Recensione “Per amore del mondo” di Daniela Padoan – Bompiani

Per amore del mondo

– Daniela Padoan    –

Dal mio primo libro, pubblicato nel 1930, al secondo, al terzo, al quarto (una traduzione dai Lirici greci uscita nel 1940) non riuscivo a vedere, attraverso lo spessore politico e l’avversione universitaria a forme di poesia crudeli e distaccate dalle composizioni classiche, che un pubblico di lettori stratificato, umili o ambiziosi. ILirici greci, e fu il principio di una più vera lettura dei classici in tutta l’Europa, entrarono nuovi nella generazione letteraria di quel tempo. Questi giovani, sapevo, scrivevano lettere d’amore citando versi delle mie liriche, mentre altri ne apparivano sui muri delle prigioni, segnati dai condannati politici. In che tempo ho scritto poesie, abbiamo scritto versi, per scendere, senza perdono, nella più acre solitudine! Categorie dello spirito, verità? L’antica poesia europea, libera, ignorava la nostra presenza: la provincia latina asservita ai cesarismi, maturava già sangue, non lezioni di umanesimo.”   

Discorso di Salvatore Quasimodo al Premio Nobel

 

Formato: Copertina flessibile

Genere: Saggio
Pagine: 592
Editore: Bompiani


Giudizio Sintetico


“Per amore del mondo” è qualcosa che non può mancare nelle librerie dei lettori più attenti, perché

non è soltanto un libro che raccoglie una nutritissima selezione di discorsi pronunciati dai grandi della letteratura in occasione dell’accettazione del Premio Nobel, è anche un bellissimo sguardo sui rapporti tra arte e politica, su un accostamento in grado di generare emozioni e riflessioni altrettanto profonde quanto quelle generate dalle opere di coloro che questi discorsi li hanno pronunciati da uno dei pulpiti più prestigiosi al mondo, quello dell’Accademia di Svezia.

E’ un libro che, se letto quest’anno, assume un sapore unico, ancora più particolare, in considerazione dello stand-by del Nobel per la letteratura la cui assegnazione è rinviata al 2019.

I discorsi contenuti nel libro paiono quasi una macchina del tempo in grado di riportare il lettore ad uno sguardo su precisi momenti della storia del mondo attraverso le lenti di chi grazie alle parole e alla propria arte, il mondo lo ha fatto riflettere.

E’ ricorrente e costante l’accostamento tra letteratura e storia, tra scrittori e potenti, un accostamento che fa emergere contrasti, anche taglienti, che paiono non perdere potenza nonostante il trascorrere del tempo.

Ciò che colpisce chi legge, è notare come i discorsi pronunciati dai grandi della letteratura mondiale a Stoccolma siano tutti accomunati dal fatto di non essere proclami lanciati nel vuoto ma parole con la forza di pietre scagliate contro i grandi temi che coinvolgono l’umanità intera come le guerre, le ingiustizie, la fame o il razzismo, parole il cui vigore è in grado di frantumare il terribile muro dell’indifferenza.

La bellezza di queste pagine è anche notare il carattere di chi, avendo già regalato opere di prim’ordine al mondo intero, non si riduce a parlare di se stesso e dell’accettazione di quello che è sicuramente un prestigiosissimo riconoscimento ma, continua a rivolgersi alla più ampia platea possibile per trasmettergli passione e argomenti come in una naturale prosecuzione dell’attività artistica e letteraria.

I discorsi politici dei Premi Nobel per la letteratura sono un bellissimo racconto del mondo in epoche diverse, un racconto sinfonico, come se fosse narrato da un’orchestra di grandi musicisti.

E’ un libro che, è da leggere subito e, magari, riscoprirlo tra qualche anno con il gusto di sorprendersi per la rinnovata (e rinforzata) attualità dei suoi contenuti.


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