Recensione “Tryte” di Luca Giribone

Tryte

–   Luca Giribone  –

Andrea santo cielo, perchè ti sei lasciato prendere, dovevi venire via non appena inviato il visto, si stampi, dovevi scegliere meglio i tempi, quella tana che ti sei trovato lo sapevi che prima o poi sarebbe diventata la tua tomba.

 

Formato: Copertina flessibile

Genere: Thriller fantascientifico
Pagine: 280


Giudizio Sintetico


Se pensavo di aver avuto a che fare con tutta la fantasia e l’ingegno di Luca Giribone in “New York 1941. Forse” , mi sbagliavo di grosso.

“Tryte” non solo è una versione 2.0 di un lavoro già ai limiti della genialità, ma è soprattutto un nuovo romanzo dove la crescita narrativa, dei dialoghi e dell’intreccio narrativo è evidente e si fonde con una trama intricata, per nulla scontata e satura di fantascienza  che, gli amanti del genere, devono assolutamente conoscere.

Rovereto, anno 2020. Andrea Mainelli, scrittore romano di successo, creatore di una saga poliziesca ambientata negli anni Quaranta a New York, viene torturato e orrendamente trucidato da una squadra di sicari inviata dal Sindaco della Capitale, Spirati, personaggio potente e profondamente corrotto. La scomparsa dell’autore non ferma però la macchina che egli stesso ha messo in moto. La sua editor e segretamente amante Elena Regis, ha celato a tutti, casa editrice e marito compresi, i documenti che inchioderebbero Spirati e tutta la sua organizzazione, ponendo fine a un’epoca contrassegnata da agghiaccianti delitti. Lentamente, un vaso di Pandora dalla violenza impensabile si scoperchia; perduti gli affetti fondamentali e perseguitata da minacciose presenze, Elena troverà chiarimento e conforto nell’incontro con il Programmatore, uomo dal passato turbolento e oscuro, l’unico, forse, in grado di dare risposta alle tante, inquietanti domande rimaste aperte. Nel frattempo, un salto improvviso ci riporta, apparentemente senza motivo, nella New York degli Anni Quaranta dove il giornalista d’assalto Frank Logan viene travolto da una serie di eventi inspiegabili… Tryte è un rompicapo affascinante, complesso e magnetizzante. Il genio che lo ha generato è un concetto sul quale il lettore non smette di interrogarsi; le infinite possibilità della creatività letteraria vanno configurandosi in un incubo allucinatorio, i cui margini sembrano sfumare nella realtà. Un noir fantascientifico e pirandelliano che indaga in profondità le voragini di New York 1941. Forse, opera prima dell’autore, ma che, da solo, apre e chiude un cerchio perfetto, regalando al lettore momenti di altissima suspense ed emozioni vertiginose.

“Tryte” è legato indissolubilmente con il primo romanzo di Luca Giribone, “New York 1941. Forse”, è il derivato, il collegamento, la connessione tra la storia di Frank Logan e di Andrea Mainelli.

Se nel primo romanzo siamo stati catapultati in una storia incredibile di indagini, corruzione e pericoli in color seppia, nel 2020 troviamo le stesse caratteristiche con tratti marcati e attuali di sparizioni, segreti inconfessabili e malavita.

Un autore scomparso, vite in pericoli e un collegamento che farà coesistere i due romanzi.

Come è possibile? Non posso svelare nulla.

Dare qualsiasi tipo di indicazione vorrebbe dire rischiare di dire troppo e svelare dettagli fondamentali per capire e comprendere l’ingegno dell’autore per creare le sue opere.

“Tryte” è un sequel ma anche un prequel, è sicuramente un salto di maturità nella scrittura di Giribone, originali e al di sopra di qualsiasi immaginazione del lettore e, secondo me, da leggere subito dopo aver finito il primo capitolo.

Fantascienza applicata alla tecnologia e a più dimensioni, un quadro noir che si intreccia (in modo complesso) ad una storia che fonda le radici in un terreno di programmazioni e dimensioni parallele.

Storie che sembrano voler viaggiare su binari vicini ma che irrimediabilmente si intrecciano e portano suspance e adrenalina in ogni pagina, in ogni componente, attraverso ogni personaggio.

Ho apprezzato molto “Tryte”, ho trovato narrazione e trama evoluti, maturati e maggiormente complessi.

Una lettura sicuramente impegnativa per contenuti e intrecci, che unisce all’alta tensione, parti strazianti di una profondità incredibile.

Sicuramente un’opera adatta agli amanti del genere che non rimarranno delusi dalla genialità di un pensiero, divenuta opera, che gioca con il lettore per capire (o meglio cercare di capire) intrecci e vicende di questo romanzo nel romanzo.


Luca Giribone nasce a Torino nel 1975. Sin da giovanissimo collabora per alcuni anni con La Stampa di Savona, entrando a far parte della redazione dell’inserto giovanile “Il Menabò”. Gli studi e gli interessi per il mondo della comunicazione di massa lo portano a Milano, dove lavora in agenzia di pubblicità come copywriter e brand manager, senza mai abbandonare la passione per la lettura e la scrittura. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo, New York 1941. Forse (Europa Edizioni).


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