Recensione Atlante delle fortune di mare di Cyril Hofstein – L’Ippocampo

Atlante delle fortune di mare

–  Cyril Hofstein 

Anche noi, come l’acqua che scorre, siamo viandanti in cerca di un mare.
(Juan Baladan Gadea)

Formato: Copertina rigida

Genere:  Atlante
Pagine: 144
Editore: L’Ippocampo


Giudizio Sintetico


Nell’espressione « fortuna di mare », il vocabolo fortuna non ha nulla a che vedere con la ricchezza o con la ricerca di un tesoro negli abissi. Per gli armatori e le agenzie assicurative, è prima di tutto un caso di forza maggiore proprio del diritto marittimo, che definisce i rischi connessi alla navigazione, dal semplice ritardo fino alla perdita di corpo e beni.

Dai tempi antichi fino ai nostri giorni, naufragi, grandi scoperte, misteri, sparizioni in alto mare, questi racconti di fortune di mare sono stati tramandati di porto in porto. Adattati, deformati, a volte travisati, quelli più conosciuti, per esempio la leggenda dell’olandese volante, appartengono al patrimonio marittimo. Molti sono fondativi, come il naufragio del La Belle che segna la fine dei possedimenti francesi nell’America del Nord, altri sono mitici come il favoloso tesoro del Capitano Kidd o il mistero dei dipinti perduti della Grande Caterina. Siano essi reali o immaginari, fanno parte tutti della leggenda nera degli oceani: una lunga e strana storia che i marinai raccontano tuttora a voce bassa, senza sapere veramente se bisogna crederci oppure no…

Il mio amore per il mare è sconfinato: amo navigare, amo l’assenza di confini e tutte le storie ad esso legate. Ammetto che sfogliando le pagine di questo atlante, scritto da Cyril Hofstein, illustrato da Karin Doering Froger e edito da L’ippocampo, mi è parso di sentire lo sciabordio dell’acqua lungo gli scafi di imbarcazioni che hanno generato miti e alimentato leggende.

Sul mare e nel mare, si è fatta la storia.

Le navi e i marinai che hanno solcato le acque degli oceani hanno segnato molte epoche, dando vita ad accadimenti reali e a vere e proprie leggende il cui fascino cresce nel tempo come il crescere delle onde nelle distese blu prima di frangersi sulla costa.

Gli atlanti, di qualunque tipo, hanno sempre esercitato una grande attrattiva su di me, così come la esercitano il mare e i suoi misteri, motivo, forse, per il quale ho amato quest’opera fin dalle prime righe.

“Atlante delle fortune di mare” è uno di quei libri che non può assolutamente mancare nel patrimonio librario di tutti coloro che nutrono una passione sconfinata per le esplorazioni, per la storia e per il mare, con le sue narrazioni, con i suoi miti e i segreti che custodisce gelosamente.

Sono molti i misteri raccontati in queste pagine e l’essenza del libro è già svelata nel titolo; infatti, la parola “fortune” per tutti i naviganti, oltre che per il Diritto marittimo, è un termine che racchiude nel proprio significato i rischi dell’andare per mare e le cause di forza maggiore.

Le pagine di questo libro, divise per zone geografiche, ci consentono di scoprire in un solo luogo e con i piedi a terra, storie e leggende che nel tempo hanno riecheggiato di porto in porto, da bordo a bordo.

Naufragi, carichi preziosi, luoghi misteriosi, navi fantasma, uragani ed equipaggi di generi diversi si intrecciano con accadimenti storici e con miti letterari, qui raccontate con la dovuta dovizia di particolari in grado di appagare la sete di conoscenza di lettori di ogni tipo.

Alcune leggende raccontate in questo atlante sono molto conosciute, basti pensare all’Olandese volante, altre sono meno note e, forse proprio per questo, ancora più ricche di fascino, inducendo il lettore a voler scoprire sempre qualcosa di più (quanti conoscono la storia del Vasa, seicentesco galeone che non navigò mai?).

Sono pagine in cui c’è un perfetto punto di equilibrio tra scritto e illustrazioni, soprattutto grazie alle carte nautiche che aiutano il lettore ad orientarsi tra queste storie senza tempo.

Spazio e tempo sono condensati in un libro davvero unico in cui si passa dall’Atlantico al largo dell’Africa alle coste britanniche, da quelle bretoni (che ospitano i racconti che ho amato di più) all’Artico, fino al moderno inferno bengalese di Chittagong, uno straordinario in un susseguirsi di scenari accomunati tra loro dall’essere stati il teatro di gesta e leggende della marineria.

E’ davvero un libro elegante e indispensabile, per approfondire la passione di chi ama il mare e per tutti coloro che vogliono sognare volgendo lo sguardo all’orizzonte.


Grande giornalista della rivista Figaro, Cyril Hofstein è uno storico di formazione. Appassionato del mondo marittimo, ha fatto il suo debutto a Chasse-Marée, prima di unirsi al gruppo Figaro, dove era responsabile in particolare delle questioni di difesa.


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