Recensione di “Elmet” di Fiona Mozley – Fazi Editore –

Elmet

– Fiona Mozley  –

Volevo bene a mio padre e a mia sorella ma Vivien non era come loro. Mi parlava di storia e di poesia, e dei suoi viaggi in Francia e Italia, di arte. Cominciavo a vedere un mondo che mi appagava in maniera diversa. Iniziai a preferire l’interno all’esterno, la poltrona, le coperte e i cuscini, il tè e i dolci, le tende e l’ottone lucidato, e i libri di Vivien, e la tranquillità di tutto questo. E mentre me ne stavo lì seduto a leggere e bere il tè, Cathy camminava o correva per i campi e i boschi e, a modo suo, anche lei leggeva il mondo.” 

 

Formato: Copertina flessibile

Genere: Romanzo
Pagine: 277
Editore: Fazi Editore


Giudizio Sintetico


Elmet èil nome dell’ultimo regno celtico d’Inghilterra, “terra di nessuno” dove è ambientato il romanzo di Fiona Mozley, vede i protagonisti Daniel, al sorella Cathy e il loro papà, decidere di mettere qui  radici e, proprio come un albero,  fondersi con la natura circostante che occupa gran parte del paesaggio.

Purtroppo, il passato, la prepotenza di chi è (o si crede) al di sopra della legge, può influire sulla scelta di una vita basata sull’isolamento, sull’unione perfetta con la natura ed il lavoro, e sulla voglia di tranquillità, portando a risvolti inaspettati…

Elmet, l’ultimo regno celtico indipendente in Inghilterra, terra di nessuno e santuario di fuorilegge, rifugio ma allo stesso tempo trappola, è il lembo sperduto dello Yorkshire che oggi fa da sfondo a questa storia. Vi abitano Daniel e Cathy, fratello e sorella adolescenti. Sono stati abbandonati dalla madre, che sembra essere sparita nel nulla, e vivono, senza regole e senza contatti col mondo esterno, col padre John, un pugile di strada burbero e solitario, nella casa in mezzo ai boschi che lui ha costruito con le sue mani, dormendo all’addiaccio nei primi giorni, sostenendosi di caccia e raccolta. Un vero e proprio nido, in cui i tre trovano la serenità. Finché non compare il signor Price, ricco proprietario terriero senza scrupoli, padrone di gran parte degli alloggi e dei terreni locali e sfruttatore dei suoi lavoratori, che reclama il terreno dove John ha costruito la sua casa, affermando di possederlo legalmente. E con le stesse mani con cui ha ricreato una serenità perduta, John sarà pronto a difenderla…
Ritratto brutale e commovente di una famiglia atipica che vive ai margini della società, Elmet fa riflettere su quanto possa essere difficile trovare il proprio posto nel mondo e sull’impossibilità di rintracciare un senso di giustizia per coloro che non sanno scendere a compromessi.

Se avessi misurato i miei battiti durante l’intera lettura di “Elmet”, avrei notato l’intensificarsi dell’attività cardiaca legato all’evoluzione della trama del romanzo.

All’inizio della storia (parte forse più lenta del libro), l’ambientazione e le scelte di vita dei protagonisti,  incentrano l’attenzione del lettore sulla narrazione descrittiva e narrata in modo da raccontare e spiegare senza grossi stravolgimenti.

I sentimenti, così come la violenza, contrapposti ma uniti, sono astratti e raccontati ma dilagano con lo scorrere delle pagine.

E’ così che il cuore aumenta il suo battito e la storia prende vita attraverso vie inaspettate, una trama che è al di sopra del tempo e che graffia, colpisce e stordisce, dove non ci sono eroi o speranze di un finale scontato, dove il lettore vive la tensione e dove sente lentamente arrivare qualcosa che sente irrimediabilmente arrivare a stravolgere la tranquillità di Daniel, insicuro quattordicenne, che ci racconta (ma che forse non coglie) tutte le dinamiche che si creano attorno alla sua famiglia.

Il romanzo si apre e chiude senza mai mettere la parola “fine”, ci conduce attraverso una storia con pochi personaggi magnificamente caratterizzati.

“Elmet” è un romanzo che affronta l’educazione alternativa di due giovani che seguono un padre al limite della legalità, ci conduce attraverso la malvagità del potere derivato dal denaro e delle conseguenze di chi prova ad alzare la testa attraverso una lotta allo sfruttamento e alla prepotenza; un susseguirsi di episodi che viaggiano in un limbo temporale e che non sono molto lontane dalle avventure di Robin Hood in chiave drammatica.

Una lettura che mi ha da subito catturata, dove non immaginavo i molteplici risvolti ma dove, una narrazione magnetica e a tratti poetica, mi ha sorpresa e incollata alle pagine.

Una storia forte, piena di speranza e voglia di riscatto ma carica di drammaticità dove il lettore vorrebbe chiudere gli occhi per non “sentire” le sensazioni dei protagonisti (che fanno breccia nel cuore del lettore) ma che si trova a dover affrontare perché parte integrante della storia.

Mi sembra strano parlare di esordio perché “Elmet” è un romanzo amaro ma perfetto, una storia nuova scritta da una penna brillante.

Mi trovo d’accordo con le recensioni scritte nel retro di copertina, dove questo romanzo viene descritto come squisito e indimenticabile dal “The Econimist” e dove “The Sunday Times” aggiunge: Idillio pastorale, denuncia politica, saga familiare e storia dell’orrore: una favola tradizionale che diventa film gangster: un mix tra Hansel e Gretel e Il Padrino.


Fiona Mozley
Trentenne cresciuta a York, ha studiato a Cambridge e poi ha vissuto a Buenos Aires e a Londra. Attualmente sta svolgendo un PhD in Storia Medievale. Questo è il suo primo romanzo.


#pfdFazi

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