Recensione Il negromante di Luigi Esposito Giardino

Il negromante

–  Luigi Esposito Giardino 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 256
Editore: Homo Scrivens


Giudizio Sintetico


Evocazioni di spiriti dall’oltretomba, un’asina nascosta in cortile, una domestica fedele. È la bizzarra esistenza di Bilam, uomo dal passato tormentato, sedicente mago nel cuore di una città rumorosa. Le sue giornate trascorrono nell’esercizio di un’arte ambigua che gli attira la devozione di pochi e la diffidenza di tanti.
La visita di una donna misteriosa e il suicidio di un nuovo cliente stravolgeranno però la sua vita, portandolo a uscire dal guscio in cui si era rinchiuso. Il mondo dei vivi, più di quello dei morti, si rivelerà per lui un campo pieno di sfide e un groviglio di contraddizioni.

Banalmente, potrei iniziare questo articolo dicendo “Il negromante” è un bellissimo libro.
Chiuderla così però, anche se riassume bene questa esperienza di lettura, sarebbe veramente “banale” e allora, anche per dar merito soprattutto a quel bambino di otto anni in difficoltà davanti a un foglio e all’autore che oggi è diventato, proverò a essere maggiormente esaustiva.
“Il negromante” è una storia completa da più punti di vista, quello della fantasia, del significato, dei personaggi e delle strade inaspettate che prende il corso degli eventi.
Bilam è un uomo che vive mettendo in contatto le persone con l’aldilà, rincuorando chi ha perso affetti importanti e non si da pace.
Bilam è un uomo atipico, asociale, vive e lavora in un appartamento all’interno di un condominio dove fa pascolare in un piccolo spazio un’asina, è aiutato dalla domestica Lora che non disdegna di lasciare cuffia e detersivi per indagare le storie dei clienti.
Tutto cambia quando una donna, sapendo che il fratello ha appuntamento con il negromante, chiede a Bilam di rispondere alle richieste del congiunto con una frase precisa che, secondo lei, può finalmente far ritrovare all’uomo la chitarra del figlio e dar pace ai suoi sensi di colpa.
Quello che però doveva essere un intervento benefico si rivela come la spinta verso il baratro, e quell’incontro diviene il punto di partenza per una storia dai toni oscuri ma surreale in cui il negromante dovrà fare i conti con le sue paure, con la realtà dei fatti e, soprattutto, con un custode determinato a trarre beneficio da una storia in cui si sente coinvolto.
Se questo libro fosse una ricetta, avrebbe un numero di ingredienti elevato, tutti uniti e amalgamati in modo perfetto per creare qualcosa di nuovo.
Coesistono infatti una trama originale, un racconto imprevedibile e ricco di colpi di scena, un tratto razionale e umano ma anche un risvolto onirico, una scrittura chiara e fluida e personaggi che svolgono ruoli precisi e ben inseriti nel contesto.
Questa avventura è stata davvero piacevole, inaspettata e godibile, una lettura coinvolgente che spiazza e mescola le carte frequentemente, non sapendo mai dove la storia decida di portare il suo lettore.
Un’opera narrativa singolare adatta a chi cerca una storia fuori dalle righe, non particolarmente articolata o complessa, ma dalle caratteristiche precise ben aggregate, unite.

Luigi Esposito Giardino (Napoli, 1991), laureato in Filologia moderna, ha partecipato ai volumi Che pasticcio, dottor Loop!, Le donne di Napoli e Dai fiori del male ai fiori di zucca (Homo Scrivens). Il negromante è il suo primo romanzo.


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