Recensione di “Isola” di Siri Ranva Hjelm Jacobsen – Iperborea –

Isola

– Siri Ranva Hjelm Jacobsen –

“Con la sua Prince 100 tracciò un cerchio morbido che includeva tutto: le montagne, i fiordi profondi e i tunnel bui.”
«Questa non è Europa. Queste sono le Faroe.»
«Hette er Føroyar.»

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 215
Genere: Romanzo 
Editore : Iperborea


Giudizio Sintetico


“Isola”, sicuramente, è un piccolo gioiello che spicca nel catalogo di Iperborea, un libro che gli appassionati di lettura hanno atteso con ansia prima di poterlo avere nelle proprie librerie.

Ho aspettato un po’ prima di scrivere queste righe; ho letto e riletto le pagine del libro di esordio di Siri Ranva Hjelm Jacobsen ripercorrendolo con lo stesso entusiasmo con cui ho percorso e ripercorso centinaia di chilometri tra le strade delle diciotto isole che compongono l’arcipelago delle Fær Øer.

Siri Ranva Hjelm Jacobsen ci ha consegnato un viaggio con forti ispirazioni alla biografia della propria famiglia, in cui domina la “sospensione” dei protagonisti tra la Danimarca e l’arcipelago di origine , una sospensione / tensione tra modernità e tradizione, tra il volersi proiettare altrove e il voler recuperare il filo delle proprie origini. “Isola” è un racconto appassionante e appassionato di sentimenti, di vita delle persone, di vicissitudini famigliari e delle dinamiche che gli individui generano all’interno di esse. I salti temporali e di luoghi, separati tra loro dalla vastità dell’Atlantico settentrionale, ne rafforzano le caratteristiche da piccola Odissea.

Nelle pagine del proprio libro, Siri Ranva Hjelm Jacobsen pone in luce una straordinaria abilità nell’affiancare, in modo costante, le atmosfere di uno dei luoghi più straordinario e affascinante del pianeta ai sentimenti che travolgono il visitatore di fronte a tanta bellezza, con un vigore che dalle pagine della carta stampata, giunge dritto e inalterato agli occhi del lettore.

E’ sicuramente un romanzo di ricordi in cui domina il tema della ricerca delle proprie origini, di amore per la famiglia, il tutto amplificato dallo scenario ineguagliabile delle Fær Øer che nel libro appaiono in tutta la loro bellezza fatta di infinite sfumature di verde, contornate dal blu intenso dell’oceano e avvolte da un vento che le sferza in modo implacabile, come a volerne sottolinearne ulteriormente il carattere remoto.

Credo che la cosa più straordinaria che la Jacobsen riesca a fare in questo libro sia quella di condurre il lettore, con incisività, in un lungo itinerario attraverso alcuni dei panorami più belli di queste isole e attraverso la loro storia ricca di episodi e caratteristiche che fanno di questo lontano lembo di Europa, un luogo unico. Sono proprio questi elementi che ribadiscono con forza la voglia e la necessità della narratrice di ricercare e scoprire con orgoglio le proprie origini, lo stesso orgoglio che anima dal profondo lo spirito identitario dei faroesi. Gli elementi sono molti: dai cenni alla bandiera nazionale (custodita nella chiesa del villaggio di Famjin, proprio sull’isola di Suðuroy), al frangente storico in cui ha iniziato a poter sventolare sulle navi faroesi durante la Seconda Guerra Mondiale, dal piccolo parlamento isolano, all’assenza di un vero e proprio carcere nell’arcipelago e, ancora…dai panorami unici di questo luogo che non ha uguali sulla Terra, all’incanto del panorama di Gasadalur, dal profilo inconfondibile dell’isolotto di Tindhólmur, alla vista dell’isola di Mykines – la più occidentale dell’arcipelago, una tra le più isolate e uniche, a cui l’autrice dedica proprio le ultime righe del libro. Mykines… quella che forse, evocativamente, è proprio la più Isola tra le isole Fær Øer.

“Isola” è un racconto che sorprende fino alla fine. Dopo aver investito il lettore di emozioni con la stessa forza con il quale il vento e le onde dell’Atlantico investono l’arcipelago, lo lasciano con l’interrogativo e la voglia di cercare in se stesso il luogo in cui emerge la propria isola, invitandolo, in modo indiretto, a scoprire anche i ricordi che la circondano.

E poi, c’è la pienezza e l’appagamento derivante dalla lettura di una storia piacevolissima e profonda, dipanata in uno scenario senza eguali.

 

PS:In ultimo, un consiglio da lettore…, dopo aver concluso il libro, provate a ripercorrere le emozioni descritte dalla Jacobsen ascoltando “Far away” di Eivør, la più famosa ambasciatrice musicale faroese. Potrebbe esservi molto d’aiuto nel rinverdire le emozioni del libro e per capire meglio lo spirito faroese che lo percorrono dalla prima all’ultima pagina. (…anche il video merita)


Siri Ranva Hjelm Jacobsen (1980) Cresciuta in Danimarca da una famiglia originaria delle isole Faroe, dopo gli studi umanistici si dedica alla scrittura e collabora con diversi quotidiani e riviste. Con il suo primo romanzo, Isola, ispirato alla sua storia personale, si impone subito all’attenzione di pubblico e critica per l’originalità della sua voce poetica, tanto da essere affiancata ai grandi cantori del Nord, William Heinesen, Einar Már Guðmundsson, Jon Fosse e Jón Kalman Stefánsson.


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