Recensione “L’affair Moreau” di Glauco Marino

L’affair Moreau

–  Glauco Marino 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 263


Giudizio Sintetico


Nella piccola città di Dardale, in California, si consuma la storia di Jared, uomo intellettuale e sensibile, che abbraccia la causa di alcuni fraterni amici, Trevor e Jean-Pierre, e si getta in un’avventura che lo porterà indietro nel tempo. Sarà in quel momento che incontrerà Chloe, problematica e adolescente figlia di Jean-Pierre, con la quale costruirà un legame struggente e travagliato, il cui epilogo lo condurrà in una spirale autodistruttiva caratterizzata da dissolutezza ed eccessi.
Per ritrovare la pace perduta, Jared sarà costretto a partire, in luoghi caratteristici ed esotici, capaci di far assistere a un viaggio all’interno delle pieghe dell’animo umano, dove amore ed amicizia si confondono generando tragiche conseguenze.

Nella soleggiata California, nella cittadina di Dardale, entriamo nella vita di Jared, uomo che unisce un’anima colta a vizi decisamente estremi divisi tra sesso e droghe, una vita che mantiene precario l’equilibrio tra lecito e illecito.

Ripensando agli amici Trevor e Jean-Pierre, Jared rivive il legame con il Flat Track, luogo di bevute e incontri, in particolare  il rapporto con  Chloe, problematica adolescente figlia di Jean-Pierre, con la quale ha costruito un legame stretto e insolito, che sta causando, al presente, non pochi problemi tanto da mettere in pericolo l’uomo a causa di quello che sentiremo chiamare “L’affaire Moreau”.

Un’escalation di flashback tra passato e presente, che analizzano un rapporto giudicato morboso e ignobile da una madre psicopatica, porterà a conseguenze neanche lontanamente immaginabili, in un escalation di fatti che ha a tratti del grottesco ma dove emerge e vince il lato violento e marcio dell’animo umano.

Questo è un romanzo decisamente impegnativo, dalle tinte scure e ombrose, fatto di eccessi, menti malate o comunque legate a comportamenti estremi, non sani.

Non c’è un personaggio equilibrato, tutta la storia è legata ad elementi instabili di persone instabili che agiscono in maniere talmente eccessive e prive di raziocinio da risultare a tratti grottesche, lo stesso affaire Moreau è frutto di una paranoia insensata che porterà ad un epilogo ingiustificato.

Un romanzo con qualche refuso, abbastanza sboccato, dove gli eccessi sono la norma e i rapporti veri l’unico vero motore in grado di creare pericoli.

Ho apprezzato l’idea di fondo di creare dalla norma la fonte di pericolo, infatti in un mondo di menti malate, l’unico rapporto umano sano finisce per creare un “affaire”, tanto da portare il protagonista a riflettere sul passato per comprendere quale comportamento possa essere stato travisato per scatenare simili conseguenze.

Trovo anche adatte tinte e linguaggio ma non ho sinceramente afferrato l’intero senso della storia, non mi ha entusiasmata per quanto si legga abbastanza speditamente  (anche se avrei preferito trovare una netta distinzione tra narrazione presente e passata), probabilmente non è il mio genere, troppo estremo e sboccato, però ho capito il senso di fondo della storia e questo mi porta a dare un giudizio che tenga conto della valenza del nucleo attorno al quale si sviluppa il tutto, senza però nascondere quanto il tono e gli accadimenti non siano entrati in sintonia con il mio gusto di lettura.

Ritengo sia un libro adatto a chi ama le storie forti, estreme, dalle tinte scure che mettano in risalto quelle parentesi di comunità dove eccessi e mancanza di senso civico e moralità rappresentino il punto focale che permette loro di estraniarsi dalla realtà creando problematiche apparentemente senza senso.


Glauco Marino è nato a Roma nel 1977.

È giornalista dal 2009 e ha collaborato con svariate testate nazionali occupandosi prevalentemente di arte e cultura. Lavora come creativo nel campo della pubblicità da oltre quindici anni. Vive in Sicilia, nella sua casa in campagna.

L’affaire Moureau, pubblicato da Santelli editore nel 2019, è il suo romanzo d’esordio.


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