Recensione C’era due volte di Franck Thilliez

C’era due volte

– FRanck Thilliez –

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 491

Editore: Fazi Editore

Nel 2008, in un piccolo paese di montagna, il tenente Gabriel Moscato è alla disperata ricerca della figlia, diciassettenne piena di vita scomparsa da un mese. Uniche tracce la sua bicicletta, i segni di una frenata e poi più nulla. Deciso a indagare sull’hotel due stelle dove la ragazza aveva lavorato l’estate precedente, Moscato si stabilisce nella stanza 29, al secondo piano, per esaminare il registro degli ospiti. Legge attentamente ogni pagina, prima di addormentarsi, esausto dopo settimane di ricerche infruttuose. All’improvviso, viene svegliato da alcuni suoni attutiti. Quando si avvicina alla finestra, si rende conto che piovono uccelli morti. E ora è nella stanza 7, al pianoterra dell’hotel. Si guarda allo specchio e non si riconosce; si reca alla reception, dove apprende che è il 2020 e che sono dodici anni che sua figlia è scomparsa: la memoria gli ha giocato uno scherzo crudele. Quello stesso giorno il corpo di una giovane donna viene trovato sulla riva del fiume Arve…

Un uomo colpito da grave amnesia si sveglia in una stanza d’albergo; crede di essere nel 2008 e sulle tracce della figlia Julie, in realtà si trova nel 2020 e sua figlia è scomparsa da 12 anni.

Nella stessa notte in cui Gabriel, questo è il nome dell’uomo, perdeva la memoria, una ragazza perdeva la vita sulle rive del fiume. La coincidenza non sfugge Paul, capo della brigata ed ex collega di Gabriel.

Scavando tra gli effetti di Gabriel, emerge come l’uomo fosse tornato nella città, da cui si era allontanato, con una nuova pista relativa alla scomparsa della figlia, pista che seguirà a ritroso insieme a Paul scoperchiando un terribile vaso di orrori, segreti, brutalità e collegamenti che lo porteranno a incrociare la strada di uno scrittore morto suicida dopo dopo aver scritto la sua ultima opera: “il manoscritto”.

A differenza de “Il manoscritto”, la trama di “C’era due volte” inizia a lineare per poi dividersi in una doppia indagine ad alto tasso di orrore e adrenalina; un vortice di indizi e di enigmi collega questo romanzo con il precedente, in un concerto di avvenimenti da cui è seriamente impossibile staccarsi.

È impressionante vedere come Thilliez riesca a creare due storie distinte unendole e facendole comunque funzionare singolarmente. Se non siete impressionabili leggete questa serie perché è originale, contorta, opprimente, imprevedibile e guidata dalla costante presenza della follia umana uniti ad enigmi sempre più fitti e complicati.

Se “il manoscritto” l’ho trovato fenomenale, qui il livello si alza ancora di un gradino raggiungendo il livello di SUPERLATIVO.

Attenzione però: è davvero, davvero crudo quindi, se siete sensibili a certi argomenti, pensateci bene prima di avventurarvi in questa storia.

Franck Thilliez

Nato ad Annecy, è un ingegnere informatico. Nel 2004 pubblica il suo primo libro Train d’enfer pour Ange rouge. Ha vinto i premi Prix des lecteurs «Quais du Polar» 2006 e Prix SNCF du Polar 2007 con il libro La Chambre des morts. Giallista di grandissimo successo, i suoi libri hanno venduto un totale di nove milioni di copie e il suo nome compare tra quelli dei dieci autori più venduti in Francia in assoluto. Attualmente vive tra Pas-de-Calais, Antille e Guyana. Fazi Editore ha pubblicato Il manoscritto nel 2019, Il sogno nel 2020, C’era due volte nel 2021, Puzzle nel 2022 e Labirinti nel 2023.

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