Recensione “Destinazione felicità” di Guendalina Bosio – Gilgamesh Edizioni

Destinazione felicità

– Guendalina Bosio –

“Riflettei per qualche istante, poi risposi: “Da grande voglio essere felice”

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 183


Giudizio Sintetico


Un’infanzia infelice, una fuga disperata e l’incessante ricerca della felicità da sempre desiderata. Il giovane Sean si racconta attraverso i ricordi, lasciati dalle innumerevoli avventure vissute, e le pagine di diario scritte durante l’anno di svolta della sua vita. Esperienze nuove e avventurose, incontri speciali, forti emozioni, amicizie e speranza accompagnano il protagonista nell’indimenticabile viaggio verso la realizzazione dei propri sogni, in un coinvolgente e appassionante racconto, sempre in bilico fra presente e passato.

Sean è un bambino di quattro anni che viene abbandonato dai genitori in un parco giochi.

La solitudine e disperazione lo portano a bussare alla porta di un orfanotrofio dove, a causa dell’impossibilità di finanziare l’ospitalità, il bambino passa tre anni a lavorare duramente e subire ingiustizie.

A seguito dell’ennesima ma particolare cruda violenza, Sean decide di scappare e intraprendere un viaggio alla ricerca della propria felicità, un viaggio costellato da persone, tappe e sentimenti contrastanti.

La vita di Sean sembra un racconto metaforico tra presente e passato, il narrare di un’esperienza che appare reale ma acquisisce le sembianze astratte dell’imperfezione, derivazione di una ricerca razionale di fattibilità di cui il lettore si interroga.

Il suo è un viaggio alla ricerca della felicità, che passa sempre attraverso la stabilità e la famiglia.

Accompagnato dall’inseparabile diario, attraverso cui alterna la narrazione della sua storia, Sean toccherà il cielo con un dito per poi ricadere sempre e dover fare i conti con la solitudine, un cammino impervio ma carico di speranza.

Ogni incontro che farà sarà un’illusione per il protagonista ma anche insegnamento e consapevolezza della forza interiore che non permette al bambino di arrendersi, sarà esperienza e pietra nuova per costruire il proprio futuro e la propria strada personale, una strada che terminerà solamente quando incontrerà le persone giuste.

Come dice l’autrice, questo è un racconto a due voci della stessa anima, un flusso passato che si conclude con la confessione presente.

Ci si affeziona a Sean, pare impensabile poter comprenderne il dolore ma stupisce la forza interiore che lo conduce alla ricerca della felicità.

La storia di Sean è drammatica e graffiante ma, attraverso dolcezza e speranza, sa infornerete fiducia anche nel lettore.

Ho apprezzato molto lo stile narrativo, fluido e coinvolgente, anche senza dialoghi, mi è piaciuta l’impostazione della trama e il senso profondo della storia e, fattore non di seconda importanza, rimango stupida dalla giovane età dell’autrice e dall’indubbio talento che ogni pagina trasuda.

Questa è una storia che vive sulla linea sottile tra realtà e metafora ed ho amato questa sensazione confusa che mi porta a domandarmi se si tratti di una storia volutamente improbabile in alcuni dettagli o fantasticamente perfetta nel lasciare al lettore la scoperta e l’interpretazione del messaggio più profondo.

Un esordio di indubbia riuscita, forse non totalmente perfetto, ma sicuramente perfetta pietra miliare per un lungo cammino di scritti che l’autrice sicuramente ci regalerà in futuro.


Guendalina Bosio, classe 2002, vive a Rodigo (MN) e studia a Mantova, dove frequenta il liceo linguistico. Le sue grandi passioni sono le lingue e la scrittura, la quale, vista la sua profonda riservatezza, è il mezzo attraverso cui riesce meglio a esprimere e a raccontare ciò che sente. Essendo cresciuta in campagna, adora il contatto con la natura e la sensazione di libertà che le infonde lo stare all’aria aperta.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *