Recensione “I Demoni di Urbino. La moglie del Capitano” di Pasquale Rimoli

I demoni di Urbino. La moglie del capitano

–  Pasquale Rimoli 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo noir
Pagine: 275


Giudizio Sintetico


Chi era il capitano Matteo Sesti prima delle vicende narrate ne La figlia del maresciallo?

Ma soprattutto chi è Sara? Sua moglie, la sua amata compagna…

Questo secondo capitolo – che in realtà è un prequel – parla di lei, ma non solo.

All’interno di un losco scenario, che coinvolge la città di Urbino, i demoni tracciano in questo nuovo libro le basi della loro genesi, che coinvolgerà Sara, Matteo, i loro amici e le torbide relazioni di un misterioso club privé della città.

Dopo aver letto e recensito “La figlia del maresciallo” eccomi pronta a raccontarvi il secondo romanzo di Pasquale Rimoli con protagonista il Capitano, Matteo Sesti.
“I demoni di Urbino. La moglie del capitano” è in realtà un prequel rispetto agli eventi del romanzo già letto e, per quanto avessi già apprezzato la scrittura e i protagonisti, questa seconda storia ambientata nel l’importante centro rinascimentale mi ha totalmente conquistata.
Il Capitano Sesti vive il matrimonio e la vita lavorativa con molta attenzione ed equilibrio, capace di dosare serietà ma anche grande tatto.
Quando un’amica della moglie chiede ospitalità dopo una discussione con il marito, il Capitano Sesti non può immaginare che quello sarà l’inizio di una lenta e inesorabile discesa verso il buio abisso della propria vita, baratro che abbiamo superato  ne “La figlia del Maresciallo” ma che qui deve ancora palesarsi in tutta la sua crudeltà.
Perché la vita privata del Capitano e di sua moglie viene messa in difficoltà da un brutale duplice omicidio che porterà la coppia a dover fare i conti con il lato nascosto della città, fatto di incontri, perversioni e piaceri che paiono sopiti anche nell’animo dei nostri ignari protagonisti.
Vita personale e lavorativa che si intrecciano in una ricerca ai colpevoli ma anche in un pericoloso gioco di attrazioni che possono divenire fatali!
Pasquale Rimoli è stato magistrale nell’unire da un sottile filo fatto di personalità e presenze i due romanzi, ritroviamo Giulia e la sua famiglia, la barista Elisa e i Carabinieri della Garibaldi, riuscendo a suscitare forte curiosità nei confronti di un terzo volume che, a questo punto, attendo con ansia!
I personaggi sono perfettamente caratterizzati e, soprattutto il Capitano, riesce a conquistare il lettore per l’animo buono e la grande sensibilità oltre che per i dilemmi interiori che, per tutti i protagonisti di questo romanzo, hanno ampio spazio ed analisi e percorrono parallelamente la trama ampliandola e dandole anche una maggior impronta introspettiva.
Proprio i pensieri, i dilemmi, le perversioni e il piacere fanno la differenza in questo romanzo, protagonisti e chiavi di volta per smascherare la vera indole di tutte le personalità che ci troviamo ad incontrare e dove, amore e passione, vivono una pericolosa convivenza pronta ad esplodere come una bomba ad orologeria.
Non solo delitti insomma, ma anche profondi interrogativi sul confine tra ciò che è amore e tutto ciò che varca una soglia di piacere e perversione accettabile, un’indole nascosta che nasce dalle persone maggiormente insospettabili.
La conclusione di questo romanzo sarà la chiave per aprirne un terzo, capace di far luce su avvenimenti di cui siamo consapevoli ma dei quali non conosciamo dinamiche e dettagli.
Insomma, ottime le premesse confermate da un libro che ho semplicemente divorato, e grande attesa per il prossimo appuntamento con Il capitano Sesti e I demoni di Urbino.

PASQUALE RIMOLI, nato a Policoro, è un filologo classico. Si occupa di accoglienza e integrazione degli immigrati tra Matera e Scanzano Jonico (dove vive) ed è da sempre amante della lettura e della scrittura.

Con il suo primo romanzo, I demoni di Urbino – La figlia del maresciallo, ha coronato, nel 2017, il sogno di pubblicare un giallo.

Ora pubblica il secondo capitolo della saga. È ideatore del blog Se le poesie potessero parlare.


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