Recensione di Non esistono posti lontani di Franco Faggiani

Non esistono posti lontani

–  Franco Faggiani 

Viaggiando alla scoperta dei paesi troverai il continente in te stesso.
(Proverbio indiano)

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo 
Pagine: 286
Editore: Fazi Editore


Giudizio Sintetico


Roma, aprile del 1944. L’archeologo Filippo Cavalcanti è incaricato dal Ministero di recarsi a Bressanone per controllare gli imballaggi di un carico di opere d’arte destinate alla Germania. Arrivato sul luogo, l’ormai anziano professore conosce Quintino, un intraprendente ragazzo ischitano spedito al confino in Alto Adige. Vista la situazione incerta in cui versa il Paese e il pericolo che minaccia entrambi, i due decidono di scappare insieme per riportare le opere d’arte a Roma. In un avventuroso viaggio da nord a sud, i due uomini, dalla personalità molto diversa, e nonostante la distanza sociale che li separa, avranno modo di conoscersi da vicino e veder crescere pian piano la stima reciproca. Grazie alle capacità pratiche di Quintino e alla saggezza di Cavalcanti, riusciranno a superare indenni diversi ostacoli ma vivranno anche momenti difficili incontrando sulla strada partigiani, fascisti e nazisti, come pure contadini, monaci e gente comune, disposti ad aiutarli nell’impresa. Giunti finalmente a Roma, che nel frattempo è stata liberata, si rendono conto che i pericoli non sono finiti e decidono così di proseguire il viaggio per mettere in salvo il prezioso carico tra imprevisti e nuove avventure.
Paesaggi insoliti, valli fiorite e boschi, risvegliati dall’arrivo di una strana primavera, fanno da sfondo a questa vicenda delicata e toccante, una storia appassionante sul valore dell’amicizia con cui l’autore, ancora una volta, riesce a commuovere ed emozionare.

Se i Monument’s men ci hanno portati in giro per l’Europa con una missione impossibile per salvaguardare le opere d’arte del vecchio continente, Quintino e l’archeologo Filippo Cavalcanti potrebbero essere definiti due passi con una missione impossibile: partire da Bressanone con destinazione Roma per riportare a casa opere d’arte destinate alle collezioni dei tedeschi.
Un incontro casuale, simpatia non immediata, una destinazione comune, ingegno, fortuna e, soprattutto, vita.
Questi sono gli ingredienti di “Non esistono posti lontani”, ultimo romanzo di Franco Faggiani che con la sua capacità narrativa, quasi poetica, mi aveva già conquistata nella lettura de “La collina dei ciliegi”.
In questo nuovo romanzo, c’è un viaggio, ma non un viaggio qualunque, un percorso coraggioso nell’Italia divisa in due del 1944 capace di portarci tra i paesini, tra le anime e le realtà vere di chi, in quegli anni ha dovuto vivere a stretto contatto con la paura, la violenza, le incertezze e un nemico, fino a poco prima alleato, che con grande sprezzo e cattiveria arrivava da sud inseguito dagli alleati lasciandosi dietro distruzione, abomini e saccheggi.
Il professor Cavalcanti è un uomo d’ufficio, potremmo definirlo un “colletto bianco” non abituato al “faccia a faccia”, più a suo agio con scavi e documenti ministeriali che non alla vita da conquistare palmo a palmo, riservato, educato e quasi timoroso.
Quintino è invece il ragazzo ischitano che ha dovuto fare i conti da subito con la vita cruda, un padre violento e la lontananza da casa, relegato in Trentino ai lavori forzati.
Due personaggi che vengono uniti alla perfezione, caratterizzati in modo unico e a cui sono riuscita a dare non solo un volto ma anche una voce, un portamento e tutte le carrieristiche utili a renderli vivi.
Vivi come le parole e il viaggio raccontato da Faggiani che prende vita, pagina dopo pagina, monopolizzando l’attenzione del lettore, stregandolo con la poetica delle parole unite magistralmente, portandolo su strade accidentate non senza suspance ma soprattutto volendo sottolineare la bellezza di un legame improbabile che sa dare e ricevere, come un’equazione scientifica in cui due sistemi differenti che interagiscono assorbono energie l’uno dall’altro per poi esserne profondamente modificati.
Una storia ricca di Storia, anime che si donano al lettore in un viaggio denso di avvenimenti, incontri, racconti ma soprattutto emozioni che commuovono e toccano profondamente l’animo del lettore ma che sanno anche divertire in parentesi ironiche che tanto ricordano la commedia italiana.
Se già con la collina dei ciliegi avevo questa sensazione, ora ho la certezza che Faggiani è una delle penne italiane che indiscutibilmente  preferisco.

Franco Faggiani


Vive a Milano e fa il giornalista. Ha lavorato come reporter nelle aree più calde del mondo e ha scritto manuali sportivi, guide, biografie, ma da sempre alterna alla scrittura lunghe e solitarie esplorazioni in montagna. Con La manutenzione dei sensi (Fazi Editore, 2018), vincitore del Premio Parco Majella 2018, del Premio Letterario Città delle Fiaccole 2018 e del Be Kind Award 2019, si è fatto conoscere e amare da moltissimi lettori. Con Il guardiano della collina dei ciliegi (Fazi Editore, 2019), ha vinto il Premio Biblioteche di Roma 2019 e il Premio Selezione Bancarella 2020. Tutti i suoi libri (questo è in via di traduzione) sono stati pubblicati nei Paesi Bassi ottenendo un grande successo di critica e di pubblico.


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