Recensione “Non è un paese per ricchi” di Salvatore Zeola – Edizioni Pedragon -.

Non è un paese per ricchi

– Salvatore Zeola –

Se ne erano andati così. Senza voltarsi più indietro. Senza pensare che le radici sono più difficili da estirpare persino dell’erba cattiva. Riconquistare i voti di quella gente, adesso, non sarebbe stato semplice. Può passare il tempo, ma mai come lì a Rocca Acripante, passato e presente sembravano avere confini così sfumati e labili, dai contorni opachi. La memoria degli Altri era forte.

Formato: Copertina flessibile

Genere: Romanzo
Pagine: 221
Editore: Pendragon


Giudizio Sintetico


Ci sono letture che arrivano nel momento giusto e che, grazie alla trama ironica e ben strutturata, coinvolgono e divertono al punto da rendere carico di dispiacere il distacco finale a chiusura del libro.

“Non è un paese per ricchi” è un mix perfetto di elementi vincenti: saga familiare, commedia, politica, sentimento, leggerezza, spasso ma anche ritorno alle origini, fiducia in se stessi e importanza dei sentimenti oltre l’apparenza; una lettura che tiene compagnia e capace di far sorridere, rendendo  stereotipi e pregiudizi elementi chiave per cambiare il destino delle persone.

 Mangiaforte sono quel che si dice una famiglia perfetta: possiedono astuzia, fascino, soldi e il futuro al loro orizzonte si annuncia ancora più dorato del presente. Vittorio, il capofamiglia, è in rampa di lancio per la carica di sindaco nella ricca Bologna. A seguito di uno scandalo sessuale, però, per lui e sua moglie Maria Concetta, detta Macy, le porte dell’alta società si chiuderanno inesorabilmente. Saranno quindi costretti a ritentare una nuova corsa elettorale a Rocca Acripante, l’ingovernabile paese del Meridione da cui proviene la prorompente Macy, scaltra arrampicatrice sociale poco incline al low profile. Per far tornare a brillare la propria stella, i Mangiaforte dovranno bussare alla porta della gente che hanno sempre snobbato e tenuto a debita distanza: i famigerati Altri, diventati improvvisamente l’ago della bilancia della loro sopravvivenza sociale. Non sarà semplice perché, tra nemici giurati e finti alleati, i Mangiaforte scopriranno che ogni albero, per quanto florido e rigoglioso sia, non può separarsi dalle sue radici che, proprio come l’erba cattiva, non muoiono mai. Una saga familiare in cui intrighi e pregiudizi vanno di pari passo con l’ironia.

“Non è un paese per ricchi” è il libro giusto arrivato al momento giusto.

Dopo molte letture complesse e di grande introspettività, ecco giungere una commedia esilarante, una storia ricca di ironia e spasso ma anche di valori umani e lucidità emotiva.

La storia della famiglia Mangiaforte, il capofamiglia Vittorio, la moglie Macy e i figli Carlo Alberto e Lucrezia, ci accompagna nel mondo della politica e delle amicizie di convenienza, dei sorrisi falsi e delle vendette pubbliche.

Lo sfondo cambia quando la storia si trasferisce nel piccolo borgo di Rocca Acripante, dove la narrazione si arricchisce di vedove residenti sui balconi a vegliare, sussurri e malelingue, ristrettezza di pensiero e una sfida politica, alla carica di sindaco, che non risparmia colpi anche poco ortodossi.

Dalla moglie del candidato sindaco di Bologna Macy (Maria Concetta all’anagrafe)che  incarna la donna che ha fatto dell’esagerazione e dell’astuzia il biglietto da visita per rinnegare le origini, agli amori “ignoranti”, passando per i personaggi dai nomi spiritosi e da ogni abitante di Rocca Acripante, l’intera trama tiene il lettore a braccetto e promette sorrisi ma anche inaspettate svolte sentimentali; una promessa mantenuta che non delude ma che anzi, lascia dispiacere giunti alla fine del libro.

“Non è un paese per ricchi” è un romanzo indubbiamente ben scritto, una narrazione lucida, veloce ma ricca di contenuti e ironia oltre che varietà di situazioni e capovolgimenti.

Un romanzo che si legge velocemente, una scrittura moderna e ricca di personaggi ed elementi attuali, spassoso e leggero, una storia ben costruita e strutturata che nulla ha da invidiare alle famose commedie del Bel Paese, un mix tra “Benvenuti al Sud” e “Vacanze di Natale” in versione cartacea.

Il romanzo di Salvatore Zeola è stato capace di coinvolgermi, sorridere, tifare,  arrabbiare per decisioni prese, scelte e voltafaccia, sperare in vendette e colpi bassi ma soprattutto, passare due giorni in compagnia di una storia che, con la sua semplicità ma con grande carico ironico, ha saputo colorare ore decisamente pesanti.

Perché è proprio qui la chiave di volta: ci sono giorni in cui un buon libro sa farci compagnia come un amico fidato, mettendo ironia e sorrisi laddove nessuno potrebbe.

Ed ecco che la storia di questa famiglia, delle rivalità, degli “Altri” e della battaglia politica ricca di pregiudizio e stereotipi ma soprattutto di personaggi variegati ed eccezionali, riesce a divertire e portare il pensiero lontano, in quella Rocca Acripante che sempre avrà un piccolo posto nei miei ricordi letterari.


Salvatore Zeola, classe 1985, giramondo e viveur, colleziona esperienze in ambito giornalistico (Vogue.it), radiofonico (Fashion FM) e televisivo (Italia 1, Sky Fox Sports). Ha esordito con il romanzo Zuppa di Cuori. L’amore non è mai una minestra riscaldata (Pendragon, 2015) e, sempre per Pendragon, ha pubblicato anche Non è un paese per ricchi (2018).


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