Recensione La fidanzata d’America di Giusy Cafari Panico

La fidanzata d’America

–  Giusy Cafari Panico 

Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo.
(Marcel Proust)

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine:  136
Editore: Castelvecchi


Giudizio Sintetico


Abruzzo, 1920. In un affresco di un’Italia sofferente, sull’orlo del fascismo, tra miseria, sogni e ideali, il ritorno in paese di un giovane prete che, per una ferita di guerra, ha dovuto abbandonare la sua folgorante carriera e il ruolo privilegiato di confessore della Regina, cambia per sempre il desti no della sorella, promessa sposa a un giovane emigrante. Ada si prepara a raggiungere il suo innamorato a Filadelfia, ma quando lui è finalmente in grado di spedirle i soldi per il viaggio, nasce il dilemma. La famiglia osteggia l’unione, gli interrogati vi senza risposte sono troppi. In più il promesso sposo è imparentato con una famiglia di briganti e in America è iscritto ai sindacati e lotta per i diritti dei lavoratori. Ad Ada si prospetta una nuova possibilità. Parti re o restare?

Ada è una ragazza abruzzese che vive con il padre, la matrigna e due piccoli fratellastri.
Il ritorno del fratello Nicola, confessore della Regina e padre timorato di Dio, riempie la casa con tutti i timori, i desideri e le voci degli abitanti.
Tra tutte però emerge quella della giovane che, promessa sposa di un ragazzo partito per l’America in cerca di un futuro migliore, è in attesa anch’essa di partire e coronare il suo sogno.
Questo romanzo, che si radica nell’Abruzzo degli anni ‘20 del Novecento, è una storia d’amore, di attese, di sogni ma anche di voci, giudizi e collettività, con un epilogo che darà da pensare…
La storia di Ada è la storia di tante ragazze italiane dei primi del 900, ferite dalla guerra, relegate ai lavori domestici con una grande voglia di sognare ed evadere.
Il piccolo borgo in cui Ada cresce, vive e sogna; è un affresco perfetto di una piccola comunità abruzzese dove ogni uomo ha un suo ruolo ben definito, un suo pensiero e la possibilità di giudicare chiunque.
La comunità, che viene descritta in modo completo e variegato così da dare ampio spazio alla coralità dei pensieri radicati in quel tempo, diventa, assieme al chiacchiericcio delle donne, la prigione di una ragazza che deve subire sola e senza il fidanzato, le voci malevole di chi non crede al sogno americano e a quel ragazzo di discutibile famiglia che ha promesso una vita nuova alla giovane.
La storia di Ada viene narrata da Giusy Cafari Panico in modo perfetto, ben scritta e scandita, dando importanza a ogni personaggio: dal fratello Nicola, unica ancora che tiene legata Ada al paese, al padre, la matrigna, i fratellini ma anche le zie, e tutti gli altri.
Una storia ricca di significati, di vita e aspettative in cui il lettore rimane appeso all’incertezza di usa scelta che sa di futuro e che sicuramente avrà accumunato tante storie reali dell’Italia dell’epoca.
Un libro delicato, che assume quasi le sembianze di una commedia italiana dell’epoca, fatta di emozioni, incertezze ma soprattutto coraggio e attese.
Una storia davvero brillante in un contesto storico che è casa nostra, voci avanguardiste che stridono con i pensieri morali, un romanzo completo e avvincente racchiuso in poco più di cento pagine!

Giusy Cafari Panico
Laureata in Scienze Politiche a indirizzo internazionale, dirige il Comitato Scientifico del Piccolo Museo della Poesia di Piacenza. Poetessa e drammaturga di pièces teatrali rappresentate anche all’estero, collabora come sceneggiatrice con una casa di produzione cinematografi ca di Roma ed è autrice di racconti premiati e presenti in varie antologie. Scrive per «Alberoni Magazine».

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