Recensione “Il prete nuovo” di Tina Caramanico

Il prete nuovo

–  Tina Caramanico 

«Padre Thibault aveva l’abitudine di guardare fisso negli occhi ciascuno di noi, mentre predicava. Nessuno si salvava dai suoi occhi neri e penetranti, lucidi di sacro entusiasmo, un poco folli.»

 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo breve
Pagine: 77

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Giudizio Sintetico


Misterioso, inquietante e dotato di un fascino magnetico, padre Thibault – il prete nuovo – irrompe in un piccolo paese italiano degli anni ’60, sconvolgendone il quieto e abitudinario vivere. Forse è un santo, forse un folle, forse uno stregone, ma le sue parole spingono la gente a rinunciare all’ipocrisia condivisa e a porre dinanzi al tribunale della coscienza, se non addirittura a confessare, i propri segreti più oscuri.

Si fanno spettatrici e complici di questa rivoluzione Brigida, esperta in pettegolezzi, e la dodicenne Bianca: saranno loro, in una intrigante complicità tra nonna e nipote, a dipanare i tanti garbugli, a ricostruire i non detti, ad anticipare le verità poi rivelate. E quasi sempre guardando dalla finestra, come nel capolavoro di Hitchcock.

Un piccolo gioiello di narrativa che offre un combattuto e insieme delizioso stralcio della vita com’era, e nel contempo della vita com’è ancor oggi.

 

A Mongenesio l’arrivo del prete nuovo sconvolge la comunità.
Sì, perché se prima i cittadini serbavano segreti inconfessabili, ora tutti sentono l’esigenza di confessare e scusarsi.
Padre Thibault ha smosso gli animi? Come ci è riuscito?
Tra passeggiate e chiacchiere al bar la giovane Bianca e la nonna Brigida ci porteranno a scoprire da vicino questa piccola rivoluzione delle coscienze nel piccolo borgo in cui abitano.

“Il prete nuovo” è un romanzo breve, colorato e vivace.
La storia è caratterizzata da una narrazione veloce ma intrigante che punta i riflettori su una piccola comunità e sul comportamento strano degli abitanti di Mongenesio.
Segreti, sparizioni e tradimenti vengono alla luce tutto insieme e stranamente sempre in presenza del nuovo prete della comunità, padre Thibault.

Le protagoniste che ci conducono tra sussurri e curiosi indizi sono un’anziana donna e la giovane nipote, due personalità diverse ma perfettamente coese nel seguire e interpretare ciò che sta scombussolando la vita cittadina.
Per quanto sia breve, Il prete nuovo è una lettura piacevole, brillante e vivace che mantiene per tutta la durata un’aura di mistero ed enigmaticità.

Ho apprezzato i toni, la narrazione, le protagoniste e la capacità dell’autrice di coinvolgere, come in un’amabile racconto al passato, l’attenzione e la curiosità del lettore.
Un ricordo d’infanzia narrato da una donna adulta che riesce a lasciarci impresse le sensazioni di inspiegabilità legate all’arrivo di questo prete che tanto sconvolse la comunità con apparente facilità.


Tina Caramanico

Nata a Taranto nel 1962, ha vagabondato moltissimo per terra e per mare. Dal nomadismo ha imparato ad apprezzare quello che miracolosamente c’è, e a sognare come si deve ciò che manca. Attualmente insegna nella scuola secondaria superiore. È sposata, ha due figlie, semina parole e pianta alberi appena può. Ha pubblicato alcune raccolte di poesie (Guida a Milano invisibile, Nulla Die, 2011; I poeti non servono a niente, Ottolibri, 2015; Stanze, 2018), diverse antologie di racconti (Oltre l’incerto limite, Runa, 2013; Piccole storie oscure, 2013; Le cose come stanno e altri racconti, 2016), un racconto lungo (In memoria, Nero Press, 2015) e un romanzo (Un cattivo esempio, Kobo, 2017) vincitore del premio “Romanzi in cerca d’autore”, 2017.


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