Recensione Fuori dall’oscurità di Matteo L. Reho

Fuori dall’oscurità

–  Matteo L. Reho 

Conosce l’amore solo chi ama senza speranza.
(Friedrich Schiller)

Formato: Copertine flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 249
Editore: Self


Giudizio Sintetico


Sul finire della Seconda guerra mondiale, Alexander Von Bergen, insieme alla famiglia, si trasferisce nelle vicinanze di un campo di concentramento, la cui gestione è stata affidata al padre Herwing, gerarca nazista e pezzo grosso del Reich.Il compito di affiancare il padre nell’amministrazione del luogo rappresenta per Alexander l’occasione per dimostrarsi capace agli occhi di Herwing, con il quale ha dall’infanzia un rapporto distaccato, spesso conflittuale. Ma rimanere fedele alla “giusta causa nazista” non sarà per niente facile.La prima sera il ragazzo conoscerà Elisha Jesi, una prigioniera, ma soprattutto una donna che lo porterà a riflettere sulla sua intera vita e le sue scelte passate.Parte così un percorso di presa di coscienza e crescita, difficile e ostacolato dai falsi valori di una società razzista, dall’ambizioso quanto malvagio ufficiale di campo Class Fuchs; un percorso che lo porrà davanti ad un bivio: rimanere fedele alla propria famiglia e alla propria nazione, oppure ribellarsi ad un sistema crudele e ingiusto.Alexander, con una nuova consapevolezza, non si arrenderà, intraprendendo quel viaggio che lo porterà “Fuori dall’oscurità”.

Quando ci si prepara a leggere un romanzo storico, soprattutto se tratta temi delicati come l’olocausto, bisogna prepararsi a qualsiasi evenienza, a descrizioni crude, fatti dolorosi e finali imprevedibili.
“Fuori dall’oscurità” ci conduce nel pieno della Seconda Guerra Mondiale presentandoci quello che, nelle prime pagine, è un protagonista tutt’altro che semplice da accettare.
Alexander Von Bergen è figlio di un “pezzo grosso” nazista, ha combattuto la guerra ma ora assieme alla sua famiglia, deve occuparsi di un campo di concentramento ai confini con la Francia.
Il suo pensiero è chiaro e netto, specchio estremo del pensiero nazista puro, delirante e brutale.
Quello che Alexander non si aspetta è di rimanere folgorato da una giovane detenuta, Elisha, che ordina venga condotta nelle sue stanze.
Il carattere determinato della ragazza, il rifiuto e la determinazione, sposteranno l’attenzione del ragazzo dall’aspetto esteriore all’animo della giovane che, lentamente e inconsapevolmente, inizia a sradicare il pensiero malato e contorto del ragazzo, portandolo a riscoprire l’umanità è la pietà, riaprendo occhi e cuore che sembravano ormai perduti.
La riscoperta di sé stesso porta però Alexander a dover fare i conti con un giovane soldato pronto a tutto per comandare all’interno del campo, con la sua amante ebrea e con la gestione del campo stesso.
Tra introspezione, lotte interne e un sentimento crescente, queste pagine si riempiono di una storia non semplice da affrontare, cruda, senza filtri, ma centrata sulla redenzione del cuore di un giovane ragazzo e sull’amore al di là di ogni cosa.
Devo ammettere che l’inizio di questo romanzo non mi ha conquistata.
Il linguaggio duro e senza filtri, senza censure e qualche refuso hanno leggermente frenato la lettura.
Una volta però avviata la trama, e accettando che la Storia non si adatta alla nostra sensibilità, Matteo L. Reho è riuscito a coinvolgermi tra le pagine di questo romanzo, non risparmiando tratti drammatici e difficili da digerire riuscendo a concentrare attenzione e speranza nell’improbabile e imprevedibile storia tra Alexander e Elisha.
Il linguaggio e la trama sono vivaci e veloci, senza filtri, anche se, a par mio, manca un po’ lo sfondo storico che poteva essere maggiormente inserito nella trama.
Ho invece apprezzato molto il divario, volutamente marcato, tra bene e male, tra l’animo totalmente compromesso di Class e quello redento di Alexander che colora la storia di tinte ancor più nere e risvolti pericolosi.
Una storia che parla d’amore in uno sfondo drammatico e feroce, un viaggio emozionante e commovente ma anche graffiante e ingiusto.
Il romanzo di Matteo L. Reho racchiude una grande e commovente storia, andrebbe a mio avviso leggermente rivisto (magari cambiando anche la copertina) e magari ampliato in alcuni punti ma ha saputo toccare diverse corde emozionali sprigionando diverse e opposte reazioni in me.

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