Recensione “Il mistero della Torre Eiffel” di Benjamin Monferat – Newton Compton Editori

Il mistero della Torre Eiffel

– Benjamin Monferat –

“ Esistono nessi, Pierre Trebut, ed esistono coincidenze. Le coincidenze possono essere un caso o dimostrare un nesso che noi non siamo ancora in grado di riconoscere. Un nesso è comunque chiaro e questo nesso ha un nome…”

Formato: Copertina rigida

Pagine: 573
Genere: Giallo

Giudizio Sintetico


Immaginate di essere a Parigi, Campo di Marte, sentite lo scorrere delle acque della Senna e aspettate, con trepidazione, la chiusura dell’Esposizione Universale del 1889, evento che ha visto la costruzione della Torre Eiffel, della Galleria delle Macchine e del Trocadero, la riproduzione di villaggi esotici, di giardini zoologici ma, soprattutto, del primo uso, su larga scala, dell’energia elettrica per illuminare l’esposizione.

Pensate anche all’anniversario importante che si celebra,  il diciottesimo anno della terza Repubblica, e alla tensione Europea che potrebbe esplodere da un momento all’altro.

Germania e Francia si osservano da tempo e sembrano aspettare la scintilla che avvii il macchinario della guerra; Inghilterra e Russia stanno a guardare con preoccupazione, sperando di capire e comprendere quali alleanze stringere per avere maggiori benefici.

 

In questo contesto e clima ha inizio la narrazione di questo romanzo:  sulle lancette dell’orologio di Berneau, all’interno della Galleria delle Macchine, ferme a segnare cinque minuti alla mezzanotte, sono infilzati i cadaveri di due agenti dei servizi segreti francesi.

Un avvertimento?

Mancano 60 ore alla fine dell’Esposizione Universale che si chiuderà con la rivelazione di una grande scoperta, innovativa e segretissima, il pericolo è quello di un attentato che minacci i visitatori della fiera e l’intera cittadinanza parigina.

Chi ha ucciso i due agenti e qual è il messaggio nascosto nella disposizione dei cadaveri?

Alain Marais, agente creduto scomparso, e Pierre Trebut sono chiamati dal generale Auberlon ad indagare con discrezione.

Nella Parigi dell’esposizione si concatenano realtà diverse ma sottilmente destinate ad incontrarsi… .

La borghesia parigina attende il ritorno dalla campagna di Albertine de Roqueforte, regina dei salotti e delle feste, che vedrà minacciata la segretezza di un evento passato.

Il figlio dell’erede al trono d’Inghilterra non mancherà alla chiusura dell’esposizione, accompagnato da una scorta improvvisata e velocemente partita per evitare di svelare un piccolo incidente.

La delegazione tedesca è in città, accompagnata da Friederich Von Straten, che potrebbe risolvere un enigma personale nella città francese.

Non manca la direttrice di un albergo, una prostituta d’alto bordo, un commerciante di tessuti, la delegazione russa e carpatica, e molti altri personaggi.

La tensione è alta, tutti sembrano avere un motivo per far esplodere la polveriera destinata a coinvolgere tutta l’Europa.

Inizia la corsa contro il tempo per trovare i colpevoli e salvare Parigi, l’esposizione universale e milioni di cittadini e viaggiatori.

 

Il romanzo di Benjamin Monferat ha caratteristiche positive e altre che lo pongono su un piano di incertezza.

La storia è ben costruita e congegnata, completa e arricchita dalle storie personali: non solo mistero quindi, ma anche vicende legate ai personaggi colorano le pagine del romanzo.

Vicende, che si toccano o sfiorano nell’intera narrazione, storie che lentamente si collegano e uniscono nella riuscita della trama.

Il numero di personaggi e il continuo passaggio tra le varie situazioni, è una caratteristica egregia ma anche capace di confondere i passaggi della trama, che non sempre viene seguita con lucidità e chiarezza.

L’ambientazione è la grande riuscita di queste pagine, una Parigi che affascina, che sembra di vedere e toccare con mano, arricchita dal mistero che ruota attorno alla morte dei due agenti.

Poche le caratterizzazioni dei personaggi ed eccessive le presenze di numerose figure che si confondono e difficilmente si ricollegano nello scorrere della narrazione, quindi tanti nomi ma poca possibilità di immaginazione su età, caratteristiche fisiche, ecc.

Un punto che va riconosciuto all’autore è quello di, attraverso dettagli o spezzoni di frasi, ricollegare capitoli passati per risvegliare la memoria del lettore.

Difficile lettura, impegnativa, faticosa e poco ordinata, una trama complessa e impegnativa da cogliere e apprezzare nella sua interezza.

Un libro strutturato bene, pensato e scritto con grande impegno e lavoro, troppo ricco però di dettagli e povero di caratterizzazioni del singolo.

Un mistero che viene risolto, una corsa contro il tempo che incuriosisce ma capace, allo stesso tempo, di stancare il lettore e fargli perdere la continuità necessaria ai fini della lettura.


Benjamin Monferat

È uno pseudonimo dietro il quale si cela Stephen M. Rother, scrittore e storico. È cresciuto vicino a una piccola stazione ferroviaria nella Germania centrale, quindi le storiche locomotive a vapore fanno parte dei suoi ricordi. La vita di suo nonno, vissuto durante il Terzo Reich, costretto a collaborare con il regime e contemporaneamente attivo oppositore, è stato uno dei motivi che lo hanno spinto a scrivere Lo strano mistero dell’Orient Express, primo libro pubblicato in Italia dalla Newton Compton.


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