Recensione Il sole dietro le nuvole di Riccardo Ortes

Il sole dietro le nuvole

–  Riccardo Ortes 

Solo se hai sconfitto la paura della solitudine sarai capace di amare.

Solo se ami la solitudine, ogni momento vissuto con l’altro diventa una scelta d’amore.

Osho

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 239
Editore: Albatros


Giudizio Sintetico


“Il sole dietro le nuvole” è la storia di un matrimonio che, come tanti altri, sembra spegnersi sotto i colpi della routine. In realtà, Lorenzo e Cristina sono legati da un profondo amore a cui il destino, inspiegabilmente, ha deciso di porre fine. Solo con una tenace forza di volontà, i due protagonisti riusciranno a far fronte alle diverse difficoltà che qualcuno o qualcosa sembra mettere loro innanzi per dividerli.

Riccardo Ortes ci conduce all’interno dell’amore consumato, quello che vive di inerzia e usurato dalle cose non dette, accettate e mai risolte che portano due coniugi a dimenticare l’innamoramento e a vivere la quotidianità quasi con astio, come un armistizio con la vita che rischia però di cicatrizzare la felicità personale e di coppia.

Lorenzo e Cristina vivono un legame forte, compatto e solido, messo a dura prova da loro stessi e dal lavoro, dalle amicizie e da sospetti che prendono forma e piede l’uno dei confronti dell’altra, dalla quotidianità che diventa routine e che spesso ci induce a essere insoddisfatti non solo di noi stessi ma anche di chi ci ama.

Lorenzo lo spiega subito, già nel capitolo primo, attraverso l’immagine evocativa di un ponte che vede quotidianamente sulla strada verso il lavoro, immobile e diviso a metà, “fallimento della comunicazione”, lo sgretolarsi della parte superiore di un qualcosa che invece mantiene salde le fondamenta, come quegli amori che si allontanano ma che, sotto sotto, mantengono salde le radici della propria storia.

L’autore ci conduce all’interno del racconto di questa coppia, alternando le narrazioni tra Lorenzo e Cristina, e ci permette di conoscere le diverse sfumature del pensiero, le erronee sensazioni che provocano le cose non dette e l’influenza sbagliata che può avere una persona negativa che invece crediamo importante.

Quello che può sembrare un racconto di rassegnazione, decadimento e astio, diventerà presto invece motivo di rinascita e determinazione per comprendere quanto spesso siano le condizioni esterne a togliere ossigeno alla fiamma mai sopita dell’amore, quel sentimento che va curato, protetto ma anche nutrito ogni giorno e che spesso diamo invece per scontato.

L’analisi e il racconto che Riccardo Ortes affida a queste pagine è chiaro, completo e scorrevole, un insieme di parole che genera riflessioni e interrogativi permettendoci di apprezzare la stessa storia da molteplici punti di vista, il tutto narrato con una scrittura sciolta e chiara.


Riccardo Ortes nasce a Motta di Livenza, il 7 settembre 1976, e passa la sua infanzia e adolescenza nel veneziano. Dopo il servizio di leva, si trasferisce all’estero, in Inghilterra, dove vive per circa un anno. Rientrato in Italia, lavora nell’ambito immobiliare e, infine, approda in banca senza mai trascurare in tutti questi anni la sua passione per la scrittura. È un grande appassionato di musica, che è sempre stata una costante forma di ispirazione nella stesura dei suoi racconti, una sorta di colonna sonora sulla quale creare storie che possano emozionare il lettore e anche nelle quali il lettore possa immedesimarsi. Sposato con Agnese e padre di Giulia, nata nel 2015, annovera nella sua famiglia anche Arturo, un gatto rosso nato con una malformazione ad una zampa che lo rende unico e speciale.


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