Recensione L’ultima strega di Scozia di Jandira Ribeiro da Cruz

L’ultima strega di Scozia

–  Jandira Ribeiro da Cruz 

Alice: “Per quanto tempo è per sempre?”
Bianconiglio: “A volte, solo un secondo”.
(Lewis Carrol)

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine:  242
Editore: Nuova Palomar

Giudizio Sintetico


…da un accadimento del tutto casuale comincia a dipanarsi la storia raccontata in queste pagine, che coinvolge il lettore sim quasi a “stregarlo”!!!
I colpi di scena si susseguono toccando livelli di assoluta drammaticità.
Condito da momenti intriganti oltre che gradevoli, il romanzo, scritto con uno stile facile ed immediato, si lascia “gustare” sempre con crescente ed ansioso interesse.
Immaginate di guidare per andare a una festa e di investire un uomo comparso da nulla.
Pensate, poi, che quell’uomo è un re scozzese nato nel 1680 e fuggito da un pericolo che, con lo zampino di una sorta di inventore, l’ha portato nella vostra epoca. Voi che fareste?
Ecco, la protagonista di questo romanzo, Victoria, prende a cuore la storia di Re Edoardo, determinata a capire e comprendere ma soprattutto aiutare quello che diventerà presto un amico.
Forse però Victoria non sa che gli eventi la porteranno ad affrontare qualcosa di impensabile e a condurre lei stessa un salto di quattrocento anni, il tutto per colpa di una strega e di un complotto reale che va impedito a ogni costo.
Se vi dico che non ho mai letto nulla di simile fidatevi, una storia fantasy che unisce ai viaggi del tempo le diatribe reali della Scozia di fine 600, un re che piomba nelle strade di Edimburgo nel 2025 e una storica che si trova a seguirlo nel 1680 per aiutarlo a tener salda la corona.
Se il tutto vi sembra stonato e poco credibile fidatevi invece se vi dico che è semplicemente geniale, un romanzo che coinvolge con le vicende storiche, complottiste e regali ma anche spassoso in quelle parentesi di “scambio” di epoche dove un Re di ‘600 si trova a dover fare i conti con automobili, televisori e pizza e una donna nata nell’era moderna deve poi convivere con cavalli al posto dei taxi.
Il tutto, e questa è una nota fondamentale, unito alla storia di streghe e strani (uno in realtà) scienziati.
La storia è davvero originale, si posiziona in un genere che non saprei definire ma che mi ha realmente portata a sorridere ma anche a struggermi per le vicende più drammatiche.
È un genere a sé che ho apprezzato moltissimo e che, a quanto pare, potrebbe regalarci un altro capitolo.
La scrittura di Jandira Ribeiro da Cruz è semplice ma scorrevole, nitida è molto fantasiosa, forse c’è bisogno di un ulteriore editing e avrei preferito dei capitoli più brevi.
Nel complesso però una storia di lealtà, inganno, sete di potere e amicizia condita con un po’ di ironia e parentesi improbabili che, si sa, non guastano mai!

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