Recensione “Gli esploratori dell’infinito” – Yambo – Cliquot

Gli esploratori dell’infinito

–  Yambo –

“E se, come aveva detto Stharr, fossimo davvero condannati a errare nei tenebrosi deserti dell’universo? Noi saremmo morti di freddo e di fame uno dopo l’altro, le nostre ossa si sarebbero polverizzate e il bolide, divenuto una gelida tomba, avrebbe continuato la sua corsa…in eterno!! No, no! Non potevo pensarci. In certi momenti avrei ammesso quasi più volentieri l’ipotesi di un incontro dell’asteroide con un altro pianeta. Almeno sarebbe  stata la fine; una fine immediata e senza sofferenze. Ci saremmo trasformati in gas, e buonanotte!”

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 285
Genere: Protofantascienza
Editore : Cliquot

Giudizio Sintetico


Conoscere i classici della letteratura italiana è utile a conoscere l’evoluzione che la nostra terra ha affrontato nel tempo, strumento necessario per capire e comprendere dinamiche che hanno portato a ciò che siamo oggi.

Piacevole e interessante è scoprire un autore che ha, prima di altri, inaugurato e aperto le danze ad un nuovo genere letterario capace di affascinare e incuriosire ancora oggi: la fantascienza.

Perché non solo di un’avventura mozzafiato, di personaggi extraterrestri e viaggi interstellari si parla ne “Gli esploratori dell’infinito”, ma anche di un’epoca, quella a cavallo tra la metà dell’800 e la prima metà del 900, che ha visto nascere la fantascienza e la proto fantascienza, sebbene all’epoca i termini non fossero ancora coniati.

Jules Verne  e Wells furono i primi a mescolare avventura, scienza ed immaginazione, entrando di diritto nelle librerie di tutto il mondo con i loro capolavori, ma è in America che la letteratura assorbì l’influenza scientifica del tempo e che Yambo, alias Enrico Novelli, portò in Italia con “Gli esploratori dell’infinito”, prima grande opera sui viaggi nell’universo toccata dall’influenza di scoperte dell’epoca, come l’asteroide Eros nel 1898, e arricchita da illustrazioni raffinate del gusto Liberty dell’epoca.

 

Siamo nel 1909 ed Harry Sharr, vecchio filantropo miliardario e vegano, convince il dipendente del suo giornale “Of the good young gazette”, Giorgio Halt ad intraprendere un viaggio avventuroso alla scoperta del piccolo satellite Cupido entrato nell’atmosfera terrestre e ancora inesplorato.

Giorgio Halt, che per denaro è disposto a tutto, accetta di intraprendere la bizzarra avventura ma quando, giunti sul satellite, verranno sorpresi da un gruppo di falsari capitanati dal Signor Harrington e imprigionati per essere impiccati, una forte esplosione causerà la fuoriuscita di Cupido dall’orbita terrestre che segnerà l’inizio di un’avventura interstellare tra i pianeti del sistema solare e della sua stella.

Un viaggio avventuroso, la vita su Cupido, incontri con altri abitanti dello spazio, l’organizzazione sociale sul satellite e il desiderio costante di ritorno sulla Terra, saranno gli ingredienti di questo viaggio galattico e colmo di ironia, satira e pura magia cosmica.

 

Quando ci si lascia trasportare dal racconto di Giorgio Halt, e dalle illustrazioni di Yamboo che arricchiscono come fotografie la narrazione, si ha la percezione di unire lo stile e l’avventura di classici più conosciuti e famosi dell’epoca.

Quello che colpisce però è la poca e ingiusta conoscenza di questa opera nostrana che nulla ha da invidiare ai grandi dell’epoca.

Non solo il contenuto e la fantasia dell’autore ma anche i dettagli scientifici e i dialoghi ironici e grotteschi riempiono le pagine di un’opera completa e mai noiosa, un esempio di stile dell’epoca che viene apprezzato e che rappresenta un ottimo metro di paragone e riflessione con le scoperte e le tecnologie che, nella seconda metà del 900, porteranno l’uomo sulla luna.

E’ bello vedere come la scienza ha influito nella storia e nelle caratteristiche descritte all’avvicinarsi di ogni pianeta, rapportate alla conoscenza del lettore moderno che gusta i tratti fantastici e fantasiosi della storia.

Tra realtà e immaginazione ci si trova  a incontrare figure aliene e improbabili e si perde la necessità di tratteggiare le linee che separano verità e fantasia.

Un libro per ragazzi e adulti, un’avventura classica ma moderna per stile e contenuto, arricchita dalle meravigliose e artistiche illustrazioni che valgono tanto quanto lo scritto, merito della casa editrice Cliquot che ha saputo dare valore non solo al contenuto ma anche e soprattutto al “contenitore”.

Un ottimo modo per avvicinarsi alla proto fantascienza, conoscerla e viverla attraverso gli occhi di un autore e artista italiano capace di trasportare nel linguaggio molta della sua “toscanità”.


Yambo (Enrico Novelli),  giornalista e scrittore italiano (Pisa 1874-Firenze 1943). Figlio di Ermete, collaboratore di vari periodici e direttore del Nuovo giornale di Firenze, si affermò come scrittore per l’infanzia: tra i suoi libri, caratterizzati da una mescolanza di invenzioni bizzarre e di arguzia toscana, il più noto è Ciuffettino (1902). In Tutto di tutto (1928) raccolse novelle, fiabe, giochi, leggende, poesie, ecc. Scrisse anche per il teatro.


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