Recensione “Annabelle” di Lina Bengtsdotter – DeA Planeta

Annabelle

– Lina Bengtsdotter   –

 

“«A differenza di tante eroine prevedibili e stereotipate, Charlie Lager è speciale: affascinante, piena di mistero e di ombre fuggevoli come una splendida notte d’estate nelle foreste della Svezia» DN (Danimarca)“

 

Formato: Copertina rigida

Genere: Thriller
Pagine: 365
Editore: DeA Pianeta


Giudizio Sintetico


Avere diciassette anni. Rubare il vestito celeste alla mamma per andare a una festa. E poi, sparire nel nulla. Annabelle svanisce così, senza un motivo e in apparenza senza lasciare traccia. La famiglia, gli amici, i vicini: nessuno nella piccola comunità di Gullspång, sprofondata tra le fitte foreste di Svezia, sembra in grado di fornire elementi su quanto accaduto quel venerdì notte. Al padre, che invano esce a cercarla per la campagna, e alla madre, consumata dall’angoscia e dal senso di colpa, non resta che affidarsi agli agenti della Polizia Criminale che da Stoccolma giungono a prendere in mano le indagini. Per l’agente Charline Lager – per tutti Charlie –, però, scoprire chi era Annabelle e cosa le è successo non significa solo affrontare un caso tra i più delicati e complessi di sempre. Perché un passato come il suo non si cancella. E perché Gullspång – le casette uguali, le acque fredde del lago, l’emporio abbandonato e i segreti che nasconde – non è un posto qualunque, ma il suo posto, quello che si porta scolpito dentro e dal quale fuggire è semplicemente impossibile. Folgorante esordio da oltre 100.000 copie solamente in patria, Annabelle è un thriller dall’anima autenticamente scandinava, con al centro una protagonista difficile da dimenticare. Un romanzo che ha stregato lettori e critica, in corso di traduzione in 20 paesi, finalista del premio al Miglior Romanzo dell’anno in Svezia e premiato come Miglior Esordio dell’anno dalla giuria del Crimetime Specsaver Award.

 

Se penso che Lina Bengtsdotter è autrice esordiente, mi inchino e tolgo il cappello; indubbiamente possiede tutte le caratteristiche per diventare una grandissima scrittrice di thriller. Se alla fine, l’analisi che ho compiuto del testo, mi porta a valutare tre stelle su cinque, nulla toglie che capacità e bravura siano presenti e solamente da coltivare, per consentire ad una protagonista riuscita l’unione con la trama perfetta.

Un thriller dove vince la caratterizzazione dei personaggi e il filo sottile che unisce presente e passato; una città fantasma dove i ragazzi crescono troppo in fretta e troppo in fretta devono fare i conti con la precarietà sociale e lavorativa dei genitori e, in un futuro prossimo, loro.

Tra questi ragazzi, queste incertezze e il poco divertimento che una città così disastrata può offrire, Annabelle vive la ribellione attraverso la relazione con un uomo misterioso, attraverso la ricerca della propria religiosità e vivendo le storie romanzate dei grandi classici che tanto potere hanno nel migliorare qualche ora quotidiana.

Nel contesto rurale in cui Annabelle vive, è normale che tutti diventano sospettati ideali quando la ragazza scompare: cosa può essere successo ad Annabelle, chi può essere stato?

Qui entra in gioco Charlie Lager e la bravura di Lina Bengtsdotter, una protagonista fuggita proprio da quella città dove ha chiuso, nella casa d’infanzia, un passato da dimenticare a cui mancano parecchi tasselli, e un’autrice che dona al lettore una caratterizzazione perfetta della propria creatura femminile.

Il risultato è un’ottima unione di indagine, suspance e una protagonista che unisce il riemergere del proprio passato e le risposte a quesiti mai posti ad un mistero fitto legato ad una ragazza che ha, forse nel modo sbagliato, deciso di ribellarsi alla condizione “legata” di quel posto dimenticato da Dio.

Convince la trama, lo stile narrativo e la protagonista (sebbene abbia stancato l’unione dei protagonisti donne di thriller agli psicofarmaci), unita a tutti i personaggi (tutti possibili sospettati) che colorano e infittiscono il mistero.

Non mi ha convinta particolarmente il finale, mi ha spiazzata e non totalmente soddisfatta come non mi ha particolarmente soddisfatto l’intreccio narrativo a tratti prevedibile.

Sono convinta però che Lina Bengtsdotten abbia, con “Annabelle”, creato una protagonista femminile che potrà, se liberata da paure e incertezze, affrontare nuovi misteri e indagini.

Una protagonista ora libera dal fardello del passato in grado di essere sola regina in un mondo di uomini, di violenza e donne troppo spesso umiliate.


Lina Bengtsdotter

Lina Bengtsdotter è cresciuta a Gullspång e, dopo aver vissuto nel Regno Unito e in Italia, attualmente risiede a Stoccolma con il marito e i tre figli.


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