Recensione “Tokyo Express” di Matsumoto Seichō – Adelphi Edizioni –

Tokyo Express

– Matsumoto Seichō –

“Era così evidente che si trattava di un suicidio d’amore che sui volti degli agenti aleggiava un senso di delusione.”

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 175
Genere: Poliziesco
Editore : Adelphi


Giudizio Sintetico


Se amate le atmosfere dei polizieschi, le indagini vecchio stile e le intuizioni investigative, non potrete non amare Tokyo Express, libro frutto della penna di Matsumoto Seichō, scritto nel 1958 e reso disponibile da pochi giorni nelle librerie grazie ad Adelphi.
La trama, vede come episodio centrale il ritrovamento di due cadaveri su una spiaggia nella baia di Hakata, a pochi chilometri da Tokyo. I primi elementi fanno intendere che le due vittime, giovani amanti, si siano suicidate assumendo del cianuro. Le indagini portano alla luce una vicenda colma di elementi in perfetto ordine, una perfezione che induce gli investigatori a scendere più a fondo per far luce su ciò che appare a tutti gli effetti come un suicidio. A questo si affianca, sullo sfondo, una vicenda legata ad intrighi ministeriali. Il caso sarà risolto grazie ad un incastro perfetto di vicende la cui morale è quella di insegnare di non dare mai per scontato ciò che apparentemente lo può sembrare fino in fondo.
L’indagine narrata nel libro è complessa ma lo stile la rende piacevole, uno stile che – riferito al noir – fa emergere con chiarezza il trascorso giornalistico dell’autore che prima di dedicarsi completamente alla scrittura, ha mosso numerosi passi negli ambienti della cronaca.
Nel libro, l’elemento più geniale, è un costante riferimento agli orari dei treni, al loro esame e all’importanza di questo dettaglio fino alla conclusione della vicenda, tanto da indurre il lettore a credere quasi di udire il ticchettio del trascorrere del tempo scandito dagli orologi della banchina di una stazione. Una delle cose che più mi ha colpito leggendo questo libro, è l’assenza di grandi descrizioni degli ambienti giapponesi (…amo il Giappone), scelta che comunque non ostacola il lettore nel sentirsi un osservatore privilegiato delle scene descritte, quasi come se si trovasse fianco a fianco con i protagonisti. Leggendo, si è partecipi dalla prima all’ultima pagina.
Molte le similitudini con i polizieschi famosi, in primis con quelli che hanno reso celebre George Simenon e i suoi personaggi: la caparbietà nelle indagini, i rapporti tra investigatori nei commissariati di polizia…, solo che, al posto delle atmosfere parigine, qui vi sono quelle del Sol Levante e della sua capitale, che poco o niente hanno di attinente con le ambientazioni della Francia del ‘900. Il rapporto tra il vecchio investigatore, Torigai Jūtarō e il suo giovane collega, Mihara Kiichi, rimanda, almeno in parte, alla memoria, quello di un’altra ben più celebre coppia investigativa formata da Sherlock Holmes e John Watson.
E’ un libro che scorre velocissimo, estremamente piacevole, mai banale e con una trama in grado di sorprenderci fino all’ultima riga. E’ proprio questo l’unico difetto che un lettore appassionato di polizieschi potrebbe muovere nei confronti di Tokyo Express: lo si legge troppo velocemente.
Consigliato assolutamente a tutti gli amanti degli intrighi polizieschi, a coloro che amano il Giappone e a tutti coloro che adorano restare vittime di colpi di scena tra le pagine di un libro.


Seicho Matsumoto (1909-1992) è stato un giornalista e scrittore giapponese. Autore molto conosciuto in patria e vincitore del premio Akutagawa nel 1953, ha scritto oltre 300 romanzi e diversi racconti.
Da alcuni definito il “Simenon giapponese” è stato pubblicato per tre volte nel Giallo Mondadori: La Morte è in Orario del 1957 è l’opera più conosciuta, seguita da Come sabbia tra le dita del 1961 e Il palazzo dei matrimoni del 1998. Le tematiche dei suoi gialli affondano spesso le radici nei problemi sociali giapponesi, il tutto unito ad una predilezione per l’indagine strettamente logica ed intuitiva. Nel 2018 Adelphi ha pubblicato Tokyo Express, apparso nell’edizione originale nel 1958, da cui è stato tratto nel 2007 il film Ten to sen, con Takeshi Kitano.


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