Recensione “James Biancospino e Le sette pietre magiche” di Simone Chialchia

James Biancospino e le sette pietre magiche”

–  Simone Chialchia 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Narrativa
Pagine: 309


Giudizio Sintetico


Agli albori del XVI secolo l’eterna lotta tra il Bene e il Male non si svolge solo con spade e pugnali, ma anche attraverso il dominio di antiche e misteriose pietre magiche: la vittoria arriderà a chi si dimostrerà più abile nel controllarne l’arcano potere. James Biancospino, un timido ragazzo del terzo millennio, si trova suo malgrado coinvolto nella guerra senza esclusione di colpi tra la Confraternita della Luce e la terrificante setta degli Oscuri. Attraverso viaggi avventurosi e mirabolanti battaglie, James scopre un po’ alla volta il valore di parole come onore, dovere, coraggio, sacrificio, amicizia e amore, che doneranno un nuovo senso alla sua vita.

James Biancospino è uno studente, figlio unico e indipendente di una mamma hostess e single.
La vita di James è del tutto ordinaria e simile a quella dei suoi coetanei, se non fosse per le esperienze oniriche di strane battaglie, presenze magiche e strani fenomeni che di notte gli causano incubi, procurandogli anche un forte dolore alla spalla.
Un evento scientifico apre una giornata che diventerà principio di un’avventura incredibile: grazie ad una strana pietra che James impugna per lanciarla al proprio cane, si troverà trasportato nei primi anni del 1500 dove la “confraternita della Luce” deve quotidianamente salvaguardare la pace e impedire ad alcune forze oscure di entrare in possesso delle pietre magiche!
Viaggiando con diversi personaggi in un itinerario tipicamente italico, non mancheranno tradimenti, amicizie ed elementi magici nell’eterna lotta tra bene e male!
I fattori che mi hanno maggiormente colpita, leggendo il romanzo di Simone Chialchia, sono la velocità narrativa, gli elementi variegati creati in questo mondo ucronico e le varie fasi del viaggio che toccano tappe nostrane mettendo anche in evidenza personaggi storici e famiglie celebri della storia del nostro Paese!
Con una scrittura semplice, Simone Chialchia ha creato una storia apprezzabile dagli amanti del genere, veloce nell’evoluzione ma curata nei minimi dettagli, sinonimo del fatto che si può creare un buon libro fantasy senza dover abbondare nel numero di pagine!
Ho trovato qualche refuso nella scrittura ma nulla che impedisca o infastidisca la lettura nel suo insieme.
I personaggi sono molto ben caratterizzati, non sono eccessivi e quindi è semplice poter seguire ogni passaggio della storia e hanno caratteristiche che li rendono singolarmente riconoscibili (oltre alla presenza di un utile elenco dei personaggi alla fine del libro!)
Un romanzo che nel complesso ho apprezzato seppur forse la trama non ha quel pizzico di originalità tale da renderla unica, ma capace di tenere alta la curiosità nei confronti del prossimo volume!

Simone Chialchia, Classe ’91, è cresciuto in un piccolo paesino nelle Valli del Natisone dove ha sempre nutrito una fervida immaginazione determinata proprio da quell’ambiente incontaminato; un posto fuori dal mondo e dal tempo.
Il legame con la natura e gli animali sono un caposaldo della sua persona. Non a caso l’idea che lo ha spinto a scrivere il suo primo romanzo è nata durante una passeggiata col suo cane.
La scrittura è un veicolo di emozioni, un carburante che lo spinge anche ad una continua riscoperta e crescita interiore. Attraverso le parole cerca di condividere riflessioni e tematiche riguardanti la vita di ogni giorno; analizzandone le varie sfaccettature mira sempre a metabolizzare quegli aspetti che contribuiscono a renderlo una persona più matura.
Cerca sempre il confronto per ampliare la sua apertura mentale e soddisfare al contempo la sua insaziabile curiosità; ha conseguito due diplomi e una laurea in ambiti completamente distanti fra loro e non smette di cimentarsi con nuove sfide.
Nel momento in cui tutto sembrava essere perduto, ogni sacrifico buttato al vento e sull’orlo del fallimento, ha trovato nella scrittura quella forza che ancora oggi lo sostiene e continua a farlo avanzare nelle varie fasi della vita.
L’obiettivo? L’utopia di autorealizzarsi.
Ama camminare (soprattutto in alta montagna), ascoltare musica metal e suonare la chitarra.
Di umili origini, primogenito di quattro è un gran lavoratore e continua a sognare ad occhi aperti, proprio come faceva da bambino.
Vive a Cividale del Friuli assieme alla sua giovane famiglia.


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