Recensione di “Fiabe Islandesi” di Iperborea


Fiabe Islandesi

Formato: Brossura
Genere: Fiabe
Editore: Iperborea          
Pagine: 209


Giudizio sintetico









Terra di miti e leggende che sembrano riecheggiare ancora nei suoi paesaggi lunari, l’Islanda ha dato voce alla sua creatività anche in un originale patrimonio di fiabe, qui raccolte in un’antologia inedita. Un mondo di castelli stregati, lotte in sella ai draghi e viaggi per mare con le barche di pietra dei troll, popolato da bellissime regine che si rivelano orchesse, elfi dispettosi che è bene farsi amici, giganti a tre teste che escono dalle grotte di lava, e una natura «vivente» piena di misteri, dove ogni roccia, animale o corso d’acqua può nascondere un’insidia o una presenza fatata. Storie che raccontano l’eterna lotta tra il bene e il male a colpi di magie, metamorfosi e prove di astuzia e di coraggio, ma anche l’origine di un proverbio o di un’antica credenza che fonde il sacro e il pagano, come quella degli elfi, i «figli sporchi» che Eva non è riuscita a lavare prima di una visita di Dio e che da allora dimorano negli anfratti rifuggendo ogni sguardo umano. Storie in cui i motivi di Biancaneve o della Bella addormentata hanno risvolti per noi inaspettati, e se la giustizia trionfa sempre come vuole la tradizione, punendo i malvagi e dando felicità e ricchezza ai probi, ogni fiaba ci sorprende con uno humour irriverente, un’inedita sensualità o una crudezza che ricorda le saghe. Pagina dopo pagina ci avviciniamo all’anima di un popolo che nelle solitudini boreali ha sempre viaggiato con la parola, l’immaginazione, la poesia.


Recensione:
Abbiamo provato, in un precedente post, a raccontarvi i particolari della casa editrice Iperborea che regala scritti e romanzi che ci avvicinano sempre più a quelle terre nordiche che ci affascinano molto.
Dopo i primi due libri, rispettivamente di fiabe Lapponi e Danesi, Iperborea regala questo piccolo capolavoro di Fiabe Islandesi, curatissimo anche nella copertina, che è indubbiamente una delizia per gli occhi.

Questo paese, lontano e unico, ha una lunga tradizione di racconti legati a fiabe, miti e leggende, in genere tramandati oralmente di generazione in generazione.
Iperborea ha selezionato una serie di racconti preferendo attingere dalle primissime trascrizioni, per non perdere descrizioni, caratterizzazioni e dettagli originali e preservare il più possibile la storia e il messaggio legato ad essa.

Le fiabe, frutto di fantasie dei popoli e divertimento per le orecchie dell’intrattenuto, sono libere dal tempo e dallo spazio, l’unica nota temporale è il “C’era una volta…” .
La struttura fiabesca è, in genere, tripartita e racconta di un’Islanda magica, dove gli abitanti del “mondo nascosto” convivono e si scontrano con i poveri contadini e i componenti della famiglia reale (spesso indicati così ma che probabilmente fanno riferimento ai “signori delle terre”).
Il paesaggio Islandese, così unico e carico di dettagli fiabeschi, diventa il primo protagonista, un quadro di mari, fiumi, grotte che dipinge e rende ben presente quel legame con la terra che non manca mai di essere marcato.
Il risultato, è una raccolta di racconti che portano su un’altra dimensione, dove si ha la sensazione, possano coesistere miti e leggende con il presente, che possano essere realmente accadute le gesta narrate in quel paese lontano, dove tutto sembra lontano ma magico e possibile.

L’inizio di questi racconti, prende vita con la narrazione della storia della nascita degli elfi, definiti i “figli sporchi di Eva”, non lavati prima della visita di Dio, condannati a vivere al riparo dagli sguardi come “popolo nascosto”.
Dal mondo nascosto, nascono una serie di racconti, che vedono protagonisti personaggi sempre diversi ma uniti da coraggio, astuzia e da quei nomi che si imparano a conoscere nell’evolvere del libro.
Nomi che per noi possono essere impronunciabili, ma che tracciano quei confini geografici che, insieme alle descrizioni di grotte di lava, scogli magici e villaggi, definiscono un’ambientazione lunare dove tutto accade e dove tutto si risolve nel migliore dei modi, dove il lieto fine è assicurato anche se, a volte, tinto di un’aura macabra ma affascinante.
La lettura di questo libro procede sempre con grande curiosità e una fiaba tira l’altra.

Nel villaggio, che spesso troviamo all’inizio della fiaba, vivono poveri contadini che sono, nella maggior parte dei casi, vittime del vicino re, protagonisti allo stesso modo di storie, che nel finale vedono i ruoli capovolti e promozioni sociali inaspettate.
In altri racconti, il contadino è minacciato da troll che chiedono in sposa una delle figlie (in genere tre, e spesso i nomi si ripetono), fino a quando, una dopo l’altra è costretto a rinunciare a tutte, ma dove, la più piccola e meno promettente, in alcune di queste fiabe, salva sorte e futuro dell’intera famiglia.
Troviamo trollesse che sposano re e si vendicano gelosamente sui figli del consorte, animali magici, nani, elfi e uova dello spirito, pescatori, pelli bruciate per cancellare le maledizioni e tanto altro, una raccolta preziosa di storie lontane, che spesso ricordano fiabe note come, per esempio, Biancaneve, ma che insegnano dettagli unici di un popolo che ha tanto da raccontare, e dove terra e immaginazione fanno viaggiare lontano.

Una lettura scorrevole e piena di curiosità, di voglia di immaginare luoghi e personaggi che, grazie all’impronta lasciata nella traduzione non omettendo tracce della tradizione orale,può essere totalmente apprezzata e gustata e dove, un linguaggio accessibile a tutti, trasmette il senso profondo del singolo racconto.
Ritengo questo libro un piccolo gioiello, utile a conoscere tradizioni di un paese così lontano ma così vicino, così pieno di magia e personaggi unici, di senso profondo e significato.
Dove può essere la contadina a salvare il principe, dove la sessualità ambigua del protagonista viene trattata con molta tranquillità, dove le buone azioni vengono sempre ripagate e dove la fiducia ha un valore inestimabile.

Un volume curato in ogni dettaglio, con le immagini inserite che danno un tocco ancora più fiabesco alla raccolta, un libro che è una piccola opera d’arte per contenuto, magia e racconti.
Personalmente, la Fiaba di Foa e Foa Codalvento è quella che ho preferito per l’unione di comicità, lieto fine decisamente particolare e per le risate che è riuscita a strapparmi.
Ora non resta che completare la collezione recuperando i primi due…. .

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“Ho divorato due corvi, due topolini, dodici puledri, tredici vitelli, un uomo, un cane, un bastone e cento pecore, ma potrei divorare anche voi!”

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