Recensione “I ragazzi della Via Boeri” di Enrico Tommasi

I ragazzi della Via Boeri

– Enrico Tommasi 

 

Milano rinasce ogni mattina, pulsa come un cuore.
Milano è positiva, ottimista, efficiente.
Milano è da vivere, sognare e godere.
Milano da bere.
(Celebre slogan pubblicitario ideato nel 1985 per la campagna dell’Amaro Ramazzotti. L’espressione “Milano da bere” fu usata in ambito giornalistico per definire la Milano rampante e alla moda degli anni 80)

 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 184


Giudizio Sintetico


Il romanzo di formazione di un ragazzo degli anni ’80 in una Milano insolita e inedita, molto diversa dalla città da lui sognata. E’ nelle zone d’ombra di questa città che si svolge la storia vera di Enrico, studente salernitano nonché uno dei “Ragazzi della Via Boeri. Per quasi cinque anni alloggerà in un modesto pensionato dell’Opera Cardinal Ferrari, simbolo dell’accoglienza milanese che fa da sfondo al suo incontro con “le tonalità più varie dell’arcobaleno del genere umano”. Protagonista di infinite avventure tragicomiche, Enrico deve la formazione dell’uomo che diventerà anche, e soprattutto, all’altro lato della storia, alla conoscenza di quel sottobosco ignorato che vive spingendo un misero carrello. Non farà che ammantare di sensibilità e di emozioni positive la percezione della vita reale.

Ci sono storie, figlie di penne fantasiose,  frutto di inventiva e genialità che danno vita a trame astratte, destinate a chiudersi assieme all’ultima pagina del libro in cui sono contenute.

Ci sono però anche libri che custodiscono racconti di un passato a cui si guarda con nostalgia, momenti di cambiamento e di passaggio che vengono rivissuti assieme al lettore dallo stesso autore che diviene, come in questo caso, voce narrante.

Enrico Tommasi, che da quasi quarant’anni vive a Milano dedicandosi all’attività notarile, appunta e racconta in questo romanzo la sua vita, in realtà un passaggio cruciale e di cambiamento della sua esistenza: il trasferimento da Salerno

a Milano per frequentare l’università Cattolica, gli anni accademici al Trezzi che, non solo sarà la base di un cammino di formazione, ma rappresenterà un’unione di ragazzi, di esperienze e di solidali condivisioni che sapranno rendere ancor più consapevole la vita del protagonista e il senso ampio di accoglienza.

Enrico Tommasi divide questo racconto in capitoli che narrano e presentano diverse personalità e personaggi, non solo egli stesso, ma tutti gli abitanti del Trezzi si mescolano tra esperienze personali e collettive, che diventano  testimonianze tragicomiche che coinvolgono e fanno sorridere il lettore.

Dalla partenza verso il freddo nord, piena di stereotipi e precauzioni, ai ritorni a casa per le feste, dalla convivenza, alle sorprese di nuove amicizie, dallo sport alle diverse modalità di “studio”, dalle cabine telefoniche ai bagni comuni, “I ragazzi della via Boeri” è un variegato piccolo mondo di esperienze personali ma soprattutto in cui, chi ha vissuto quegli anni, può ritrovarsi e ritrovare il gusto dolceamaro del tempo passato che, assieme al cambiamento delle persone, si è portato via tanti oggetti, usi e costumi che oggi mancano, un’istantanea color seppia colorata da chi ne ha vissuto i momenti!

Per quanto io appartenga alla generazione successiva rispetto all’autore, ho letto con grande coinvolgimento queste pagine e questi racconti, trovandomi sempre a terminare la lettura di ogni breve capitolo con il sorriso sulle labbra, convinta che non fossero solo ricordi ma anche e soprattutto messaggi di accoglienza e amicizia da cui trarre insegnamento.

Per quanto non sempre ci sia solo spazio per l’ironia, che rimane la grande protagonista di queste pagine, tutta la narrazione ha un sapore positivo di un racconto gioioso, ilare e speranzoso.

I protagonisti sono tanti, a volte si fatica a tenere assieme i pezzi, soprattutto quando arrivano nuovi componenti, ma tutto scorre in un dolce ricordo immortalato su frizzanti e meravigliose pagine.

La casa di via Boeri è stata un luogo di passaggio per orfani senza futuro o orfani con una valigia piena di sogni, luogo divenuto crocevia di divertimenti e attimi che l’autore ripercorre prendendoci per mano, ricordi che vengono narrati elegantemente e trascritti sulle pagine della memoria e di un libro che sa far sorridere parlandoci di un passato in cui ognuno di noi può trovare qualcosa di proprio, corridoi di esperienze su cui si sono spente le luci del passato ma su cui veglia il dolce ed immortale ricordo.


Enrico Tommasi (Salerno, 24 ottobre 1961) dall’autunno del 1980 vive a Milano dove si è laureato in Giurisprudenza e ha proseguito gli studi fino a superare i concorsi per la Magistratura e il Notariato. Dopo una vita dedicata alla professione notarile ha pensato fosse il momento di affiancare alle carte la scrittura narrativa. Questa è la prima opera di un autore esordiente che semplicemente si racconta.


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