Recensione “In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo” di Malusa Kosgran

In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo

– Malusa Kosgran –

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 458
Editore: Bookabook


Giudizio Sintetico


La storia del nostro paese è ricca di avvenimenti ed evoluzioni. Ci sono storie personali capaci di farci rivivere, assaporare e regalare attimi passati che conducono alla parte più fertile delle radici che ognuno di noi tiene saldamente a memoria per capire chi siamo oggi.

La storia di Antonino, la sua scomparsa e la narrazione del suo passato è sia un bellissimo affresco del primo dopoguerra italiano ma soprattutto una testimonianza colorata dove, attraverso difficoltà e ironia, scopriamo una trama avvincente ispirata, come ci suggerisce la sinossi, a diverse storie vere.

Smemorato, perduto, morto o in fuga? Nessuno sa cosa sia successo ad Antonio Di Pinto, agricoltore biscegliese ultrasessantenne scomparso all’improvviso.
Mentre le indagini ufficiali procedono a rilento, la famiglia si raccoglie in un’attesa composta, ma disperata.
Per scoprire che fine ha fatto l’uomo che moglie, figlie, sorelle, nipoti e operai credono di conoscere è necessario riportare le lancette dell’orologio a molti anni prima. Nella Milano degli anni Sessanta, Antonio è Antonino, un piccolo uomo di appena dieci anni mandato a guadagnarsi il pane nel capoluogo lombardo. Tra le luci della città, la fatica del lavoro e il freddo pungente gli fanno compagnia i sogni di gloria. Uno su tutti: diventare un grande campione di ciclismo come Fausto Coppi.
In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo è ispirato a più storie vere.

“In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo” è stupefacente già solo per il significato del titolo, che scopriamo tuffandoci nella storia di Antonino, della sua famiglia e del suo trasferimento a Milano.

In un parallelismo tra presente e passato, riscopriamo la bellezza delle famiglie italiane che sono, tutt’ora, un vanto internazionale di legami saldi e ricchi di forza, dove gli uomini e le donne hanno dovuto affrontare grandi richieste di sacrificio per poter coltivare e produrre frutti profondi e significativi per il futuro.

Nell’Italia di oggi seguiamo l’apprensione della famiglia Di Pinto legata alla scomparsa di Antonino, un flusso di stupore e impotenza di fronte ad un padre di famiglia che sembra essere svanito nel nulla.

Una prova su tutte, tra quelle cercate da moglie e figlie del protagonista, riporta la narrazione a fine anni 50 quando, lo stesso Antonino, viene lasciato dalla madre nelle mani di una famiglia Pugliese emigrata in tempo lontano a Milano, per gestire un negozio di frutta.

Siamo consapevoli che, rivivendo difficoltà, quotidianità e anni di sacrifici (colorati da tanta tanta ironia), ci porterà a comprendere e risolvere l’enigma presente ma, catturati dall’avvincente trama di Malusa Kasgran, il lettore si lascia trasportare con magnetismo nella vita di tutti giorni di un gruppo di ragazzi, dei primi amori, del lavoro duro e poco redditizio, di un periodo comune alla generazione passata, in una Milano, lontana da casa, dove le luci sono anche scintille promettenti capaci di far sognare sotto strati di sfide quotidiane.

La prima cosa che coinvolge e cattura è la perfetta capacità narrativa dell’autrice, resa brillante sia dalla storia che crea con maestria ma anche e soprattutto dal colore di dialetti diversi, dai personaggi che entrano ed escono dalla storia e dai legami che via via si formano in un susseguirsi di anni milanesi.

Dentro questo romanzo sono perfettamente mescolati difficoltà e divertimento, spassosi scherzi giovanili e sogni futuri, un desiderio di rivincita ma anche di collettività, raccontato con essenzialità e innate capacità narrative.

Ho trovato la storia magnetica, completa e armoniosa, in primis grazie ai personaggi che sembrano voler prendere il lettore a braccetto per scoprire quegli anni così vicini ma decisamente lontani e di cui non ci si stanca mai, mai troppo stanchi per scoprire aneddoti, usi e stili di vita.

Il dialetto pugliese e la Milano bene si fondono perfettamente, dando vita ad una parte centrale dal sapore dolceamaro da cui è difficile staccarsi.

A completare la perfetta sintonia della parte centrale, la storia presente: una storia di apprensione e legami famigliari che porta ad una conclusione di grandissima profondità emotiva.

Non c’è nulla che cambierei in tutto il romanzo, narrazione, stile e trama sono semplicemente perfetti, capisco il grande successo di prevendite di “In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo”, io stessa consiglierò questo romanzo a più persone possibili, primi tra tutti i grandi pilastri della famiglia che, quegli anni, hanno vissuto sulla propria pelle.

Bello, bello, davvero bellissimo!!!


Nata a Milano, in provincia di Bari. Classe 1974. Ha un anno quando i suoi decidono di trasferirsi a Bisceglie, in Puglia. A diciotto torna a Milano per frequentare la scuola di fumetto di via Savona e poi l’Accademia Disney. Dai venti ai trent’anni pubblica un centinaio di sceneggiature di fumetti; infine approda alla narrativa. Da anni collabora con diverse case editrici, magazine e agenzie; pubblica romanzi, racconti e albi che scrive e illustra. Nel 2013 ritorna a vivere in Puglia, e si divide fra Bisceglie e Mattinata. In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo è il suo terzo romanzo.
(https://lestoriedimalusa.com)

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