Recensione “Lipstick traces” di Greil Marcus – Il saggiatore –

Lipstick traces

– Greil Marcus  –

Tra il 1957, l’anno di nascita dell’Internazionale Situazionista nella piccola Cosio d’Arroscia, e il 1976, quando una scalcagnata band messa insieme dall’astuto proprietario di un negozio di abbigliamento sadomaso incide «Anarchy in the UK», non passano nemmeno vent’anni. Eppure tanto basta perché i semi gettati da surrealisti e dadaisti, e poi annaffiati dal situazionismo nel Maggio francese, germoglino nell’inno ufficiale della controcultura e della ribellione giovanile grazie a Malcolm McLaren e ai Sex Pistols.

Formato: Copertina flessibile

Genere: Saggio
Editore: Il Saggiatore


Giudizio Sintetico


“Lipstick traces” è un saggio, di alto profilo, che si legge con la facilità di un romanzo. E’ veramente un viaggio attraverso uno dei fenomeni culturali più di rottura del secolo scorso: il punk, e da lì, poi, tornando indietro fino alla nascita del Dadaismo, in una serie di connessioni frutto di una straordinaria capacità di analisi e di una ancora più ammirevole capacità di racconto.

Non sapevo molto (anche per questioni anagrafiche…) della cultura punk prima di approcciare questo libro che ha avuto il merito di offrirmi una panoramica senza eguali su alcuni fenomeni culturali e artistici dell’universo musicale contemporaneo, che prima ignoravo.

“Lipstick traces” è davvero una “Storia segreta del XX secolo”. E’ il libro più importante di Greil Marcus, critico musicale, giornalista, tra le firme più prestigiose della rivista Rolling Stones, ed uno dei più raffinati osservatori ed esperto del rapporto tra culture e musica, a sua volta erede di Lester Bangs, altro “mostro sacro” della critica musicale dalla fine degli anni ’60 ai primi anni ’80.

Il libro illustra i molteplici aspetti che, secondo l’autore, fanno del punk l’ultima avanguardia musicale e culturale del ‘900, colma di provocazioni, rotture linguistiche e comportamentali le cui radici possono affondare in alcune situazioni inerenti il panorama delle arti visive dello scorso secolo.

Si legge tutto d’un fiato, grazie alla capacità di Marcus di far luce su alcuni aspetti peculiari, fenomeni e situazioni legate al punk e alla sua collocazione nell’ampio panorama sociale e culturale dell’epoca, anni segnati dalle note dei Clash e dei Sex Pistols. Proprio l’analisi del “fenomeno Sex Pistols” è il punto di partenza di una narrazione coinvolgente sul significato della loro musica, sul fenomeno commerciale e “non commerciale” che hanno incarnato e sulle coloriture culturali che segnano una traccia di rottura e di cambiamento che rappresentano alcuni dei momenti salienti della Storia moderna che parte dai primi anni ’70 dal secolo scorso, elementi controcorrente che hanno abbracciato la poetica del fallimento e del disordine.

La copertina, decisamente punk, custodisce, però, un libro che punk non è. E’ uno studio attento e di alto livello, in grado di appagare i palati più raffinati alla ricerca di contenuti assolutamente mai banali e di qualità.

Marcus pone in risalto alcuni aspetti più nascosti legati al fenomeno punk, una delle ultime avanguardie artistiche che ha avuto la forza di investire i decenni finali del ‘900. “Quando Johnny Rotten arrotava le sue erre, sembrava che una lima gli passasse sui denti. Suonava divertente distruggere il mondo. Sapeva di libertà”.


Greil Marcus (1945) è uno scrittore e giornalista americano, considerato tra i più influenti critici musicali contemporanei.


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