Recensione Il richiamo del dirupo di Micol Mei

Il richiamo del dirupo

– Micol Mei –

Formato: Copertina flessibile

Genere: Romanzo

Pagine:  125


Giudizio Sintetico



Che cosa accadrebbe se tutto d’un tratto sentiste il bisogno di fuggire da tutti e tutto rintanandovi in un luogo ‘alla fine del mondo’? E se questo luogo si chiamasse ‘Il Pallido Rifugio’ e si trattasse di una casa vittoriana costruita sopra di una scogliera a picco sul nulla? E se il vostro soggiorno fosse condiviso con altri improbabili estranei, tutti motivati dallo stesso desiderio di scomparire sebbene per ragioni totalmente diverse dalle vostre? E se il proprietario di questa bizzarra costruzione risultasse irrintracciabile ma inspiegabilmente vi conoscesse così bene da lasciarvi indizi sulla vostra vita nella vostra stanza?
Queste sono le domande che i quattro ospiti del Pallido Rifugio si pongono, ma non sono che l’inizio di un’esperienza assai particolare, che arriva in profondità a rappresentare i fantasmi che li rincorrono e quelli che non sanno abitargli intorno.

Potrei definire “il richiamo del dirupo” un romanzo atipico privo di schemi e filoni narrativi coerenti perché, al suo interno, analizza più la storia dei singoli protagonisti che la struttura narrativa dell’intera vicenda.

Confrontarsi con questo romanzo significa affrontare una lettura senza porsi domande, unicamente guidati dalla curiosità nei confronti di una storia che riesce a spiazzare e il cui scheletro non risulta così solido.

La trama di questo romanzo appare come un gotico esperimento che richiama atmosfere e tratti di “Dieci Piccoli indiani” senza però omicidi alle porte e macabri segreti; appare invece come una volontaria segregazione di personaggi per risucchiare l’essenza della vita per un fine indecifrabile che viene svelato solamente nelle ultime pagine, lasciando il lettore decisamente sconcertato.

Unire alla trama i diari dei protagonisti e i dettagli di un’indagine che si svolge a ritroso, toglie coinvolgimento ma pone in risalto la parte introspettiva e sentimentale che rappresenta il vero fulcro di queste pagine.Micol Mei ha voluto creare un romanzo che parlasse di persone e anime ancor prima che di colpe, vite e sotterfugi.

Una casa pronta a crollare come le vite dei personaggi che la riempiono, uno spartiacque di vite che si servono di altri uomini per portare a compimento il piano.

Non sempre l’evoluzione di questo romanzo appare chiara e definita, indubbiamente il lettore si trova di fronte a uno schema narrativo insolito che, attraverso piccole scelte vincenti, poesie, playlist, indagini e diari, dona originalità a una storia imprevedibile in ogni sua sfumatura.


Micol Mei (1988), scrittrice, accanita cinefila e traduttrice, vive a Torino. Artista visiva concettuale, scrive, perlopiù in inglese, di cinema, tennis, socio-politica e Asia. Ed è sempre sul prossimo progetto.


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