Recensione “L’ultima luna” di Camillo Carrea

L’ultima luna

– Camillo Carrea –

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 164
Editore: Lettere animate


Giudizio Sintetico


Nel romanzo agiscono tanti personaggi ma il vero protagonista è il paese, pervaso da un’aura misteriosa che echeggia di via in via. Sulle sue donne pende una maledizione: esse sono destinate a morire prematuramente nelle notti di luna nuova. Poche hanno un figlio. In un’atmosfera carica di oscuri segreti cresce Alessandro Attilio, il narratore: ha due nomi, il primo usato da quelli del Quarto Gliostro, il secondo dal resto del paese. Ha due nonni che si odiano a morte: Celestino proprietario del bar della Luna Nuova e Bonifacio, apparentemente cinico e miscredente. E tre zii, frutto di uno strano parto plurigemellare. E c’è Zelda, la ragazza dei suoi sogni. Nel paese i pochi giovani vogliono divertirsi, ma gli anziani gridano allo scandalo. Toni vuole fare il ballerino. Virgilio, il pittore. Infinita parla poco e assomiglia al volto di donna dipinta sulla parete del bar della Luna nuova. Lodovico e Adelchi risalgono le scale della storia per capire da dove nasca il mistero che avvolge il paese, tra eretici, alchimisti e streghe. Intanto le donne continuano a morire alla luce della luna nuova accompagnate dal suono di un pianoforte.

Siamo in un paesino rurale, a cavallo tra la fine degli anni 50 e 60, quando inizia il racconto di Alessandro, una storia che racchiude il passato italiano delle grandi famiglie, delle credenze popolari e di inspiegabili coincidenze.

Una vecchia casa attorno alla quale sono nate strane leggende, un trasloco che brilla negli occhi della madre e che sedimenta nella pazienza del padre ma, soprattutto, uno scorrere lento della storia che ci porta a conoscere il paese, i suoi abitanti e una famiglia davvero particolare.

La famiglia di Alessandro è, infatti, l’unione imperfetta di due nuclei particolari: da una parte il ramo di nonno Bonifacio, rimasto vedovo la notte in cui nacquero  i tre figli gemelli, fratelli del padre, e il ramo di nonno Celestino, genitore della madre e acerrimo nemico dell’altro nonno.

Le vicende familiari di Alessandro si collimano alla perfezione con il contesto entro cui si snoda la storia raccontata da Camillo Carrea, un paesino dove, al presente che esige modernità e apertura mentale, si contrappongono e sopravvivono leggende, riti, detti e presentimenti, ma soprattutto un legame con la luna che si riflette nelle donne del piccolo centro.

La donna che genera ed è madre di ogni cosa, unita al potere lunare che sembra giocare con il destino degli abitanti del paese, si unisce al “profano” e ad antiche leggende legate ai luoghi di questa storia che intrecciano le vite presenti di Alessandro e dei concittadini.

Una sinfonia di famiglie, donne, leggende e interferenze lunari che si uniscono alla quotidianità e alla giovinezza del protagonista che, in un tempo lontano, ci dona questo racconto in un rapporto confidenziale e diretto con il lettore.

Ho apprezzato tantissimo il rimando temporale e chiaramente legato alla tradizione italiana, del forte legame familiare che esisteva, molto più di oggi, tra generazioni diverse, che lega indissolubilmente i tempi della narrazione di questo romanzo.

Oltre alla storia familiare, e ai misteri ad essa legati, mi è piaciuto molto il racconto diretto con il lettore che si amplia di annotazioni e rimandi quando la narrazione perde il filo.

Questo dettaglio, in realtà, ad inizio lettura spiazza: sembra infatti che l’autore non segua un filo coerente con la narrazione ma nasconde, e si capisce continuando la lettura, dettagli ed elementi che serviranno, passo dopo passo, ad unire i dettagli della trama.

Una storia che, unendo leggenda e realtà, razionalità e misticismo, sembra possedere dettagli che, nel finale del libro, il lettore si troverà a valutare ed interpretare a suo gusto.

I personaggi sono utili ognuno allo stesso modo, caratterizzati il giusto e fondamentali per comprendere il fulcro della trama che Carrea ha creato e donato al suo pubblico.

Alessandro e la sua famiglia colorano le pagine, uniscono dettagli inspiegabili e tengono compagnia dall’inizio alla fine della lettura.

Ho apprezzato soprattutto la parte razionale della storia, ho faticato a seguire, soprattutto all’inizio, lo stile dell’autore ma, tirando la riga delle somme, “L’ultima luna” è un romanzo molto particolare, innovativo e adatto a chi ama storie familiari, rurali e dai mistici dettagli.


Camillo Carrea è nato ad Atessa e risiede a Colledimezzo, in provincia di Chieti. E’ autore di racconti e poesie.


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