Recensione “Ad occhi chiusi. Il mio urlo di libertà” di Stella Toppan


Ad occhi chiusi. Il mio urlo di libertà

Stella Toppan



Formato: Brossura
Genere: Racconto
Editore: 13Lab         
Pagine: 140


Giudizio sintetico


La storia:
Stella, un’italiana trasferitasi a New York per inseguire il suo sogno, prende ogni mattina alle 7:35 il treno che la conduce al lavoro.
Ogni giorno, su quel treno, incontra una misteriosa signora che, dopo qualche incontro cordiale, inizia uno scambio di confidenze.
Matilde, questo il suo nome, è una siciliana che vive nel nord Italia in visita a dei cugini nella grande Mela.
Un mattina Matilde confida a Stella di volerle raccontare chi è e la storia della sua vita e il lavoro che ha deciso di fare, la professione più antica del mondo… .
Stella, dopo aver sentito la storia, vorrebbe scriverne un copione ma Matilde si oppone, proponendole però dopo qualche tempo di incontrarsi per una proposta…la scrittura di un libro!
Nascono così queste pagine, una storia drammatica che ripercorre l’intera vita di Matilde, gli amori, le sofferenze e il percorso che l’ha condotta a decidere di intraprendere il lavoro più vecchio del mondo.

Matilde nasce e cresce in Sicilia, affrontando fin da piccola le violenze del padre e perdite familiari drammatiche.
Conosce l’eros e il sesso per caso, in una Sicilia dove anche solo uno sguardo prolungato viene visto come qualcosa di provocante e inopportuno.
A seguito del trasferimento a Milano, deve convivere con la depressione della madre, che le permette di uscire di casa solo per recarsi al lavoro.
Queste limitazioni non le impediscono però di cercare l’amore, la persona giusta con cui intraprendere una storia intensa e alla ricerca del bene più prezioso, dei figli da amare e accudire.
Gli uomini si susseguono uno dopo l’altro con storie intense, di passione, attrazione e sesso, fino all’incontro con un uomo che finalmente le darà dei figli.
Ma, come per le precedenti esperienze, anche il matrimonio fallisce, e le storie saltuarie con uomini diversi per età, carattere e intensità si susseguono senza colmare in una stabilità quotidiana, alimentando una ricerca misteriosa negli uomini che non viene mai colmata.

A seguito di un investimento sbagliato, con un uomo pericoloso, e la grave crisi economica del nostro paese, Matilde, per esigenza più che per scelta, intraprende una strada pericolosa, difficile e difficile da interrompere: si prostituisce.
Una donna matura, un appartamento e diversi viaggi la portano ad incontrare uomini e richieste differenti, instabilità emotive, violenza, perversioni e capire quale indole meschina e perversa si nasconda dietro a uomini all’apparenza perfetti.

Recensione:
Il romanzo di Stella Toppan è intenso, drammatico e carico di riflessioni che vengono lasciate al lettore.
E’ uno di quei libri che, alla conclusione, restano incollati per qualche giorno, fanno fatica ad essere digeriti, per il lato della medaglia nascosto dietro a uomini che sanno, con maestria, far convivere un lato amorevole e perfetto e uno perverso, sempre alla ricerca di qualcosa per “evadere” dalla normalità.
Dal racconto della sua infanzia alle storie esplicite raccontate, che danno una panoramica sul mondo della prostituzione, Matilde riesce ad entrare nel cuore del lettore, a portarlo in un mondo di drammaticità e carico emotivo difficile da gestire.
Ogni uomo, ogni situazione e ogni scelta di Matilde viene rappresentata e raccontata nei fatti e nelle sensazioni.
Giudicare è facile, provare a comprendere le difficoltà di una madre che prende una decisione così disperata, è molto più difficile.
Il percorso dall’infanzia alla maturità è segnato da tanti avvenimenti che riescono a contornare un quadro ricco di profondità, eros, amore e disperazione.
La forza di Matilde, la determinazione, la prontezza in alcune situazione estreme, la conciliazione di una doppia vita, sono caratteristiche che fanno della protagonista una donna forte e coraggiosa, vittima di un passato difficile e di un presente incerto.
Un romanzo scritto in maniera esplicita, storie erotiche quanto perverse, uomini dalle fantasie discutibili, rendono questo scritto uno scrigno capace di contenere un messaggio importante.
Un libro per le donne appassionante e sconvolgente, provocatorio ma, come riportato da Matilde

vorrei trasmettere alle donne l’idea di come gira questo mondo di uomini, di come vive una di loro, che è madre, che è stata una moglie, una figlia, e che fa questo lavoro. Vorrei comunicare la sofferenza che si prova e di quanto sia mista al piacere: una miscela amara che apre ai dubbi e logora di domande.

 Ho apprezzato tutta la storia contenuta in questo libro, le riflessioni nate spontanee dopo ogni singola storia, la drammaticità del passato e la durezza nelle vicende del presente.
La forza emotiva di una donna, di una madre, che ha trovato la stabilità attraverso una scelta discutibile quanto drammatica.
Un viaggio lungo una vita, attraverso tappe che alternano momenti di felicità a momenti di paura, attimi di piacere e vicende ripugnanti, da vivere “ad occhi chiusi”.
Un libro che si legge velocemente, si vuole conoscere, sapere, capire.
Le riflessioni alla fine sono tante ma la certezza è che Matilde non vuole lanciare un messaggio ma raccontare una verità, e questa verità viene narrata e si imprime nel cuore del lettore.
Matilde diventa un’amica, i suoi segreti un messaggio al mondo, capace di toccare la sensibilità più profonda di una donna.

Stella Toppan è scrittrice, attrice e regista.

Nata a Lecco e cresciuta sul lago di Como, fu introdotta fin da piccola al mondo dello spettacolo.
Studia recitazione per parecchi anni e muove i primi passi nella scena teatrale milanese e romana.
Successivamente decide di trasferirsi a New York per dedicarsi all’apprendimento dello stile recitativo noto come “Metodo Stanislavskji-Strasberg”.
E’ proprio in questa città che Stella incontra artisti che influenzano il corso della sua carriera e la porteranno a lavorare in diverse produzioni cinematografiche e teatrali.
Alla passione per il teatro si aggiunge quella per il cinema.
Dopo aver seguito dei corsi di regia cinematografica, Stella si sperimenta nei primi cortometraggi che scrive e dirige.
Ritrova il piacere della scrittura e della narrazione ed è la forma d’arte che predilige.
“Ad occhi chiusu. il mio urlo di libertà” è la sua opera prima.
Stella vive con suo marito tra New York e l’Europa.

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