Recensione “Piombo parte 2: Richard” di Hypatia Underwood

Piombo parte 2: Richard

– Hypatia Underwood –

 

Il coperchio della scatola di legno, aperto con impazienza, fece ammirare una ventina di soldatini di piombo allineati come in una parata.

 

Formato: Copertina flessibile

Genere: Romanzo
Pagine: 648

Giudizio Sintetico


‘Piombo’ si svolge negli Stati Uniti, in Virginia, e racconta l’incontro tra Airi Kato, psicologa militare specializzata nella terapia di sostegno ai reduci di guerra, e Hiromi Takeda, soldato di ritorno dall’Iraq.
Airi vive con sua figlia Hotaru a Portsmouth; ama suonare il violino e dipingere. Ma da diversi anni ormai ha abbandonato il proprio lavoro per cercare di riuscire a scendere a patti con i sensi di colpa derivanti da una terribile perdita.
Per questo quando l’amico e collega Matthew Kobe, responsabile del reparto psichiatrico dell’ospedale militare “Edward Dewenish Veterans Affair Medical Center”, le propone di tornare ad esercitare la professione per trattare un caso delicato, Airi è estremamente riluttante: le ferite del fallimento che le ha portato via la persona a lei più cara sono ancora aperte, eppure Matthew è convinto che possa farcela.
La ragazza accetta quindi di occuparsi del Maggiore Hiromi Leighton Takeda, giovane ufficiale dell’Esercito degli Stati Uniti che porta con sé una diagnosi di Sindrome da Stress Post Traumatico e un bagaglio di incubi del conflitto iracheno.
Airi ed Hiromi inizieranno così un lento percorso di reinserimento alla vita normale, instaurando altresì un rapporto d’amicizia che gradualmente muterà in attrazione da entrambe le parti.
Sul loro legame si allargherà l’ombra non solo della morbosa gelosia di Samuel Foster, collega di Kato e suo corteggiatore respinto, ma anche del Generale Takeshi Takeda, padre di Hiromi e capo di Stato Maggiore dell’esercito, intenzionato a comprendere quanto sia pericolosa l’influenza di Airi su Hiromi.

A poco più di un anno dalla lettura del primo capitolo, Hypatia Underwood torna ad ammaliarci, attraverso la sua capacità narrativa, con la continuazione della storia drammatica ma delicata tra Hiromi e Airi.

Regalare qualche spicchio di trama sarebbe impossibile; per chi non ha ancora letto “Piombo parte 1: Samira” sarebbe fonte di un vero e proprio spoiler ad alti livelli, e non è giusto rovinare la sorpresa se non necessario.

Mi limiterò quindi agli elementi di spicco della trama che unisce alle difficoltà dello stress post traumatico dei reduci di guerra, le capacità di ascolto e confronto di una psicologa in gamba e paziente.

Tra il maggiore Hiromi e il medico Airi, nel primo capitolo abbiamo visto avvicinamento, resistenza e confidenza, un abbandonarsi di entrambi per riprendere in mano le proprie vite e lasciar defluire i fantasmi del passato.

Un colpo di scena finale ci ha lasciati con il fiato sospeso ed ecco che, proprio come vi dicevo, ad un anno quasi esatto giunge nelle nostre mani il secondo capitolo.

Ritroviamo i protagonisti, la delicatezza della figlia di Airi (che in questo secondo volume svolge il ruolo di dolce protagonista), e gli ostacoli che si pongono tra Hiromi e Airi nella quotidianità.

I fantasmi del passato, che vivono nei gesti del maggiore Takeda, padre di Hiromi, sono i bastoni tra le ruote che i protagonisti dovranno evitare, per evitare di cadere e rafforzarsi in vista di un confronto che, siamo certi, sarà l’esplosione finale nel capitolo terzo della storia.

Il rapporto genitori/figli è il tema principale di questo capitolo, unito alla quotidianità e alla fiducia negli altri, un capitolo che h definito “di transito”, in attesa di risposte e scontri finali nel prossimo capitolo.

 

La narrazione di Hypatia Underwood è semplicemente perfetta, non un refuso, non una parola al posto sbagliato. Un flusso di eventi e confronti, dialoghi e azioni che coinvolgono e mantengono alta l’attenzione del lettore, a cui non pesa lo spessore del libro.

La storia è complessa ma guidata da capacità di intreccio non indifferenti, i protagonisti sono eccellentemente caratterizzati e, il quotidiano emergere dei protagonisti, permette di carrate rizzare anche gli aspetti più profondi di essi.

Insicurezze, introspezione, fiducia in se stessi e negli altri, conflitti interiori e sensi di colpa si mescolano al passato tormentati che viene ricostruito pezzo dopo pezzo.

Vorrei poter scoprire l’”Enigma Hypatia”, vedere chi si nasconde dietro a questo pseudonimo per potervi dire quali studi e capacità si nascondono dietro alle caratteristiche positive di questo volume:

  • Narrazione eccelsa
  • Conversazioni fitte e interessanti
  • Adattamento perfetto di luoghi, personaggi e tradizioni, geografa, storicità, psicologia e tradizione, tutto studiato ed esposto con grande classe e qualità.

Essendo un libro “intermedio”, lo spessore è davvero tanto quindi dedico l’unico appunto ad un’eventuale riflessione sulla narrazione più veloce e meno carica di eventi, così da ridurre la mole e la richiesta di memoria del lettore. Consiglio anche all’autrice, nel prossimo volume, di trovare il modo (e sicuramente ne sarà in grado) di riassumere i punti salienti dei precedenti volumi attraverso ricordi o memorie, così da rinfrescare la memoria del lettore.

Indubbiamente comunque per me rimane una prova superata e di gran qualità, un romanzo eccelso tutto da assaporare, capace di unire al romanzo, amore, psicologia e temi interessanti.


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