Recensione “A sangue freddo” di Truman Capote – Garzanti

A sangue freddo

–  Truman Capote 

 

 

Formato: Copertina rigida

Genere:  Romanzo 
Pagine: 416
Editore: Garzanti


Giudizio Sintetico


Il 15 novembre 1959, a Holcomb, in Kansas i membri della famiglia Clutter vennero brutalmente assassinati.
Il giorno dopo lo scrittore Truman Capote (autore di Colazione da Tiffany) lesse un trafiletto di cronaca nera sul New York Times che raccontava sommariamente del quadruplice omicidio. Decise, quindi, di recarsi sul posto per raccontare l’efferato delitto iniziando dall’albo re delle indagini alla cattura dei colpevoli.
Sei anni dopo i fatti, vide la luce questo romanzo che, in modo crudo, espone i fatti delittuosi senza coinvolgimento di tipo emotivo, partendo dalla quotidianità della famiglia Clutter, passando alla descrizione nei minimi dettagli dell’omicidio, fino a giungere al movente e alla premeditazione dei due assassini.
Il titolo racconta in tutta chiarezza la modalità distaccata degli avvenimenti delittuosi ma anche la vita dei protagonisti, le indagini della polizia e il fallimento del sogno americano della fine degli anni ‘50 nelle province rurali.  Capote era così ossessionato da questo caso è dai colpevoli (che furono condannati a morte) tanto da intervistarli numerose volte e, si vocifera, intessendo una liaison con uno dei due assassini.
A sangue freddo, ancor oggi, è uno dei romanzi criminali più venduti al mondo per l’accuratezza delle sue descrizioni e il coinvolgimento che offre al lettore. Non bisogna però illudersi che sia una lettura facile, in questo libro si intrecciano personaggi, situazioni e dettagli uniti a una prosa colta e complessa.

Truman Capote è una delle voci più originali della letteratura americana del Novecento. Nasce a New Orleans nel 1924. A diciotto anni inizia a lavorare come fattorino presso la rivista «The New Yorker», suo primo – e ultimo – lavoro regolare. Muore a Los Angeles nel 1984. Ha scritto racconti, romanzi, reportage, memoir, articoli.


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