Recensione Fiutando il vento di Maria Elisa Aloisi

Fiutando il vento

–  Maria Elisa Aloisi 

Magari qualcosa, una moneta che cade, un piccolo braccialetto che si impiglia alla maglia di qualcuno, uno scontrino che scivola via, cambia il destino di una persona. E quella persona, per un piccolo, banalissimo gesto, non farà più le stesse cose che avrebbe fatto invece se quel gesto non si fosse verificato. E la sua vita prende un altro binario. Magari per sempre. Magari per un po’ soltanto. Chissà.
(Stefano Benni)

Formato: Copertine flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 397


Giudizio Sintetico


Una ragazza e il suo cane. Un delitto. Un’oscura profezia. Sicilia, costa orientale, oggi. Chi è Bianca De Flor? Qual è il mistero che la lega a un passato che affonda le sue radici nel Medioevo? Quando il cadavere di una donna viene ritrovato nelle acque del porticciolo di San Giovanni Li Cuti, Bianca e l’affascinante avvocato Cesare Ursino assumono la difesa dell’imputata accusata dell’omicidio. Dietro il crimine si cela un filo che unisce i protagonisti e presto li coinvolgerà in una rischiosa avventura. Il passato si riflette nel presente come in un gioco di specchi svelando un’antica verità, un segreto che attraversa i secoli.

Potremmo parlare di un’ingannevole storia dalle molteplici sfumature ma sarebbe comunque fuorviante.
Mi piace pensare che “Fiutando il vento” sia una sorta di favola per adulti, un susseguirsi di eventi che partono credibili per diventare incredibili, figli di misteri e leggende che, unendosi con la storia della terra in cui si sviluppano, diventano qualcosa di epico, astratto ma tangibile nelle tradizioni che ancora accompagnano la Sicilia.
Ma andiamo con ordine.
Questo romanzo è diviso in tre parti.
La prima parte è razionale, inizia con il ritrovamento di un cadavere e l’indagine di due avvocati che cercano di sbrogliare la matassa attorno al delitto compiuto.
La protagonista è Bianca che, nella sua razionale quotidianità, deve fare i conti improvvisamente con il legame speciale e le richieste del trovatello Sirio (che diventa suo compagno fedele) e di due altri animali, Ettore e Levante, quest’ultimo è nientemeno che il narratore dell’intera vicenda, eh sì, se non è chiaro, Sirio, Ettore e Levante sono animali, due cani e un gatto.
La soluzione del caso, che potrebbe essere benissimo la conclusione fatta e finita di un romanzo giallo, è invece la porta per accedere alla seconda parte del libro, un concentrato di leggenda, misteri e avventure che conducono i protagonisti nel passato, passato che si fonderà infine con il presente nella terza parte per concludere un disegno iniziato secoli prima.
Un romanzo indubbiamente complesso e imprevedibile che trasuda attenzione e studi che Maria Elisa Aloisi ha condotto per creare in modo perfetto questo doppio binario della trama.
Un’idea nuova e coraggiosa che avverte dell’imprevedibilità degli avvenimenti donandoci un narratore d’eccezione, un gatto.
Personaggi che sfilano sulla lunga linea del tempo unendosi alle leggende della terra, alla potenza dei venti, alla storia e a sfondi onirici che fanno viaggiare il lettore con la fantasia.
Una storia che unisce realtà e fantasia in modo davvero unico, avvincente e incalzante.
La parte centrale, la seconda delle tre, è più lunga e meno scorrevole, utile però per unire tutte le molteplici vicende che legano passato e presente.
Un racconto davvero originale e imprevedibile adatto per chi vuole compiere un viaggio per niente scontato dai tratti epici e leggendari uniti alla base razionale di un avvocato donna dei nostri giorni ma che largo spazio lascia anche agli animali e al loro legame secolare con l’uomo, rapporto di fedeltà fiducia e, in questo caso, molto altro…

Maria Elisa Aloisi è nata a Lentini nel 1977 e vive a Catania. Laureata in giurisprudenza, è un avvocato penalista.

Vincitrice del Premio Letterario Il Borgo Italiani 2019 – Borgo di Irsina, Fiutando il Vento è il suo romanzo d’esordio.


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