Recensione “Lonely Betty” di Joseph Incardona – NNEditore –

Lonely Betty

– Joseph Incardona  –

Ogni scrittore è debitore all’immaginario della propria infanzia, non crede?”.

 

Formato: Copertina flessibile

Pagine: 101
Genere: Racconto
Editore: NNEditore


Giudizio Sintetico

Non sappiamo quale fosse l’obiettivo nel rapporto scrittore-lettore che Incardona si è prefissato scrivendo questo libro, forse non ho cercato abbastanza ma, a fine lettura, sono rimasta con molti dubbi e poche risposte, a cui continuerò a dedicare ricerche su internet fino alla soluzione di ogni enigma rimasto aperto.

Per me “Lonely Betty” rimane una sorta di Cold Case, un qualcosa di irrisolto e non totalmente capito.

Prima di tutto è un racconto e, vista l’abitudine di Incard

ona di scrivere questo tipo di forma narrativa, mi chiedo se, inserita in un contesto di racconti, questa storia mi avrebbe meno colpito in negativo, ma andiamo con ordine.

 

Betty Holmes ha novantanove anni, è stata la maestra storica di Durham, e sta per spegnere le cento candeline.

In una fredda cittadina del Maine, tutta la città si sta preparando all’evento a cui parteciperanno le più alte cariche della contea.

Il Natale si avvicina e la vicesindaco è chiamata a prendere parte alla cerimonia.

L’ex tenente di Polizia ora in pensione, John Markham, sta per festeggiare il primo Natale da solo ma ciò che non si aspetta è di essere chiamato dalla casa di riposo, dove Betty è ospite da molti anni, perché l’anziana ha qualcosa da rivelare.

Dopo più di cinquant’anni di silenzio deve confessare un segreto: una verità riguardante la scomparsa di tre fratellini avvenuta nella scuola dove lavorava più di sessant’anni prima… .

 

La trama, ad inizio lettura, promette davvero bene, tanto che l’entusiasmo è alle stelle quando si comincia a leggere la storia di Betty e dei preparativi al suo compleanno.

Chi la circonda, e chi non c’entra nulla ma viene chiamato in causa, come cittadini pescati a random nella trama, all’inizio divertono, alla fine annoiano.

Il fulcro comunque rimane Betty, e questa sua esigenza, questa lampadina che tra mille riflessioni – tipiche forse dell’età in cui vive e che è portata a fare anche contro la propria voglia – si accende come una candelina delle cento che sta per soffiare, e richiede la confidenza con l’ex tenente di polizia John riguardo alla scomparsa dei tre fratellini Harrys avvenuta sessant’anni prima.

Ciò che promette la trama (e il premio vinto da Incardona) è un noir a tutti gli effetti, ciò che emerge però è un racconto ironico – e molto volgare – che mescola elementi di vario genere in una trama sconclusionata e senza evoluzione interessante, scomodando addirittura uno degli scrittori più amati e famosi contemporanei (non vi dirò chi è).

Forse un tributo? Non lo so, la certezza è che però le aspettative erano alte, la trama invogliava, ma il risultato è assolutamente deludente, seppur con un finale adatto e interessante.

La narrazione è ovviamente veloce (il libro è composto da 101 pagine in formato ridotto) ma la sostanza della storia sembra relegata a poche pagine perché l’autore decide di focalizzare l’attenzione sui pensieri erotici e volgari dell’intera cittadina.

Leggere per credere, io rimango ancora dubbiosa, forse non l’ho capito io ?!


Joseph Incardona è nato nel 1969 da madre svizzera e padre siciliano. Scrittore e sceneggiatore, ha pubblicato racconti, romanzi e graphic novel: tra i suoi titoli, Aller Simple pour Nomad Island220 VoltLonely Betty (Grand Prix du Roman Noir) e Taxidermie. Con La metà del Diavolo(NNE 2016) ha vinto il Grand Prix de Littérature Policière nel 2015.


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