Recensione “Il pranzo della Domenica” di Paolo Panzacchi – Laurana Editore

Il pranzo della Domenica

– Paolo Panzacchi  –

E’ il notaio che chiede al proprio autista di affrettarsi, senza tener conto dei limiti di velocità. Esattamente come in questa storia, con gli avvenimenti che, dalla lentezza di un fiocco di neve che cade, si sono trasformati in un’inesorabile valanga, senza freno e senza possibilità di fermare la corsa, che tutto si accinge a travolgere, senza distinzione di bandiere e colori. Un violento magma bianco si sporcherà di rosso del sangue di chi non saprà farsi trovare pronto al suo passaggio.” 

 

Formato: Copertina flessibile

Genere: Romanzo noir
Pagine: 217



Un mercenario, un’azienda in crisi, un colosso industriale cinese e la tranquillità della famiglia Arienti che sta per essere sconvolta da qualcosa di inatteso, un torbido segreto, oscuro, che per anni ha covato sotto la cenere e che ora, con una forza che solo l’odio può aver così a lungo alimentato, riemergerà obbligando tutti a fare i conti con le proprie bugie. Il pranzo della domenica è un noir tenebroso e insieme adrenalinico che indaga i rapporti familiari, perché tutte le famiglie, anche quelle più perfette, hanno dei segreti da nascondere. Una storia cupa, ad altissima tensione, che porterà allo scontro chi l’odio l’ha provato per una vita intera e chi, quel sentimento, ha permesso nascesse.

In una Bologna industriale, figlia di operai e grandi aziende, si intersecano vicende di affari, famiglia e vendetta.

E, se la vendetta è un piatto che va servito freddo, in “il pranzo della Domenica” di Paolo Panzacchi non solo viene servito, ma accompagnato da un servizio lento e graffiante unito a portate inaspettate.

La storia è quella che si potrebbe definire noir e azione, una prima parte di elaborazione di un piano vendicativo che tocca azioni militaresche e affari economici d’azienda in giro per l’Europa.

La famiglia protagonista, gli Arienti, è minacciata da un mercenario che, guidato da oscuri motivi, vuole portare sull’orlo del baratro i componenti di questo nucleo.

Con peccati passati da espiare, trattative, ricatti, inseguimenti ed estremi atti d’amore, questo romanzo è un’avventura sanguinosa, inaspettata ma totalmente coinvolgente.

Non mi aspettavo una quantità tale di adrenalina, un susseguirsi elevato del ritmo di lettura per la curiosità di capire, scoprire ed essere spettatrice delle fasi finali concitate e drammatiche.

Paolo Panzacchi unisce al noir l’azione e sfuma i contorni del giallo con le note aspre di una fetta della storia poco conosciuta dell’Italia degli anni ’70.

Una resa dei conti, vendette spietate e azioni degne di campagne militari nei più sanguinosi paesi in conflitto.

Logica e astuzia non servono, serve tempo, serve verità e sangue freddo… forse però non saranno sufficienti.

L’epilogo inaspettato, crudo e doloroso, mette il lettore di fronte alla realtà della vita ma anche e soprattutto alla pericolosità delle menzogne e delle conseguenze dei propri gesti.

Un libro ad alto tasso adrenalinico, con una prima parte di progettazione, mente e ingegno e una seconda di azione, scontri e corse contro il tempo, avrei preferito un finale diverso ma soprattutto chiuso in maniera meno frettolosa, maggiormente “spalmato” tra tutte le personalità protagoniste.

Un libro inaspettato e davvero avvincente.


Biografia dal sito di Paolo Panzacchi:

Nato a Sassuolo per puro caso, una vita a Bologna, ora vivo a Ferrara.

Scrittore (dicono), fotografo (dico io), blogger (quel che è).

Fazzoletto da tasca colorato, occhiale sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche.

Ogni tanto un’idea scappa e diventa realtà.

Se ho omesso qualcosa, se volete sapere di più, non siate timidi, chiedete, se avrò voglia risponderò.


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