Recensione Tutti se ne vanno di Nicola Brami – La Torre dei Venti Edizioni

Tutti se ne vanno

–  Nicola Brami 

«Non so. Questa faccenda di Marcos. L’accoltellamento. Le persone con cui siamo andati a letto. Le notti in ostello, quelle in bianco. La lontananza. I lavori di merda. Gli amici trovati, quelli persi. Il vento e il freddo che abbiamo preso. Le albe sotto la pioggia. I panini a due euro del Londis, i noodle a quindici centesimi. Gli appartamenti gelidi, i portafogli vuoti. Le feste. L’alcol. Tutto.»

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 352


Giudizio Sintetico


Davide se ne va, sia per frustrazione che per entusiasmo, e la sua meta è l’Irlanda. Vivrà per sei mesi in un ostello, tra una tarda gioventù che più che bruciata è mobile, sotto la pioggia e le notti ventose di Dublino. Qui c’è la sua storia – fatta di affetti e lavori precari, sbornie, confronti generazionali, lontananze e inattesi stupori – e quella dei compagni che conosce strada facendo. La storia di una generazione che risponde come può, a tentoni ma con anima e corpo, alla domanda di molti: cosa succede, quando si molla tutto?
Stordimenti, amori di una notte, incontri con spacciatori, albe piovose trascorse a vendere giornali in strada: ci si sposta in branco per non sentire l’angoscia di essere soli, ognuno diretto verso mete indecifrabili, mentre la quotidianità ha il sapore dell’ultimo, disperato giorno di vita, dell’ebbrezza che obnubila e anestetizza anche il dolore più intimo.
Gli amici sembrano per la pelle perché condividono lo stesso destino, eppure Davide si chiede quando li rivedrà. Conosce già la risposta: mai più.

Tutti se ne vanno è un esordio, è una storia attuale e anche un po’ autobiografica.
È un insieme di personaggi, di incontri, di addii, di evoluzioni, di speranza e diversità, è un insieme di vite che conosciamo attraverso gli occhi del protagonista e delle quali seguiamo gli sviluppi da un punto di partenza che traccia una linea temporale capace di sottolineare l’imbattibilità del tempo e i suoi imprevedibili progressi.
L’inizio di questo libro è timido come il suo protagonista all’arrivo a Dublino, lento, silenzioso, carico di cose nuove da imparare ma con pochi punti di riferimento a cui chiedere indicazioni, un lavoro da trovare e un ostello come punto fisso sulla cartina.
Proseguire nella storia di Davide significa anche accompagnarlo nella conoscenza delle persone, assorbirne le storie e godere dei singoli attimi di compagnia di svago o meno, di eccessi, di sbronze ma anche di problemi tangibili e che colpiscono tutti.
Più la storia entra nel vivo e più i personaggi divengono riconoscibili e immediati, si compensano e ripresentano costruendo, tassello dopo tassello, il puzzle della trama che, narrata egregiamente, non è creata attorno a qualcuno che la popola, ma viene popolata e colorata dal movimento dei personaggi.
È una storia di storie, di vite, di rinascite e fallimenti, di sogni e coraggio, è un teminal di viaggio dove tutti sembrano voler trovare qualcosa per continuare altrove oppure dove trovano terreno adatto per metter radici.
Davide è solo uno dei tanti, in cerca di lavoro ma anche un po’ di se stesso, è un uomo che cerca di essere protagonista della propria vita ma che si trova a dover trovare compromessi con essa per non soccombere.
Tutti se ne vanno non è un libro semplice perché la narrazione è lenta e le storie sono tante ma è il racconto attuale e veritiero del presente di molti giovani, ma anche meno giovani, costretti a emigrare per poter cominciare a vivere oppure a rivivere.
È un’unione di storie dove non manca la struttura anche dello sfondo irlandese, con la sua storia e i suoi problemi, è un romanzo poliglotta che parla tutte le lingue del mondo ma dove ogni personaggio ha una sua identità, un suo desiderio e un suo punto d’arrivo!
È un romanzo dove non ci sono eroi ed eroine, ma solo storie vere di un percorso che seguiamo e nel quale anche un po’ ci riconosciamo.
È una storia attuale, vera e raccontata con attualità e concretezza, che non vuole lasciare a bocca aperta ma che chiede di essere ascoltata, e a me questi particolari  sono piaciuti molto!

Nicola Brami nasce in provincia di Brescia e, prima di partire per l’Irlanda, dove vivrà per sei anni, lavora come copywriter e collabora con un quotidiano locale. Oggi, tornato in Italia, si occupa di comunicazione e traduzioni per una compagnia americana. “Tutti se ne vanno” è il suo romanzo d’esordio.


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