Recensione “I migliori anni” di Cinzia Giorgio

I migliori anni

–  Cinzia Giorgio 

«In un’epoca di violenza ha inseguito i suoi sogni e lottato per i suoi sentimenti. La storia di una donna forte e del suo coraggio.
La storia, indimenticabile, di una famiglia
.»

 

Formato: Copertina rigida

Genere:  Romanzo storico
Pagine: 320


Giudizio Sintetico


Aprile 1975. A soli quarantotto anni, Matilde Carbiana sta per diventare nonna. Il nipote ha deciso di nascere proprio il giorno del suo compleanno. Eppure, quello che dovrebbe essere un momento di grande gioia pare turbarla. E il turbamento arriva da lontano…
Estate 1943. La cittadina di Venosa è occupata dai nazisti, che terrorizzano gli abitanti. Matilde, giovane e determinata, non ha intenzione di rimanere confinata nella provincia lucana: vuole convincere il padre, viceprefetto della cittadina, a lasciarla andare a Bari per completare gli studi. Fausto Carbiana accetta, ma a patto che la accompagni suo fratello Antonio. A Bari, nella pensione che li ospita, vivono altri studenti, tra cui Gregorio, un giovane medico. L’antipatia iniziale che Matilde nutre per lui si trasforma ben presto in un sentimento profondo. Ma la guerra e gli eventi avversi rischiano di separarli proprio quando hanno capito di non poter più fare a meno l’una dell’altro. Matilde si troverà suo malgrado di fronte a scelte più grandi di lei, che cambieranno per sempre la sua vita. E non soltanto la sua…

Siamo abituati a saghe familiari lunghissime, magari frutto di fantasia, che sembrano non finire mai.
Nulla di male ci mancherebbe, ma aprendo il nuovo romanzo di Cinzia Giorgio si respira un’aria diversa, di storia reale e lontana che da subito coinvolge e  fa immergere totalmente nei sogni e nelle lotte, anche sentimentali, di Matilde.
Siamo nell’Aprile del 1975 e Matilde sta per diventare nonna proprio nel giorno del suo compleanno.
Questo evento sembra riportare alla memoria eventi lontani che riaffiorano prepotentemente in superficie portando la donna a riviverli singolarmente.
Il viaggio a ritroso nel passato ci conduce nell’estate del 1943 a Venosa, dove l’occupazione da parte dei nazisti sembra non impedire alla giovane Matilde, figlia di buona e agiata famiglia, di sognare e progettare il futuro nella speranza di poter completare gli studi a Bari.
Una volta giunta nella città pugliese, assieme al fratello Antonio, la ragazza conoscerà i coinquilini della pensione che li ospita, tra cui Gregorio che sarà capace di far scaturire sentimenti profondi e nuovi nel cuore della ragazza.
Ma le scelte, nella vita, spesso non seguono il corso dei desideri e i cambiamenti nella propria vita sanno dare appagamento ma non sempre rimarginare le ferite.
Riuscire a raccontare quanto questo romanzo mi sia piaciuto mi abbia coinvolta, mi abbia commossa, sia riuscito a travolgermi e sconvolgermi con fatti e sentimenti, non è semplice proprio perché queste pagine hanno saputo mettere in movimento tantissimi ingranaggi della mia persona, del mio cuore e dei miei sentimenti.
Se ripenso al rumore della storia, personale e d’Italia, ai brividi che ancora sento quando ripenso al finale e alle molte volte che sono andata a rileggerlo, alle sensazioni profonde e variegate e alla voracità con cui ho letto queste pagine, non potrei essere totalmente sicura di riuscire a dire tutto.
Tutto ciò che è storico e reale, e qui siamo di fronte a una storia reale, riesce sempre ad emozionarmi maggiormente, soprattutto, come in questo caso, se insieme ad una storia completa e profonda, troviamo una scrittura assolutamente magistrale.
Non ci sono, all’interno di queste pagine, dei momenti vuoti, delle frasi che non riescano a colpire la parte più emozionale del nostro spirito. Il risultato è quindi un insieme di pagine, una storia, che ci fa provare timori, voglia di evadere, ricerca di emancipazione, astio, sentimenti, ironia, dubbio ma soprattutto toccare nel vivo l’amore più bello e desiderato.
Non nascondo che alla fine di questo libro mi sono commossa, ho pianto come una bambina, perché questa storia si conclude nell’unico modo possibile capace di chiudere un cerchio generazionale, storico e personale.
Insomma, i migliori anni è un libro che ho amato, dall’inizio alla fine, non posso che consigliarlo a chiunque, soprattutto a chi ama, in ogni forma, modo e al di sopra di qualunque tempo.
Matilde ci entra viva nel cuore ed emerge dalle pagine con una potenza che rimane “attaccata” a noi ancora per molti giorni dopo aver terminato la lettura.

Cinzia Giorgio

è dottore di ricerca in Culture e Letterature Comparate. Si è specializzata in Women’s Studies e in Storia Moderna, compiendo studi anche all’estero. Organizza salotti letterari, è direttore editoriale del periodico Pink Magazine Italia e insegna Storia delle Donne all’Uni.Spe.D. È autrice di saggi scientifici e romanzi. Con la Newton Compton ha pubblicato Storia erotica d’Italia, Storia pettegola d’Italia, È facile vivere bene a Roma se sai cosa fare e quattro romanzi: La collezionista di libri proibiti, La piccola libreria di VeneziaLa piccola bottega di Parigi e I migliori anni.


 

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