Recensione La Piccola Parigi di Massimiliano Alberti

La Piccola Parigi

–  Massimiliano Alberti 

“Questa ‘Piccola Parigi’ mi fa sognare… è una vera favola!
C’era una volta… in una bella città italiana che si chiama Trieste, con i suoi bei monumenti e la sua notorietà mondiale, un piccolissimo quartiere nascosto, che è scampato alla distruzione e nel quale ci si crederebbe essere nel diciannovesimo secolo. Delle piccolissime case affacciate su viuzze strette piene di gatti, di panni stesi alle finestre; un piccolo paradiso da cartoni animati risparmiato dalla follia delle grandezze degli uomini.
Non state sognando, esiste realmente…!”
(Brigitte Bardot)

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo 
Pagine:  206
Editore: Infinito Edizioni


Giudizio Sintetico


Un omaggio a una delle tante perle che, nel corso della storia, la regina della Senna ha “nascosto” nei sobborghi di molte metropoli europee. Vicoli stretti, costruzioni basse e rustiche. Proprio come a Montmartre, nel grembo della bella e unica Trieste tante piccole case sorgono accatastate una vicina all’altra, in un’area che ricorda lo spirito Bohémien ma senza le notti del Moulin Rouge o de Le Chat Noir. Niente Cancan. Storie di sola gente e di gente sola, in questo luogo. Talvolta di andate e di ritorni. Di calzini appesi accanto al fuoco e di corti umide. Storia d’amore e d’amicizia. Di Lorenzo e di Marie Jeanne. Del matto Willy Boy e dei suoi “pen pen” urlati al cielo. Di Tullio e di Christian. Di gatto Benny e gatta Maria. Della Dea Incantatrice e Assassina: la Brown Sugar. Storia di mamma Rosalia. Di una carta da gioco appiccicata su di un muro in una viuzza nascosta. E di un rione ormai dimenticato fra nuovi e sovrastanti palazzi.

Benvenuti nella Piccola Parigi.

Girovagando a Trieste attorno a via Giulia ci si può trovare in borgo Fedrigovez, un luogo  cristallizzato nel tempo che trasuda storia e parla la lingua del silenzio.
Forse potreste sentire qualche miagolio, ed è qui che in un passato non troppo lontano inizia la storia di Lorenzo che in queste vie è nato e cresciuto con gli amici del cuore Tullio e Christian.
È qui che ha incontrato la prima ragazza capace di fargli battere il cuore, ed è in una vecchia casa con una bilancia appartenuta alla nonna che ha sempre trovato il calore di una madre che l’ha cresciuto sola.
La piccola Parigi, zona del borgo e titolo del nuovo romanzo di Massimiliano Alberti, è un romanzo che segue, diviso in tre parti, la vita di Lorenzo e dei suoi amici, della madre e di Marie Jeanne, la sua prima cotta.
È una storia che parla d’amore per i luoghi, per la loro origine e che ci conduce all’interno di antiche trame e strani ritrovamenti che sanno di leggenda e che grande importanza avranno nel corso del tempo.
Quella che inizialmente sembra una fiaba giovanile si trasforma presto in vita vera, in crescita e prime delusioni, in strade diverse che vengono intraprese e di grandi dolori che si sommano lasciandosi influenzare da ciò che circonda l’immobilità del luogo in cui si svolgono i fatti.
Lorenzo è un ragazzo dal cuore genuino e buono, sincero nei rapporti che vive un passo alla volta, quasi in punta di piedi conducendoci, a tratti passivamente, a conoscere il destino dei suoi amici, di chi lo lascia e di chi se ne va.
Il legame del ragazzo con La Piccola Parigi sarà la pietra miliare su cui costruire il futuro e dove tornare sempre per respirare quella bellezza che solo i ricordi e l’affetto profondo di una madre sanno infondere, portando ad un epilogo che, dopo tante sofferenze, è una boccata d’ossigeno.
Il nuovo romanzo di Massimiliano Alberti è una storia graffiante, dolorosa ma veramente bellissima, che cambia ritmo e intensità pagina dopo pagina, portando la narrazione a toccare diversi argomenti introspettivi con personaggi che prendono strade separate, non sempre positive.
Il fattore tempo è accompagnato dalla costante dei gatti che sembrano osservare la vita di Lorenzo fino quasi a condizionarne il futuro, un pezzo di casa che lo segue ovunque.
Potrebbe sembrare una storia di vita come tante, ma quella di Lorenzo ha il fascino dello sfondo e di questo luogo cristallizzato che mi ha affascinata e incuriosita.
L’autore ha compiuto una grande crescita narrativa che, in due terzi del romanzo, appare come un lento racconto saturo di emozioni e situazioni contrastanti a cui il protagonista assiste suo malgrado.
Mi ha colpito molto la terza parte, con la bellezza dei sentimenti leali e che restano e lo scatto di Lorenzo che prende le redini della sua vita senza mai perdere di vista le origini che anzi, lo seguono ovunque rendendolo l’uomo che lasciamo a malincuore alla fine del libro.
Un romanzo che scatena nel lettore tantissime emozioni, una storia che evolve e dove tra le nubi si scorge sempre un raggio di sole, dal messaggio chiaro e profondo, un racconto raffinato, come la sua copertina, che sa far male ma anche coccolare, una trama mai scontata scritta da un indubbio talento che, nella Piccola Parigi, ha messo tutto se stesso, e si vede.

Massimiliano Alberti nasce a Trieste nel 1979, in quel cantuccio di terra cosmopolita che ha fatto da arena a molti scrittori. Assunto presso un’importante azienda del mondo del caffè, è proprio il lavoro a portarlo a coltivare la passione per i libri e la scrittura. Nipote dello scultore Tristano Alberti, cresce fra i bozzetti, i quadri e le statue del nonno. L’influenza artistica lo incoraggia a scrivere e così nasce il suo romanzo d’esordio, L’invitato (Infinito edizioni, 2018).
Per informazioni e contatti: www.massimilianoalberti.com
Facebook: Massimiliano Alberti


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