Recensione La condanna dei viventi di Marco De Franchi

La condanna dei viventi

– Marco De Franchi –

Formato: Copertina rigida

Pagine:  564

Editore: Longanesi


Giudizio Sintetico

Il bambino ritrovato nella notte sta nascondendo qualcosa. Fosco sostiene che è stato rapito ma è riuscito a scappare, correndo per le campagne toscane. Nessuno gli crede, o forse nessuno ha provato ad ascoltarlo davvero.
Io sì. E so che dentro il suo racconto si cela qualcosa di terribile. Qualcosa di più grande di lui e, forse, anche di me. Ma cosa può essere?
Soltanto quando un altro bambino scompare, inizio a intravedere uno spiraglio per portare avanti la mia indagine. Fosco e Andrea vivono lontani, non si conoscono, non hanno nulla in comune. Tranne l’aspetto: sono identici, potrebbero essere gemelli. Andrea, però, non ricompare: sta a me trovarlo, stanare chi ha ucciso suo padre e l’ha portato via da sua madre. Sta a me salvargli la vita.
Ma da sola non ce la posso fare, ho bisogno di aiuto.
L’unico a credere in me è Fabio Costa, un poliziotto reietto e dal passato oscuro, spedito al confino in un piccolo commissariato di provincia.
Mentre il numero delle vittime aumenta, e gli enigmi si fanno sempre più indecifrabili, capisco che l’artefice di questi delitti risponde a un disegno superiore. La sua è un’ossessione morbosa, feroce, inarrestabile: trasformare le proprie follie visionarie in violente realtà. In deliranti opere d’arte.
Mi chiamo Valentina Medici, sono il più giovane commissario del Servizio Centrale Operativo, e questa è la mia prima, vera indagine. E rischia di essere anche l’ultima della mia vita. Perché nessuno può precipitare in un pozzo così nero, così profondo, e sperare di rie­mergerne indenne.

Era da tempo che non leggevo un thriller italiano così complesso e avvincente.

Unire arte e serialità è un binomio pericoloso, soprattutto quando il crimine è frutto di un progetto nato dalle radici più radicate del male e, costruire una storia che sia coerente e appassionante, diventa un complesso gioco a ostacoli.

Marco De Franchi attraverso “La condanna dei viventi” non solo unisce la morte e l’arte in un tetro e angosciante abbraccio, ma lega modernità è passato in un’opera sconvolgente da cui è difficile staccare gli occhi se non per riaffiorare e prendere ossigeno di fronte a tanta crudeltà.

Il ritrovamento di un bambino scomparso apre un’indagine con pochi indizi e tanti interrogativi su cui si affaccia una giovane commissaria del Servizio Centrale Operativo della Polizia, Valentina Medici.

Quando però un altro bambino scompare e alcuni indizi combaciano la caccia all’uomo lascia sulla strada tracce e interrogativi che divengono sempre più inquietanti mano a mano che il disegno prende forma: un omicida seriale rapisce persone in tutta Italia, di diverso genere, età e sesso.

L’unico punto in comune tra gli scomparsi è la somiglianza con qualcosa di famoso e che tutti conoscono molto bene, le opere di Caravaggio.

Affiancata da Fabio Costa, un poliziotto dal passato leggibile su un volto segnato dal dolore, Valentina e la sua squadra, senza l’appoggio dell’intera Polizia, dovranno ricostruire e inseguire le tracce per fermare un’opera lugubre che si estende come un labirinto del male in ogni parte del mondo.

Di fronte a un esordio di questo genere bisogna togliere il cappello e silenziosamente annuire in segno di stupore e appagamento.

Sì, perché non solo questo romanzo è un cerchio perfetto che si apre e chiude senza lasciare molti spiragli senza risposta, ma soprattutto perché l’intera trama è complessa ma costruita con maglie strette e sapientemente unite a creare qualcosa di inaspettato, moderno ma con il tocco geniale che solo la Storia sa dare, in questo caso la storia di un’arte di cui il nostro paese è ricco.

“La condanna dei viventi” è un thriller che nasce dall’esperienza dell’autore e la complessità investigativa è presente in ogni pagina senza sconti o banalità, così come per nulla banale è la rete e il disegno celati dietro alle scomparse che danno avvio a questa incredibile indagine.

Forte l’indagine, promettenti i personaggi, ricca la narrazione, forse per alcuni potrebbe risultare un po’ prolissa ma per me è stato tutto meravigliosamente perfetto e spero vivamente che sia l’inizio di una lunga serie tutta italiana!


Marco De Franchi (Roma, 1962) fin da bambino sognava di fare lo scrittore tanto quanto desiderava diventare investigatore.
Ha infatti un passato da Commissario Capo di Polizia, periodo
durante il quale ha lavorato presso il Servizio Centrale Operativo (SCO),
l’ufficio investigativo italiano che più si avvicina all’FBI. Vive tra Pisa e Livorno con la moglie Debora e i due figli.

Le esperienze sul campo sono state fondamentali per la scrittura del thriller La condanna dei viventi. Ancor prima della pubblicazione in
Italia, La condanna dei viventi ha suscitato l’immediato entusiasmo degli
editori europei. Nei prossimi mesi uscirà in Germania, Spagna, Francia,
Olanda, Grecia, Polonia, Lituania e Romania.

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