrittura discreta ma assolutamente ben coesa con la trama coinvolgente e appassionante.


Mattia Bagnoli

Nato a Milano nel 1980, dopo la laurea in Lettere e Storia all’Università di Bologna si trasferisce a Londra dove frequenta il master in Giornalismo Internazionale presso la City University e dove lavora come corrispondente per l’agenzia ansa e collabora con altre testate tra cui La Stampa e D – la Repubblica. Dopo una breve parentesi al servizio politico ansa a Roma, dal 2015 è capo della redazione ansa di Mosca. Scrive abitualmente di Russia per pagina99, D – la Repubblica, HuffPost. È autore del noir Bologna permettendo (Fazi, 2009), della guida Strano ma Londra (Fazi, 2012) e del romanzo-inchiesta Nerogolfo (Frilli, 2018).


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