Recensione Il caso vuole di Riccardo Zambon

Il caso vuole

–  Riccardo Zambon  

 

Non importa quanto sofisticate siano le nostre scelte, o quanto bravi siano a dominare le probabilità: il caso avrà comunque l’ultima parola.
(Nicholas Nassim Taleb)

 

Formato: Copertina flessibile

Genere:  Romanzo
Pagine:  104
Editore: Delos Digital


Giudizio Sintetico


Quando una giornata di svago diventa un incubo, quando i ricordi ti perseguitano o le passioni ti travolgono, quando le paure ritornano c’è una sola cosa che puoi fare: vivere non c’è niente di meglio di una giornata di mare, goduta tra amici surfando onde altissime e veloci. L’occasione giusta per sfoggiare l’auto nuova, per far ingelosire qualcuno o per festeggiare una promozione col proprio compagno, godersi una passeggiata sul lungomare.Ma non sempre tutto è come sembra. Se lo è, potrebbe cambiare in un attimo. Per Fabio, fiero del nuovo bolide ma da sempre frustrato in un ruolo di comprimario, e per Lorenzo, surfista scanzonato. Per Pietro, preso a schiaffi dal destino nonostante una continua e rabbiosa lotta o per Elena, bellissima e sicura di sé. Ma qui il vero protagonista è il Fato, e il suo ruolo è quello di orchestrare tempi, eventi, incrociare traiettorie in coincidenze. Talvolta per colpire, aggredire. In altre occasioni per salvare, ricongiungere.

Riccardo Zambon ha creato una storia ricca e veloce che si svolge nell’arco di poche ore dove a definirne contorni, corpo ed epilogo è solamente il caso.
Il caso che destabilizza, stupisce, ferisce, provoca rabbia e paura, ma anche salva, protegge e unisce punti sospesi dal tempo.
Il viaggio di Fabio e Elena per raggiungere i fidanzati sulla nuova cabrio del ragazzo, la disperazione di Pietro alla quarta birra dopo aver perso il lavoro o l’attesa di Lorenzo di rientro da una mattinata di surf.
Vite parallele, che procedono nella narrazione senza punti in comune, lontane ma prossime a divenire punto di incontro del caso, puntine su una mappa poste nello stesso luogo alla medesima ora.
Il parallelismo di queste vite ci narra il loro passato, il presente e forse ci da anche qualche spunto per definirne il futuro, sono vite che vengono guidate da istinti e pensieri diversi, frutto di esperienze che li portano inevitabilmente a percorrere quella strada che lui unirà.
Riccardo Zambon crea, con una scrittura semplice ma incalzante, una storia di anime, di sentimenti, di istinti e riflessioni che si abbandonano alla forza del caso e del suo incedere, sovrastando tutti i piani e tutte le sensazioni.
È una storia imprevedibile, un romanzo breve ma di grande significato, una lettura veloce che rapisce poiché non sappiamo qualche strada intraprende l’autore nell’unire il destino dei protagonisti che, abbiamo la percezione, prima o poi si troveranno.
Ho apprezzato gli strappi, le incognite e l’imprevedibilità, anche se, in modo inaspettato, la storia affronta anche un tema delicato che, proprio nella settimana passata, è stato fulcro di tante sensibilizzazioni.

Riccardo Zambon è solito definirsi un “ingegnere per sbaglio”: opera tra i computer ma è da sempre affascinato dalle infinite sfaccettature dell’animo umano.

Come i veri supereroi, di giorno si occupa di ricerca e sviluppo per università e società di software, ma di notte ama alternarsi tra la stesura di storie, letture di romanzi noir, saggi e qualche buon film.

Abita in un piccolo borgo vicino a Firenze, immerso nelle colline del Chianti, dove lavora, scrive, vive.


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