Recensione La chiave del tempo di Flaminia Nucci

La chiave del tempo

–  Flaminia Nucci 

Dev’essere un sogno, mi dico, e mi sdraio nuovamente sul letto. A volte mi capita: pur essendo immersa nel sonno, so che sto sognando, pertanto non mi spavento. Ora comprendo. Come mi è successo altre volte, mi ritrovo in una realtà chiara e nitida, ma con la consapevolezza che non sia la realtà. Quelle che vedo sono le immagini, minuziosamente descritte, di un altro piccolo pianeta.

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine: 254
Editore: I Robin&Son


Gudizio Sintetico


Le vite di Rocío e Reno si sfiorano per pochi minuti in Italia, a San Gimignano, durante un’esibizione col flauto di lui. Per un istante denso di significato, i due giovani si sentono legati l’una all’altro in modo indissolubile. Ma con la stessa rapidità con cui si sono incrociate, le loro vite si allontanano, per tornare ciascuna a scorrere nella propria normalità. Quella di Rocío a Siviglia, dove la bella e carismatica violoncellista vive con i suoi gatti, la sua musica e il suo rapporto stabile con Leandro. E quella di Reno a Copenhagen, dove il flautista conduce la sua esistenza con la sua amata musica, i suoi due gatti, la compagnia della madre che vive al piano di sopra e l’affetto della dolcissima Silje. Ma quell’incontro sembra aver scatenato qualcosa dentro i due ragazzi: quel legame, dimenticato per più di sette anni, torna inaspettatamente a farsi sentire. Possibile che l’inconscio di Rocío e quello di Reno si siano talmente rispecchiati l’uno nell’altro da aver aperto un varco tra le vite dei due ragazzi? Forse sì, perché Rocío e Reno iniziano a sognare l’una la vita dell’altro. Ma cosa accadrebbe, se non fosse solo un sogno?

Reno e Rocìo sono un uomo e una donna che vivono in due città diverse, hanno lavori differenti e vite indipendenti, sono legati ai propri compagni e apparentemente si confondono tra miliardi di vite che fugacemente attraversano le strade della vita, uniti apparentemente dalla passione per la musica, per il flauto traverso lui e per il violoncello lei.
Ma Rocìo e Reno si sono incontrati casualmente a San Giminiano nell’estate del 2010 e seppur passati sette anni le due anime sembrano complementari e, attraverso uno stato onirico inspiegabile, sembrano cercarsi.
Non bastano le note della musica che li lega da anni e neanche la casualità di aver chiamato i rispettivi gatti con nomi giapponesi, il loro legame va oltre e sembra, attraverso un vuoto inspiegabile e introspettivo, suggerire a entrambi che il tempo della separazione deve giungere al termine.
E se i sogni sembrano in principio voler ravvivare un ricordo, il loro ripresentarsi assume sempre più significato fino a divenire un viaggio astrale che varca il limite fisico facendo vivere ai due molto più che una semplice esperienza onirica.
Flaminia Nucci ha creato pagine profonde ed eleganti a livelli esponenziali, non solo per contenuto ma anche per cura dei dettagli, delle immagini contenute e delle emozioni che emergono riga dopo riga.
La storia di Rocìo e Reno è quella di anime gemelle, due metà della mela che non si cercano ma che involontariamente si uniscono, legate da un filo che lentamente viene cucito attorno ai bordi delle loro vite.
È una storia di attimi, di parallelismi e congiunzioni, un gioco di istanti capaci di cambiare la vita intera dandole nuovo slancio, colmano vuoti, mancanze, donandole completezza attraverso esperienze che sfiorano ambiti impensabili come l’infanzia, la perdita ma anche la sessualità.
È cambiamento di se stessi attraverso gli altri che anticipa l’incontro, in genere assistiamo a letture in cui dopo un incontro i protagonisti cambiano prendendo il meglio dell’altro.
Flaminia Nucci ci propone una storia opposta: due anime parallele che cambiano attraverso l’altro prima che il destino li faccia incontrare.
Storia originale, ricca di musica e disegni, psicologia e sogni, scrittura elegante e armoniosa e copertina davvero magnifica.
Promosso a pieni voti.

La scrittrice Flaminia Nucci vive e lavora a Milano.
Psicoanalista, si è diplomata alla Libera Scuola di Terapia Analitica di Milano (Li.S.T.A.), scuola di specializzazione post-universitaria, la cui attività formativa e didattica si fonda sul pensiero e la prassi clinica di Carl Gustav Jung.

L’amore che non osa dire il suo nome. Psicologia dell’omosessualità maschile e femminile (Magi, 2011);
Il Mistero della Madre. Dal complesso materno alla nascita dell’Anima (Libreriauniversitaria.it, 2013);
Eva o Lilith? Identità femminile nella società (post-)patriarcale (Alpes, 2015);
Visioni, sogni e misteri. Un viaggio nei luoghi dell’anima (Kimerik, 2016)
Yuki. Rinascere dalla neve (Robin, 2017).

Si dedica principalmente a indagare i rapporti tra psicoanalisi junghiana, terapie basate sull’interazione tra Uomo e animale, tecniche sciamaniche di guarigione, poesia, letteratura e mito.

Flaminia Nucci conduce percorsi di approfondimento individuali, seminari tematici, corsi e gruppi di crescita. Ha partecipato a diverse trasmissioni televisive e radiofoniche, per Rete4, Tgcom24, Sky, Radiotelevisione Svizzera, Rai Radio 1 e 2.

Ha collaborato e collabora, in qualità di esperta, con diverse riviste, quotidiani e blog


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