Recensione “Una principessa in fuga” di Elizabeth Von Arnim – Fazi Editore

Una principessa in fuga

–  Elizabeth Von Arnim  –

 

Formato: Copertina flessibile

Genere: Romanzo
Pagine: 280
Editore: Fazi Editore


Giudizio Sintetico


Priscilla ha ventun anni e vive in un granducato mitteleuropeo ai confini con l’Italia. A differenza delle sorelle, non si è ancora sposata: lei è una sognatrice, una poetessa che non scrive poesie, e il suo unico desiderio è evadere da una vita di agi prevedibile e soffocante. Architetta così la fuga verso l’Inghilterra insieme al bibliotecario e precettore Fritzing, la persona che le ha insegnato ad amare la libertà e la poesia inglese. Sul traghetto per Dover cominciano le ansie di Fritzing, e i due, che si spacciano per zio e nipote, iniziano a raccontare versioni diverse della storia che hanno immaginato, inanellando una serie di errori che culmina con l’arrivo a Symford, quando incontrano le due autorità del villaggio, Lady Shuttleworth e il curato Mr Morrison, i cui rispettivi figli, Augustus e Robin, come prevedibile, si invaghiscono della ragazza. Priscilla vuole comprare un cottage e dedicarsi alla filantropia, ma la sua completa ignoranza delle convenzioni sociali finisce per causare scompiglio ed equivoci a non finire. Da un lato il sospetto da parte della moglie del parroco e di suo figlio, dall’altro l’adorazione che le tributa il figlio di Lady Shuttleworth, fanno precipitare la situazione…
Elizabeth von Arnim non delude mai: il ritmo, l’ironia e l’intelligenza che ormai ben conosciamo rendono queste pagine davvero incantevoli.

Colorato, vivace e delicato.
Una principessa che fugge (con l’impacciato e adorato insegnante) in Inghilterra, lasciando il piccolo ducato tedesco e gli agi di una vita regale.

Una favola dolceamara dove la morale è racchiusa in poche e semplici strade che la trama intraprende, guidata dalla costante Sorte che, compagna silenziosa, sorride o volta le spalle ai protagonisti.
Peripezie, atteggiamento e divertenti siparietti, stravolgono la vita del villaggio in cui i due si rifugiano (assieme alla furba e meschina cameriera).
La cara principessa Priscilla, sicura che una fuga dalla vita “tutta lustrini” alla ricerca della semplicità sia la via della felicità, si troverà a fare i conti con il proprio egoismo regale e i problemi della vita vera dove i soldi contano e le parole feriscono.

Da principessa, carica di ego e sogni di semplicità e sobrietà, Priscilla si troverà ad essere pietra angolare di stravolgimenti e situazioni che avranno conseguenze pericolose se non permanenti sugli abitanti del verde e grazioso villaggio inglese.
Questo romanzo è colorato esattamente come la sua copertina, è dolce, armonioso e frizzante.

La capacità narrativa dell’autrice mi ha spiazzata, ammaliata e coinvolta in modo unico.

L’autrice racconta e arricchisce con capacità di linguaggio elevate la trama da essa stessa creata, rendendola vivace, seria ma anche spassosa e carica di significato.
Un racconto che non stanca, che non ha grossi stravolgimenti ma che riesce a divertire e invogliare il lettore a scoprire altri racconti della Von Arnim, narratrice eccelsa!


Elizabeth von Arnim


Nata col nome di Mary Annette Beauchamp a Kirribilli Point, in Australia, da una famiglia della borghesia coloniale inglese, era cugina della scrittrice Katherine Mansfield. Visse a Londra, Berlino, in Polonia e infine negli Stati Uniti. Si sposò due volte – entrambi i matrimoni furono infelici – ed ebbe cinque figli, fra i cui precettori ci furono E.M. Forster e Hugh Walpole. Fra un matrimonio e l’altro, fu l’amante di H.G. Wells. Fu una scrittrice molto prolifica. Oltre a Un incantevole aprile, Fazi Editore ha pubblicato Il giardino di Elizabeth e La fattoria dei gelsomini.

 


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