Recensione “Ogni piccola cosa interrotta” di Silvia Celani – Garzanti

Ogni piccola cosa interrotta

– Silvia Celani –

 «L’amore che ognuno di noi riceve ha la stessa funzione delle stelle per i navigatori. Ci indica la rotta. Rimane in fondo alle nostre tasche, così, ogni volta che lo desideriamo, ogni volta che ne sentiamo la necessità, possiamo accertarci che sia sempre lì affondandovi una mano.»

Formato: Copertina rigida

Genere:  Romanzo
Pagine: 288
Editore: Garzanti


Giudizio Sintetico


Il kintsugi è una tecnica orientale che cerca, attraverso la ricostruzione degli oggetti, di valorizzare quella forza necessaria a ricostruire, a ripartire dalla frantumazione di ciò che credevamo indistruttibile.

Attraverso colla e polvere d’oro, ogni crepa, ogni divisione, diventa valore aggiunto, segno indelebile ma profondamente unico, traccia incancellabile ma prova dell’impegno e della fatica utile a ricostruire tutto.

Questa tecnica è l’esempio migliore che si possa riflettere sugli stati di ansia che, troppo spesso, ci colgono impreparati e colpiscono proprio noi che, in qualche modo, pensavamo di essere fatti di ferro.

Vedere noi stessi andare improvvisamente in frantumi è qualcosa di destabilizzante, lasciato il tempo alla rabbia bisogna avere il coraggio di ripartire, ricostruire quei pezzettini minuscoli che abbiamo sempre con noi ma che, molto probabilmente, una volta uniti non saranno più gli stessi , ma prenderanno una forma nuova, frutto di un lavoro dal valore inestimabile. La storia di Vittoria è un esempio di come, tutte le cose interrotte, possano essere aggiustate con pazienza, forza e perseveranza.

Sono le nostre imperfezioni a renderci più forti. Sono loro a tracciare la strada delle nostre cose interrotte.

Mi chiamo Vittoria e la mia vita è perfetta.
Ho una grande casa e tanti amici. Non mi interessa se mia madre si comporta come se io non esistessi. Se mio padre è morto quando ero piccola. Se non ricordo nulla della mia infanzia. Se, anche circondata da persone e parole, sono in realtà sola.
Io indosso ogni giorno la mia maschera, Vittoria la brava figlia, la brava amica, la brava studentessa. Io non dico mai di no a nessuno. Per me va benissimo così.
È questo senso di apnea l’unica cosa che mi infastidisce. Quando mi succede, quello che ho intorno diventa come estraneo, sconosciuto. Ma è solo una fase. Niente potrebbe andare storto nel mio mondo così impeccabile.
Ero convinta che fosse davvero tutto così perfetto. Fino al giorno in cui ho ritrovato i pezzi di un vecchio carillon di ceramica. Non so cosa sia. Non so da dove provenga. Non so perché mi faccia sentire un po’ spezzata e interrotta, come lui. Ma so che, da quando ho provato a riassemblarlo, sono affiorati ricordi di me bambina. Della voce di mio padre che mi rassicura mentre mi canta una ninnananna. Momenti che avevo sepolto nel cuore perché, come quel vecchio carillon, all’improvviso si erano spezzati per sempre.
Eppure ora ho capito che è l’imperfezione a rendere felici. Perché le cose rotte si possono aggiustare e diventare ancora più preziose.

Vittoria, la protagonista di questa storia, è soprattutto il direttore d’orchestra di una sinfonia; non ci sono colpi di fortuna, fate madrine o forzature letterarie, questa storia assume tutte le sfumature della forza personale di una ragazza trovatasi a fare i conti con la propria storia crollare sotto i piedi, un crescendo di instabilità che, probabilmente in modo prevedibile, ad un certo punto non è più stato possibile controllare.

Frutto di una  società dove il rotto, danneggiato o inutilizzato si butta, Silvia Celani ci propone un inno alla ricostruzione, un percorso dove l’imperfezione viene valorizzata e dove, senza vergogna ma con un coraggio che risiede dentro di noi, riusciamo a metabolizzare, assorbire, incanalare e trasformare il dolore in energia nuova, carburante rinforzato capace di riordinare tutto ciò che il passato ha compromesso.

Vittoria ci racconta la storia di un padre che non ricorda più, di una madre che ha cancellato ogni ricordo ad egli legato e la superficialità di amicizie altolocate ma prive di sostanza.

Un filo spezzato tempo prima che viene ricucito con grande attenzione e con un percorso lungo, difficile ma totalmente necessario.

Con una narrazione elegante, profonda e densa di significato, Silvia Celani alterna al racconto le sedute di psicoterapia, pensiero e confronto che danzano uniti in un viaggio di ricerca interiore.

Un incontro inaspettato e una grandissima forza interiore, portano Vittoria a vedere la luce in fondo al tunnel, a riordinare la propria vita per poter ricominciare da zero.

L’amore, linfa vitale che in ogni forma condiziona la vita, sarà il protagonista silenzioso di storie che si fondono, di sofferenze taciute e di una voglia irrefrenabile e contagiosa di ricostruire qualcosa creduto disperso.


Silvia Celani è nata a Roma, ma da sempre vive in provincia, in una casa immersa nel verde, dove ama invitare gli amici per pranzi e cene che, di solito, si prolungano all’infinito. Adora i libri, il mare e le facce impiastricciate di Nutella dei suoi bambini a colazione. È sicura che Walt Disney avesse ragione: «Se puoi sognarlo, puoi farlo».


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