Recensione “Nulla da ridire” di Cubeddu, Raimo, Susani, Tuena, Cilento e Ereddia – Corrimano Edizioni –

Nulla da ridire

– M. Cubeddu, C. Raimo, C. Susani, F. Tuena, A. Cilento e E. Ereddia –

Le riscritture sono un funambolo che cammina lungo il crinale tra la fase passiva (la lettura) e la fase attiva (la scrittura) della impresa letteraria. Un ponte architettato tra il testo amato altrui e il proprio individualissimo traguardo narrativo.

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 140
Genere: Racconti riscritti

Giudizio Sintetico

 


Reinterpretare o riscrivere, non è sinonimo di stravolgere ma più di adattare.

Sono queste le sensazione che il lettore percepisce e conserva chiudendo l’ultima pagina di “Nulla da ridire”.

Questo libro raccoglie un’unione silenziosa ma carica di significato di sei autori italiani invitati, dalla casa editrice Corriman,o ad interpretare, in nuova veste, parti di classici letterari anch’essi diversi per genere, epoca e stile.

Il risultato è una variegata e innovativa visione di classico e moderno uniti nel rispecchiare l’impronta che la scrittura fossilizza nell’evoluzione delle generazioni e del tempo.

 

Il primo racconto, per esempio, è quello che più di tutti riesce ad imprimersi e commuovere la mente del lettore.

Dal primo capitolo de “Il mondo di ieri” di Zwieg, romanzo/memoria di un europeo ad un anno dal suicidio, ritroviamo l’elogio al passato, alla cultura e alla poesia nel primo e al progresso economico e liberale nel secondo, “To shining a future” di Marco Cubeddu,  e una preoccupante denuncia nei confronti del futuro che, a differenza del classico di Zweig, nella riscrittura  porta il narratore e figlio, a scrivere ai genitori una lettera fiume senza punteggiatura che descrive le difficoltà di un ragazzo della generazione di fine anni ’80 cresciuto tra speranza nel futuro e ottimismo, ritrovatosi nell’era del “Dopo 11 Settembre 2001” disilluso e disincantato da una realtà che, per la prima volta dopo tanto tempo, vede i giovani senza speranza… .

 

Lo stile e il tratteggio che deriva da ogni singolo racconto, rispecchia il desiderio di imprimere qualcosa di personale degli autori che hanno lavorato e personalizzato dei classici così diversi e articolati.

Christian Raimo ha donato critica sociale nella riscrittura di “Bartleby lo scrivano” partendo proprio dall’educazione e dai banchi di scuola, Carola Susani ne “Il Monaco nero”, classico racconto di Cechov, riprende la condizione asfissiante del lavoro e la riproduce in chiave moderna, concentrando la pressione e lo stress su una donna, grande cambiamento sociale unito alla modernità e alla parità dei sessi.

La scena del duello”, interpretazione romanzata e orgogliosa di Filippo Tuena dell’ “Eugenio Onegin” di Puskin, “Le mucche” di Antonella Cilento interpretazione moderna e a tratti spassosa de “Andreuccio da Perugia” di Boccaccio e infine “Tu considera l’uomo” di Ereddia che interpreta Omero, sono gli altri testi che completano un’opera impegnativa ma impegnata di grande spessore storico e riflessivo.

Una carica di moderno contrapposta alla classicità, data anche dalla lingua originale in cui vengono proposti i classici, una scrittura figlia del tempo che vede la luce e la stesura dopo anni, se non secoli in alcuni casi, dove i tratti della società, delle usanze e del mondo circostante si ibernano per lasciare spazio alle sfumature insite nell’animo umano.

Una lettura interessante e innovativa, capace di lasciare un tratto marcato di riflessione a chiusura di ogni racconto.

La diversità di ogni riscrittura rende il singolo testo una piccola stanza a sé dove il lettore può rifugiarsi per confrontare, riflettere e analizzare la potenza dello scorrere del tempo contrapposta alla sempreverde maestria dell’arte e della scrittura.

 

La copertina di questa raccolta, ennesima prova di cura e attenzione nelle scelte di Corrimano Edizioni, è indicativa di ciò che si troverà all’interno delle pagine di “Nulla da ridire”.

Una persona ad un tavolo, uomo o donna impossibile da definire, che attende e riflette, quasi lasciando scorrere il tempo che colora e riempie le pareti.

Un’immagine muta e immutata che  racchiude la bellezza delle parole e il senso che ognuno di noi può dare alla riflessione e al pensiero scritto.


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