Segnalazione “Libri da leggere”: “Le ali del bruco” di Antonio Cucciniello

Buongiorno!!!
Come procede Gennaio?
Noi stiamo bene, tremendamente impegnati ma, per quanto le soddisfazioni a cui aspiravamo si stanno piano piano concretizzando, rimaniamo fedeli a quei nuovi autori che primi fra tutti ci hanno dato fiducia.
Vogliamo consigliarvi anche oggi un libro di un autore che abbiamo avuto modo di conoscere su Facebook e che speriamo possa ispirare una delle vostre nuove letture!

Le ali del bruco
di Antonio Cucciniello

“ Le Ali del Bruco “ è un progetto sperimentale promosso dall’ Università La Sapienza di Roma e da docenti e ricercatori di svariate Università: Salerno, Napoli, Foggia, Bologna, Cassino e Latina.

” Le Ali del Bruco ” è un romanzo, nel suo genere, unico e innovativo perché trasforma formule matematiche, applicate all’Economia, in una storia con personaggi intriganti come il Poeta Pezzente, un vecchio matto che vive nelle stazioni, che un giorno ha mandato tutto e tutti al diavolo per formulare una propria teoria del mondo.

E dopo una vita trascorsa tra i numeri ha capito che l’unica soluzione possibile è l’Amore.

L’autore ci ha gentilmente mandato il prologo del libro che pubblichiamo volentieri:

Prologo 

Chiudo gli occhi e poggio la testa sullo schienale, prima di allungare le gambe sulla poltrona di fronte alla mia. Sono seduto nell’ultimo vagone di un treno che, tra meno di un’ora, mi riporterà a casa dopo un’altra giornata vissuta nel caos.
 Sono esausto, la notte dormo solo con una dose di alcool nelle vene.
A rimanere sobrio proprio non ci riesco, nell’oscurità prendono forma le mie paure e, nel silenzio, i pensieri mi martellano il cervello.
Ieri pomeriggio, dopo otto anni di assenza, sono entrato in chiesa, l’ultima volta si celebrava il battesimo di Matteo. Cercavo, nel volto scarno di Cristo, la soluzione ai miei problemi, ma ho trovato solo una grande solitudine. Cerco il punto di rottura che ha mandato in frantumi la mia vita e sogno, un giorno, di rimettere insieme tutti i cocci.
Il treno, tra pochi minuti, lascerà la stazione e il viaggio cancellerà i pensieri che sciamano tra gli alveoli del cranio. Asciugo una lacrima con le dita e il cuore perde un colpo quando sento bussare sul finestrino nascosto dietro la tendina. Scivolo in avanti piegando la schiena e mi avvicino al picchiettio che diventa sempre più insistente. Tiro via il sipario e mi ritrovo davanti un uomo dall’aspetto trasandato.
La barba incolta, i capelli arruffati sotto il berretto da baseball e una sciarpa sfrangiata che, dal collo, scivola sopra un cappotto pieno di toppe. Di sicuro un barbone che vive nei paraggi della stazione, uno sbandato in cerca di qualche spicciolo per comprarsi da bere.
Vai al diavolo, bisbiglio tra le labbra prima di sprofondare di nuovo nella poltrona mentre il vagabondo continua a bussare sul finestrino. Afferro la tendina e, quando mi decido a chiudere il sipario, gli occhi dell’uomo mi bucano il cuore e ribaltano la situazione.
 Lascio perdere il lembo di stoffa e scivolo con le ginocchia sulla moquette. Non posso fare a meno di guardare, i miei occhi sono ipnotizzati dal movimento delle sue dita che sbucano da un guanto da ciclista. L’uomo incolla la punta dell’indice sul finestrino e, con un movimento preciso, traccia una curva che schizza verso l’alto per poi tornare in equilibrio e continuare dritta davanti a sé. Seguo la linea disegnata sul vetro come se indicasse qualcosa di vero e rassicurante, ma poi mi perdo, di nuovo, nei suoi occhi enigmatici.
Il barbone sorride mostrando, con fermezza, tutte quante le sue rughe e riporta il dito sulla parte iniziale della curva. Incollo l’indice sul finestrino e ricalco quella strana figura che, nella mia memoria, si apre un varco e mi riporta, alla mente, uno dei tanti odiati grafici di matematica. Ma questa linea è diversa. Mi dice qualcosa. Il dito scivola sul vetro e, come quando sei in procinto di morire, mi sembra di rivivere, in pochi attimi, le diverse fasi della mia vita.
Ma che diavolo è questa curva? Perché mi attrae? Perché la sento mia? Perché sento che mi proietta in un punto oscuro di un tempo non ancora vissuto? Ma poi la curva si stacca dal vetro e prende forma davanti ai miei occhi quando il tamburo meccanico aziona i motori del treno.
Il vagone si scuote, perdo l’equilibrio finendo, con il fianco sinistro, contro la poltrona e il barbone scompare dalla mia vista. Puntello le mani sul bracciolo e lascio il pavimento prima di appiccicare la faccia sul finestrino. L’uomo del disegno è svanito nel nulla, sulla banchina vedo solo una giovane donna diretta verso l’interno della stazione. Scuoto la testa e mi siedo con lo sguardo perso nel vuoto. Il cuore martella forte e lo stomaco si chiude a doppia mandata.
Sprofondo nella poltrona e chiudo gli occhi desiderando solo una bottiglia di scotch.

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 “‘Le ali del Bruco’ è un romanzo ispirato, tanto nella sua concezione quanto nella narrazione, dall’approccio sistemico vitale, una metodologia di management sviluppata nell’ambito dell’economia d’impresa, ma generalizzabile a qualsiasi contesto “vitale”, quello di un uomo, di una coppia, di una famiglia, così come di un’organizzazione. Frutto di un progetto sperimentale promosso dall’ASvSA -Associazione per la ricerca sui Sistemi Vitali -, ‘Le ali del Bruco’ rappresenta un’innovazione nel suo genere per la sua peculiare natura: l’intreccio narrativo nasce dall’immersione dell’autore nell’approccio evidenziandone la capacità interpretativa in un comune contesto di vita, e stimolando la dimensione emozionale dell’esperienza cognitiva indotta dalla lettura. È la storia di un uomo che ha perso il lavoro e non ne accetta le conseguenze. Depresso e minato nell’autostima, nel suo ossessivo peregrinare incontra un barbone, espressione della povertà estrema ma ricco di una forte interiorità. Il dialogo, considerata la distanza tra il mondo dell’uno e quello dell’altro, si svolge attraverso un metalinguaggio, basato su metafore e simboli propri dell’approccio sistemico vitale. Questo libro può rappresentare una stimolante lettura per quanti amano essere… “vitali”. (Marialuisa Saviano)  Fonte: ibs.it

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Antonio Cucciniello 

Antonio Cucciniello è nato ad Avellino nel 1975. Animato da un fervente spirito di curiosità, ama in modo particolare la psicologia e la musica rock. Attraverso la scrittura, Cucciniello riesce a guardare oltre la materialità, e ad addentrarsi nel proprio universo interiore, che scandaglia nelle pieghe più recondite. Tra i suoi lavori, Un’altra opportunità (2003), Hyria (2005) e Vittime (2008). Per Pendragon ha pubblicato il romanzo Le ali del bruco (2015).

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Speriamo di aver solleticato la vostra curiosità, e se fosse il vostro genere, scoprire un autore e un romanzo nuovo e unico nel suo genere.
A domani!!!!!

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