Recensione “Il paradosso della normalità” di Matteo Secchi

Il paradosso della normalità

– Matteo Secchi –

 

Siamo pronti per la felicità ma forse non abbastanza per l’altruismo

 

Formato: Copertina flessibile

Genere: Romanzo
Pagine: 166
Editore: Il seme bianco


Giudizio Sintetico


Il paradosso della normalità non è solo il titolo di questo stupendo romanzo ma anche il fulcro della riflessione che il lettore è portato a fare: è davvero la libertà di scelta la miglior medicina per responsabilizzare e limitare l’incedere dell’infelicità?

La domanda non è semplice, come non è facile gestire il numero di risposte che la nostra mente razionale e ordinata ci propone.

Le premesse ci sono tutte, manca solo l’assaggio della trama:

Qual è la differenza fra una scelta e un’imposizione quando si va a intervenire sulla normalità? VOI è un nuovo partito politico che lavora con onestà e dedizione per aumentare la felicità dei cittadini. Lo fa attraverso l’ausilio dell’IFM (Indice di Felicità Media), proponendo riforme controverse che saranno votate tramite referendum online. Il raggiungimento di uno scopo tanto onorevole, come la felicità dei cittadini, metterà in dubbio alcune certezze etiche. Paolo, Maurizio e Carlo subiranno in prima persona gli effetti di questa nuova realtà.

Matteo Secchi è davvero bravo a raccontare questa storia, lo fa attraverso la voce di Paolo e lungo un arco di tempo relativamente contratto, dove si concentra il “temporale” riflessivo che smembra visceralmente il pensiero del protagonista e lo porta prima ad omogeneizzarsi con il pensiero del popolo e del VOI e poi, lentamente e con grande difficoltà, a porre in analisi numerosi fattori individuali e sentimentali che lo condurranno al cambiamento.

Come dicevo prima, ci viene proposto un Governo dove le leggi e il bene del popolo sono indicizzate mettendo in relazione il consenso e la felicità.

Se il popolo è il protagonista delle scelte e del cambiamento, allora la felicità aumenta e, più la felicità aumenta, meno saranno i carichi sociali che derivano dall’insoddisfazione, ma è davvero così?

Dove finisce la libertà collettiva e inizia quella individuale?

Matteo Secchi concentra la legiferazione su temi attuali che vedono spesso il dividersi dell’opinione pubblica (stato e religione, famiglia, istruzione, ecc), ed è bravo a sottolineare l’unanimità di pensiero nel momento in cui il popolo è soggetto ad un’illusione politica, capace di far scalare in secondo piano il nucleo del problema  e dell’idea, per far emergere il senso di dubbio nei confronti del pensiero preconfezionato frutto dell’euforia.

Il protagonista Paolo ci conduce attraverso la difficile strada del cambiamento, dell’uscita dal “pensiero standard” e della difficoltà di presa di coscienza del pericolo che si corre scardinando le gerarchie frutto di secoli di idee e cambiamenti.

I politici guidano, i popoli scelgono; togliere responsabilità ai primi vuol dire condannare i secondi al peso derivante da ogni azione, e convincerli di essere parte integrante e fondamentale di una società libera da imposizioni.

Il risultato però è lo scardinamento del pensiero individuale, della libertà del singolo di essere individuo pensante, indipendente ed emancipato.

Il paradosso della normalità è proprio il controsenso che deriva dalla bellezza dell’essere diversi, avere opinioni differenti e contrastanti e convincersi, attraverso riflessioni e fatti quotidiani,  che possa esistere una collettività omogenea libera dall’unicità, speciale e meravigliosa, delle nostre idee.

Matteo Secchi stupisce, cattura e invita a riflettere, lo fa con una scrittura quasi perfetta, scorrevole, veloce e intensa, profonda e matura.

Un romanzo gradevole, apprezzabile da chiunque e di enorme potenziale.

Consigliatissimo!


MATTEO SECCHI è nato a Cagliari nel 1986. Il Paradosso Della Normalità è il suo primo romanzo.


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